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Raro fenomeno naturale getta luce sull’episodio biblico del roveto ardente

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Pascal Deloche | Godong

J.P. Mauro - pubblicato il 05/01/22

Un gioco di luce che si vede raramente ha fatto pensare che il Monte Karkom sia il vero luogo del Monte Sinai

Un fenomeno insolito, osservato per la prima volta nel 2003, sta attirando l’attenzione come possibile spiegazione per l’episodio biblico del roveto ardente, mezzo con il quale Dio ha comunicato con Mosè in Esodo 3. Il fenomeno implica una forte luce che emana dalle rocce e può essere vista solo nella giusta angolazione, al momento giusto e nel giorno giusto dell’anno.

La collocazione del Monte Sinai biblico è stata per generazioni oggetto di dibattiti tra gli esperti. Se ci sono vari luoghi che sembrano assomigliare al quello della Scrittura, uno dei più probabili è il Monte Karkom, nella zona sud-occidentale del deserto del Negev. È stato lì che una guida israeliana ha assistito al fenomeno nel 2003. 

Riflesso della luce solare

Il New York Times (NYT) riferisce che la guida ha visitato il luogo in prossimità del solstizio d’inverno. Il sole era basso nel cielo, e la sua luce ha iniziato a riflettersi sui lati della montagna. Il NYY descrive ciò che ha visto la guida:

“A mezzogiorno, con il sole basso nel cielo in una delle giornate più brevi dell’anno, ha scrutato attraverso un burrone profondo e ha visto una strana aura di luce, che tremolava come fiamme, emanando da un punto di una parete rocciosa a picco”.

I media israeliani hanno iniziato subito ad associare questa forte luce mistica al roveto ardente dell’Esodo. È stato suggerito che questo fenomeno potrebbe aver ispirato la narrazione biblica, o forse che anche Mosè abbia visto una luce simile, solo riflessa su un roveto.

Quest’anno, degli ufficiali militari hanno aperto la strada ai visitatori il 21 dicembre, rara eventualità per un sito chiuso tranne che nei weekend e nei giorni festivi. È stato permesso a un gruppo di turisti, pellegrini e “avventurosi” di andare a vedere se riuscivano ad assistere al fenomeno. Visto che c’era una luce fioca, si è rimasti delusi per il fatto che non fosse più evidente.

Monte Karkom

Non è chiaro se questa forte luce sia stata quella alla base della narrativa dell’Esodo o se gli occhi di Mosè possano essere stati attirati da un arbusto luminoso. Il professor Israel Finkelstein, che ha scritto vari volumi sul tema, nota che i siti intorno a Karkom risalgono a circa il III millennio a.C.., mentre in genere si concorda sul fatto che l’Esodo sia ambientato nella metà del II millennio a.C.. Peccando per eccesso di cautela, suggerisce che “sia forse più sicuro non speculare”.

Se l’aura di luce che si può vedere è un fenomeno emozionante, è difficilmente una prova a sostegno dell’ubicazione del Monte Sinai. Ci sono tuttavia altri fattori che suggeriscono che l’ipotesi Karkom potrebbe essere legittima. Nella zona sono stati scoperti antichi dipinti rupestri risalenti a un periodo vicino a quello degli eventi narrati nell’Esodo, alcuni dei quali raffigurano soggetti simili alle tavole dei Dieci Comandamenti.

La montagna, inoltre, si trova proprio sulla rotta che gli Israeliti avrebbero intrapreso dall’Egitto a Petra nell’Esodo. Il Monte Karkom ospita anche un luogo in cui gli archeologi hanno identificato un altare sacrificale circondato dai resti di dodici pilastri. Alcuni suggeriscono che i pilastri di pietra corrisponderebbero a Esodo 24, in cui si descrive quando Mosè ne ha eretta una dozzina per rappresentare le tribù di Israele.

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