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“E tu, bambino”, come sarai chiamato?

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 23/12/21

Nessuno è solo un figlio, ma sempre quel figlio. Ogni uomo che nasce è nel piano di Dio qualcuno di insostituibile, di essenziale alla Storia che Lui vuole scrivere con ciascuno di noi.

Vangelo del 24 dicembre

Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo:
 «Benedetto il Signore Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
 e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
 come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore,  in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
 E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
 per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,
 grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra della morte

e dirigere i nostri passi sulla via della pace».

(Luca 1,67-79)

Il mutismo di cui Zaccaria era stato vittima a causa della sua incredulità viene guarito dalla nascita di suo figlio. Il trauma dell’annuncio gli toglie la parola; il trauma della nascita del figlio gliela ridona.

Tante volte nella vita siamo nella stessa posizione di Zaccaria. Molte cose che ci capitano ci tolgono le parole, i ragionamenti, le risposte. Siamo come paralizzati, incapaci di reagire. Possiamo solo attendere, aspettare che cambi qualcosa.

E prima o poi il Signore dispone le cose affinché ci conducano a ritrovare ciò che avevamo smarrito. Ritrovare la parola significa ritrovare un significato, una relazione significativa con noi stessi, con gli altri, con Dio.

Ritrovare la parola significa ritrovare appunto quella comunicazione che ci fa tornare ad essere anche in comunione. Zaccaria, come Maria, non si limita a cantare la propria gioia, ma intuisce che anche la sua piccola storia rientra in un progetto più alto, più grande. Quel figlio che è venuto al mondo non è un uomo qualunque.

Nessun figlio è un uomo qualunque, nessuna figlia è una donna qualunque. Essi sono sempre qualcosa di unico, di irripetibile: “e tu bambino sarai chiamato profeta dall’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati”.

Per tutta la vita Giovanni Battista eserciterà questa sua unicità. Lo percepiranno tutti un po’ “strano”, ma egli era solo se stesso. E quanta gente lo cercherà, perché è sempre attraente qualcuno che è fondamentalmente se stesso, senza altre ipocrisie. 

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