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Il massacro dei Santi Innocenti è un fatto storico?

HOLY INNOCENTS

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Opus Dei - pubblicato il 28/12/21

Non ci sono quasi testimonianze documentali, ma atti simili di crudeltà commessi da Erode sono ben noti

Il massacro dei Santi Innocenti appartiene, come l’episodio della Stella dei Magi, al Vangelo dell’infanzia di San Matteo. I Magi avevano chiesto del Re dei Giudei (Mt 2,1), ed Erode, che si riteneva tale, aveva inventato uno stratagemma per scoprire chi potesse essere il possibile usurpatore del suo trono, chiedendo ai Magi di informarlo al loro ritorno.

Sapendo che i Magi erano tornati per un’altra strada, “si adirò moltissimo, e mandò a uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio dall’età di due anni in giù, secondo il tempo del quale si era esattamente informato dai Magi” (Mt 2,16).

Il passo che parla dei Santi Innocenti evoca altri episodi dell’Antico Testamento: anche il faraone aveva ordinato di uccidere tutti i neonati degli Ebrei, secondo il libro dell’Esodo, ma Mosè, colui che in seguito avrebbe liberato il popolo (Es 1,8-2,10), si è salvato. San Matteo dice anche che con il martirio di quei bambini si realizzava un oracolo di Geremia (Ger 31,15): il popolo di Israele veniva esiliato, ma il Signore lo avrebbe tratto fuori dall’esilio, e in un nuovo esodo lo avrebbe condotto alla terra promessa assicurandogli una nuova alleanza (Ger 31,31).

Il significato di questo passo sembra chiaro: i potenti possono tentare di tutto, ma non possono opporsi ai progetti di Dio per salvare gli uomini.

Il massacro dei Santi Innocenti è un fatto storico?

Passiamo a esaminare la storicità del martirio dei bambini innocenti, episodio di cui abbiamo notizia solo da San Matteo.

Nella logica della ricerca storica moderna, si dice che “Testis unus, testis nullus”, cioè che un’unica testimonianza non vale. È facile pensare che il massacro dei bambini a Betlemme, un villaggio con pochi abitanti, non sia stato numericamente molto consistente, e per questo non sia rimasto negli annali. Ciò che è certo è che la crudeltà manifestata da questo episodio si addice alle brutalità che Flavio Giuseppe racconta su Erode: soffocò il cognato Aristobulo quando questi si guadagnò una grande popolarità (Antichità Giudaiche, 15 e 54-56), assassinò il suocero Ircano II (15, & 174-178), un altro cognato, Costobarus (15 & 247-251), e la propria moglie Marianna (15, & 222-239). Nei suoi ultimi anni di vita, uccise anche due figli, Alessandro e Aristobulo (16 e 130-135), e cinque giorni prima della propria morte un altro figlio, Antipatro (17 e 145); ordinò infine che non appena fosse morto alcuni notabili del regno venissero giustiziati, perché il popolo della Giudea, volente o nolente, avesse motivo di piangere alla sua morte (17 e 173-175).

Bibliografia:

A. Puig, Jesús. Una biografía, Destino, Barcelona 2005
S. Muñoz Iglesias, Los evangelios de la infancia. IV, BAC, Madrid 1990
J. Danielou, Los evangelios de la infancia, Herder, Barcelona 1969.

Questo contributo è basato su un articolo di Vicente Balaguer nella serie “50 preguntas sobre Jesús”, pubblicata sul sito ufficiale dell’Opus Dei in Spagna.

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