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Perché San Giovanni Paolo II ha “dimesso” definitivamente l’avvocato del diavolo?

POPE JOHN PAUL II

Derrick CEYRAC | AFP

Francisco Vêneto - pubblicato il 29/12/21

La riforma del processo delle canonizzazioni ha reso le tappe più agili e trasparenti

La definizione “avvocato del diavolo” (in latino advocatus diaboli) era il soprannome attribuito popolarmente a una posizione ufficiale antica e importante nella Chiesa cattolica, quella del promotore della Fede (promotor Fidei).

Si trattava della persona che aveva la responsabilità di studiare e presentare tutte le argomentazioni possibili contro la canonizzazione di un candidato, indicando qualsiasi mancanza di carattere, lacuna nelle prove di santità, incoerenze in presunti miracoli, ecc.. L’obiettivo di questo lavoro era evitare che qualcuno venisse canonizzato in modo precipitoso e senza le basi necessarie di una vita di cui si potesse dimostrare in modo solido la santità.

In questa funzione non c’era nulla di “diabolico”: al contrario, era un lavoro imprescindibile per garantire la serietà e la trasparenza di qualsiasi processo di riconoscimento della santità di un fedele defunto, soprattutto in tempi di difficile accesso alle informazioni e di grandi difficoltà logistiche per le indagini di gruppo.

Il soprannome “avvocato del diavolo” è nato perché il diavolo fa il possibile per impedire la santità di una persona – anche se la funzione di promotore della Fede era esattamente quella contraria: garantire la verifica della santità di qualcuno prima della sua canonizzazione ufficiale.

L’ufficio del promotor Fidei era stato istituito nel 1587 da Papa Sisto V. Durante i processi di canonizzazione, c’era una tappa in cui il promotore si presentava davanti al Papa e annunciava le posizioni contro la canonizzazione, esponendo allora tutte le argomentazioni contrarie che ritenesse importanti.

Se l’argomentazione del promotore veniva confutata e il processo andava avanti fino alla consumazione della canonizzazione, l’“avvocato del diavolo” veniva riportato davanti al Papa, dove ritirava il caso pubblicamente.

San Giovanni Paolo II “dimette” l’avvocato del diavolo

L’ufficio di promotore della Fede è stato estinto nel 1983 durante la riforma che Papa San Giovanni Paolo II ha realizzato nel processo delle canonizzazioni. All’epoca, gli ampi studi sulla vita e gli scritti di ogni candidato agli altari includevano già un’analisi minuziosa con tutti i fatti rilevanti già analizzati nel processo in ambito diocesano e poi presso la Congregazione vaticana per le Cause dei Santi. Non era dunque più necessaria né funzionale una nuova presentazione davanti al Papa di tutte le argomentazioni contrarie alla canonizzazione da parte del promotore della Fede.

L’obiettivo della riforma di San Giovanni Paolo II era rendere il processo più semplice e rapido, oltre che meno caro, e al contempo ancora più trasparente mediante la circolazione di informazioni tra varie équipes di lavoro, sia locali che in Vaticano. Con i cambiamenti implementati, la verifica della veracità nelle indagini sulla vita del candidato è stata affidata a un collegio di relatori responsabili dell’analisi della causa.

Questi nuovi orientamenti hanno reso possibile una notevole accelerazione dei processi di canonizzazione. Basta constatare che tra il 1587 (anno dell’istituzione dell’ufficio di promotor Fidei) e il 1983 (anno della riforma nel processo delle canonizzazioni) ci sono state circa 300 canonizzazioni (in quasi 400 anni). Dal 1983 al 2005 (anno della morte di San Giovanni Paolo II) ci sono state circa 500 canonizzazioni e oltre 1300 canonizzazioni.

L’avvocato del diavolo nella cultura popolare

La definizione “avvocato del diavolo” ha finito per essere usata per indicare la persona che elabora un discorso apparentemente contrario al suo punto di vista per dimostrare le “falle” di quella posizione.

Curiosamente, questa espressione è già un’applicazione di questa tattica. Dà a intendere che si sta difendendo il diavolo quando in realtà si agisce contro di lui: si presenta una serie di argomentazioni apparentemente accusatorie per corroborare le verità che il diavolo non vorrebbe che saltassero fuori.

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