Aleteia logoAleteia logoAleteia
martedì 16 Aprile |
Aleteia logo
For Her
separateurCreated with Sketch.

Volontario che accompagna alle terapie i pazienti oncologici: il loro “grazie” mi ripaga di tutto

shutterstock_1532229854.jpg

Art_Photo | Shutterstock

Silvia Lucchetti - pubblicato il 29/12/21

Alessandro, pensionato milanese 77enne, è da vent'anni volontario della Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) e si occupa di accompagnare alle terapie i malati di tumore.

La  rubrica Buone Notizie del Corriere della Sera del 26 scorso ci regala la confortante storia di Alessandro, un pensionato milanese 77enne che nello smarrimento generale causato da questa pandemia non ha mai perso di vista la grande verità nascosta nel detto che “fare del bene agli altri fa tanto bene anche a sé”. Con l’arrivo all’età di 58 anni del primo rateo della pensione, ha sentito la irrefrenabile spinta a proporsi come volontario della Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), che il prossimo 25 febbraio taglierà il traguardo dei suoi primi 100 anni di attività.

Perché ha scelto di diventare volontario della Lilt

Motiva così la sua decisione:

È stata una scelta convinta, maturata frequentando i reparti di oncologia. Lì con mia madre, ad aiutarci c’era sempre un volontario della Lega italiana tumori: gentile, disponibile, pronto ad alleviare il disagio di chi si sente perduto.  

(Ibidem)

Questo esempio di solidarietà vissuto sulla propria pelle lo ha stimolato a fare nel suo piccolo altrettanto:

Mettersi a disposizione degli altri è un’offerta di senso che si dà alla vita, vuol dire sentirsi utile nei confronti di chi ha bisogno.

(Corriere)

Il primo incarico

Così ricorda il suo primo incarico:

Mi chiamano dalla Lilt: dovresti andare a prendere il signor Giuseppe per la chemioterapia e poi riaccompagnarlo a casa. Non avrei mai detto che questa sarebbe stata la mia nuova vita. In realtà non pensavo nemmeno che sarei stato in grado di farlo…

(Ibidem)

Da 20 anni al volante per la Lilt

E invece sono ormai venti anni da quando Alessandro ha fatto partire il contachilometri della sua automobile, accompagnando i malati oncologici a sottoporsi alle terapie percorrendo le strade milanesi e della Lombardia fino all’Istituto Nazionale dei tumori in Via Venezian.

Al nostro pensionato non piace quando qualcuno lo definisce autista, tanto da sottolineare a chi lo sta intervistando:

Non scriva autista, per favore. I volontari non fanno i tassisti. Ascoltano, consigliano, indirizzano, spesso diventano confidenti. Siamo preparati e selezionati a seconda delle attitudini, poi ognuno ci mette del suo.

(Corriere)

L’importanza dell’ascolto

I pazienti oncologici sono malati particolarmente fragili, spesso anziani e soli, che affrontano terapie lunghe e dolorose con la paura costante che aumenta ad ogni ennesimo viaggio che li porta verso il luogo di cura.

Ascolto tutti con rispetto, molti di questi pazienti vengono da situazioni di disagio e hanno poche occasioni di confidarsi con qualcuno.  

(Ibidem)

Non è facile sostenere i pazienti oncologici

I dialoghi che si intessono in macchina ruotano intorno la paura per la malattia, per le sue conseguenze economiche, per gli scossoni che reca all’equilibrio e alla serenità familiare. Non è facile e indolore per gli stessi volontari sostenerli:

C’è una relazione che si stabilisce con le conversazioni fatte durante il viaggio. All’inizio, per allontanare l’idea della malattia, con le signore parlavo di ricette e con gli uomini di calcio. Ma alla fine è inevitabile trovarsi davanti ai problemi e al vissuto delle persone. Ci sono tristezze da raccogliere, figli che fanno disperare o non si fanno vedere, sofferenze dure da sopportare. C’è sempre più bisogno di ascolto e di condivisione.

(Ibidem)

“Essere utile a queste persone mi ha dato una grande forza”

In venti anni, di questi accompagnamenti e dialoghi Alessandro deve averne fatti a centinaia, ma non si è mai stancato, anzi:

Essere utile a queste persone mi ha dato una grande forza. Ho riempito la mia vita con tanti momenti di gratitudine. È bello esserci quando il paziente viene dimesso e sorride perché tutto è andato bene. Una signora mi ha commosso dicendo: “le posso dare un bacio?”. Certi incontri restano indimenticabili. La parola “grazie” mi ripaga di tutto. Ogni tanto penso che dopo mia figlia questa avventura del volontariato che accompagna i pazienti oncologici sia la cosa più bella che ho fatto nella vita …

(Corriere)

Oggi per la Lilt accompagna i malati terminali dell’hospice

A 77 anni il nostro volontario è stato costretto a limitarsi nei viaggi di accompagnamento. Attualmente è impegnato al Bassini di Cinisello Balsamo, assistendo i malati terminali dell’hospice. Qui l’impegno è ancora più duro sotto l’aspetto psicologico, non è facile dare speranza quando sperare è proibitivo a causa della estrema gravità della malattia.  

Anche qui il bisogno essenziale che coglie è lo stesso:

Hanno bisogno di qualcuno che li ascolti. Di non essere lasciati soli. E io cerco di fare del mio meglio.

(Ibidem)

Il bene è contagioso

Come testimonia la sua stessa esperienza di volontariato, Alessandro si augura che il proprio esempio possa contagiare:

Se riusciremo ad insegnare a qualcun altro ad essere più umano, saremo anche donne e uomini migliori.  

(Corriere)

Non può esserci auspicio migliore nella ricorrenza di questo Natale, vissuto purtroppo sotto il segno di una grave pandemia che rischia di far aumentare esponenzialmente gli  egoismi e l’indifferenza verso chi soffre. 

Tags:
tumorevolontariato
Top 10
See More