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Suor Thea Bowman, la nipote di schiavi che potrebbe diventare santa

THEA BOWMAN

sistertheabowman.com

Sandra Ferrer - pubblicato il 28/12/21

È stata una delle prime donne afroamericane ad aver promosso nella Chiesa l'unione, il rispetto e l'amore tra tutte le razze

A metà Novecento, gli Stati Uniti d’America hanno vissuto uno dei periodi più conflittuali della loro storia. La lotta per i diritti civili di alcuni settori della popolazione ha provocato situazioni di violenza e incomprensione tra le varie comunità statunitensi.

Mentre alcuni diffondevano l’odio nei confronti di chi era diverso, altri volevano solo vivere in pace e armonia con tutti. Suor Thea Bowman ha vissuto in quel mondo di lotte razziali e le ha subite in prima persona. Lungi dal restare con le mani in mano, ha fatto del suo esempio, del suo carisma e della sua trasmissione della fede un modello per molti cittadini degli Stati Uniti.

Il suo vero nome era Bertha Elizabeth Bowman. Era nata il 29 dicembre a Yazoo, nel Mississippi. Era nata libera, ma il capitolo della schiavitù era ancora molto vivo nella sua famiglia, perché suo nonno era stato schiavo.

Bertha crebbe in una famiglia metodista, ma presto sentì la necessità di cercare un’altra dottrina che la riempisse di verità e desse risposte alle domande che si poneva. Aveva solo nove anni quando trovò la risposta che cercava nella Chiesa cattolica, al cui credo si convertì poco tempo dopo. I genitori, inizialmente reticenti, accettarono poi la sua conversione.

A 15 anni si unì alle Suore Francescane dell’Adorazione Perpetua di La Crosse, adottando il nome di suor Thea. Era l’unica religiosa della congregazione di origine afroamericana.

Suor Thea era una ragazza responsabile, e portò avanti gli studi in varie università del Paese diventando insegnante, compito che svolse per molti anni. In tutto quel periodo, fu pienamente consapevole, testimone e vittima del razzismo che si respirava nelle strade di molte città statunitensi.

Lungi dal rispondere con odio o rabbia al rifiuto sociale che subiva per via delle sue origini, rispose sempre con rispetto, pace e gioia. La sua personalità fece sì che molte persone all’interno della Chiesa cattolica si rendessero conto dell’importanza che poteva avere come figura pubblica esemplare.

In questo senso, il vescovo di Jackson le propose si operare nella sua diocesi come consulente interculturale. Noto come il “ministero della gioia”, il suo lavoro attirò molte persone. Le conferenze che pronunciò in tutti gli Stati Uniti e in altri Paesi del mondo furono una fonte di ispirazione per migliaia di persone.

Un messaggio semplice ma ispiratore

Suor Thea chiedeva alla gente di difendere le sue differenze e la ricchezza delle proprie origini, ma anche che tutti si sentissero uniti come seguaci di Cristo: “Ci uniamo all’azione redentrice di Cristo – ha detto in un’occasione – quando ci riconciliamo; quando facciamo la pace; quando condividiamo la buona novella che Dio è nella nostra vita, e quando riflettiamo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle la guarigione divina, il perdono di Dio, l’amore incondizionato di Dio”.

Il suo progetto evangelizzatore ha incluso la raccolta di inni cattolici afroamericani con cui elevare lo spirito a Dio e la promozione dell’istituzione della Conferenza Nazionale delle Suore di Colore.

Il 1984 è stato uno degli anni più tristi della sua vita, perché in un breve lasso di tempo ha perso entrambi i genitori e ha dovuto affrontare una notizia drammatica: la presenza di un cancro che le stava debilitando il corpo in modo letale.

Suor Thea ha vissuto altri sei anni, in cui le cure contro la sua malattia l’hanno costretta su una sedia a rotelle, cosa che non le ha impedito di continuare a emozionare chiunque ascoltasse il suo messaggio di pace.

Suor Thea Bowman è morta il 30 marzo 1990 a 52 anni. È stata sepolta accanto ai suoi genitori, e molte persone che in vita l’avevano considerata una santa hanno pianto sinceramente la sua perdita. Anni dopo è stata nominata Serva di Dio, ed è in corso il suo processo di beatificazione.

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