Il governo induista congela la licenza che consente di ottenere finanziamenti dall'estero per sostenere la carità
Conti bancari congelati in India alle suore di Madre Teresa di Calcutta. Il governo indiano, guidato dal primo ministro nazionalista e induista Narendra Modi, non ha rinnovato la licenza che permette di ottenere finanziamenti esteri alle Missionarie della Carità. Si tratta della nota organizzazione cattolica fondata da Madre Teresa, in India, nel 1950.

Gli induisti accusano
Da tempo, scrive Il Post (28 dicembre), i nazionalisti induisti accusavano le Missionarie della Carità, tra le organizzazioni cattoliche più note al mondo, di utilizzare le proprie attività di beneficenza e assistenza ai poveri per convertirli al cristianesimo.
Il ministero dell’Interno indiano ha annunciato di non aver rinnovato la licenza il giorno di Natale. E ha sostenuto di aver osservato alcuni «elementi negativi» nella richiesta dell’organizzazione. Ma non ha fornito ulteriori dettagli.
Le Missionarie negano
Le Missionarie della Carità hanno negato di voler convertire le persone al cristianesimo. In un comunicato diffuso lunedì, hanno detto comunque che non useranno alcun conto su cui siano arrivati fondi dall’estero. Questo almeno «fino a quando la questione sarà risolta».
“Scioccante”
Una iniziativa definita «scioccante» da Mamata Banerjee, governatrice dello Stato del Bengala Occidentale di cui Calcutta, sede originaria della congregazione fondata da santa Madre Teresa, è capitale. «I 22mila dipendenti e ospiti dei centri gestiti dalle religiose sono senza cibo e medicine. Il rispetto della legge è fondamentale, ma l’impegno umanitario non deve essere compromesso», ha aggiunto la signora Banerjee. Il governo non ha chiarito, scrive Avvenire (28 dicembre), di quali leggi si tratti.
Due gravi episodi
Impossibile dire, spiega il quotidiano dei vescovi, se una decisione tanto drastica sia conseguenza di due gravi episodi. Il primo: l’inchiesta che ha portato il 14 dicembre alla condanna di una suora e una operatrice sociale. Erano state accusate nel 2018 di avere organizzato adozioni illegali di bambini ospitati dalle Missionarie della Carità a Vadodara, nello stato dello Jharkhand. Il secondo: l’incriminazione il 14 dicembre di una casa-famiglia di Ahmedabad, nello stato del Gujarat. Dove vi sarebbero state iniziative indirizzate alla conversione forzata delle giovani residenti.
Il precedente
Non è la prima volta che associazioni di volontariato perdono in India la licenza per ottenere fondi stranieri. Nel 2015 il governo del primo ministro Narendra Modi tolse la licenza a centinaia di Ong. Allora furono accusate di non aver presentato i bilanci annui. Lo scorso anno Amnesty International ha dovuto sospendere le operazioni India dopo che sono stati congelati i suoi conti. L’associazione ha definito quel gesto «una rappresaglia» per le sue critiche al governo. A distanza di sei anni, un altro grave episodio con il blocco dei finanziamenti alle Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta.