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I segreti del Natale in un convento di clausura

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Juan Sisto | Fundación DeClausura

Matilde Latorre - pubblicato il 22/12/21

La badessa del Real Monasterio de Santa Clara partecipa a una videoconferenza su com'è il Natale in un monastero di clausura


Come si celebra il Natale in un monastero di monache di clausura? Molti sono curiosi di saperlo, ma pochissimi sarebbero in grado di rispondere a questa domanda.

Suor Micaela, badessa del Real Monasterio de Santa Clara di Carrión de los Condes, nella provincia spagnola di Palencia, ha realizzato un gesto senza precedenti per condividere il modo in cui la sua comunità vive la celebrazione della nascita del Figlio di Dio.

82enne dallo spiccato senso dell’umorismo, la superiora ha aperto le porte del suo monastero alla Fundación DeClausuraper una videoconferenza con ottanta partecipanti interessati a conoscere di più e meglio come vivono queste donne che hanno consacrato la loro vita a Dio nella preghiera. L’incontro si può seguire su YouTube.

Momenti unici di preghiera per preparare il Natale

Nell’incontro, moderato dalla giornalista Blanca de Ugarte Blanco, la religiosa ha rivelato che in Avvento la comunità del monastero prepara il Natale con una tradizione molto particolare: quaranta Ave Maria, elevate dal 1° dicembre fino al giorno di Natale.

Ciò vuol dire un totale di mille Ave Maria e lodi alla Vergine per essere stata scelta come Madre di Dio.

A questa devozio e si aggiunge la recita delle Jornaditas, tradizione che inizia il 16 dicembre e si vive quotidianamente fino alla vigilia di Natale. Le monache ricordano le nove tappe della Vergine Maria da Nazaret a Betlemme.

È un atto di preghiera che la comunità vive nel coro. Nei primi giorni, le religiose vestono le statue di Maria e San Giuseppe con abiti poveri, ricordando il viaggio che hanno dovuto intraprendere per via del censimento.

Alla vigilia di Natale, gli sposi della Sacra Famiglia vengono vestiti con indumenti più belli per celebrare il momento dell’Incarnazione di Dio.

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Cosa si mangia a Natale in un monastero?

Suor Micaela ha risposto anche alla domanda più semplice ma senz’altro più comune: cosa si mette sulla tavola di Natale di un monastero di monache di clausura?

Nel caso delle Clarisse di Carrión de los Condes, ha risposto la superiora, vengono serviti piatti speciali, in base a quello che viene offerto per l’occasione dai benefattori del monastero.

Quest’anno, il Natale sarà ancor più speciale, ha affermato con un sorriso, perché ci sarà un agnello promesso da un benefattore.

“Grazie a Dio c’è molta gente che vuole donarci qualcosa, e a volte regalano l’agnello. Altre volte ci hanno regalato filetto, che è una cosa straordinaria, o per la vigilia del pesce… A volte donano orata o merluzzo, e li facciamo ripieni”, ha spiegato suor Micaela.

“Quella che non può mancare è la zuppa di mandorle”, ha aggiunto la superiora, promettendo di condividere la ricetta di questo piatto tipico della cucina monacale con i followers delle reti sociali della Fundación Declausura.

I doni

Il giorno dello scambio dei doni nella comunità è quello dell’Epifania, il 6 gennaio.

Quel giorno, ha spiegato suor Micaela, “la madre superiora, a nome della comunità, fa sempre dei regali alle monache”. Si tratta di cose necessarie: un paio di sandali, delle calze, sapone, dentifricio…

La comunità in generale riceve poi regali dai benefattori, come un ferro da stiro.

La mattina della festa dell’Epifania, dopo la Messa, le monache trovano i regali in refettorio, il luogo più idoneo per condividere la gioia.

Preparando gli 800 annni del presepe di San Francesco

La superiora ha invitato i partecipanti a visitare il monastero in qualsiasi periodo dell’anno per ammirarne la collezione di 1987 presepi provenienti da tutto il mondo.

Si tratta, ha spiegato, di un’iniziativa che cerca di rivivere l’eredità di San Francesco d’Assisi, di cui Santa Chiara, fondatrice delle Clarisse, è stata “collaboratrice”.

Suor Micaela ha anche rivelato che nel 2023 la sua comunità organizzerà qualcosa di eccezionale per celebrare l’800° anniversario del primo presepe organizzato dal santo di Assisi a Greccio.

L’idea di creare il museo dei presepi è stata proprio della superiore, “per aiutare le missioni” con le donazioni dei visitatori.

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Storia di un’anima

Suor Micaela è nata nel 1939 nella località galiziana di Ferrol. A 19 anni è stata ammessa nel convento di clausura delle Clarisse di Cantalapiedra, in cui è rimasta per 22 anni e ha emesso i voti semplici nel 1960. Nel 1963 ha professato i voti solenni.

Nel 1979 le è stato chiesto, insieme ad altre monache, di andare a rafforzare la comunità di Carrión de los Condes, e nel 1985 ha assunto l’incarico di badessa.

Da brava galiziana, spicca per il fatto di essere una grande sostenitrice del Cammino di Santiago, e ha ricevuto l’onorificenza dell’Enxebre Orde da Vieira

Il monastero, del resto, è un punto strategico del Cammino, e nella sua foresteria vengono ospitate ogni anno centinaia di pellegrini.

Pellegrina in terre guadalupane

La comunità di Clarisse di suor Micaela è composta da 12 monache di clausura, con età compresa tra i 22 e gli 89 anni. Le più giovani sono messicane, la più anziana è spagnola.

Nella videoconferenza, suor Micaela ha spiegato che a causa della mancanza di vocazioni in Spagna 16 anni fa è andata in Messico a cercare religiose con l’aiuto dell’allora vescovo monsignor Rafael Palmero. 

Le religiose messicane arrivano in questa comunità per aiutare, ma non tutte si impegnano a rimanere. Per questo, non sorprende che all’interno della clausura si trovino molte immagini della Madonna di Guadalupe, come anche il fatto che nell’orto del monastero si coltivino peperoni.

Vita quotidiana

La vita nel convento si riassume nell’“Ora et labora”. Le religiose svolgono vari compiti: sagrestana, cronista, incaricata dell’officina, cuoca, portiera, organista…

La vita in un convento è scandita in modo millimetrico, per cui l’ufficio dell’addetta alla campana è molto importante, perché ci sono rintocchi per la preghiera e per il lavoro.

Suor Micaela ha spiegato che San Paolo lo diceva già chiaramente: “Chi non lavora non mangi”. E mantenere un convento come questo, del XIII secolo, richiede molto lavoro.

La superiora ha svolto vari incarichi: è stata al telaio, ha curato le mucche per 13 anni e ha perfino guidato un trattore.

Il video dell’incontro organizzato dallaFundación DeClausura con suor Micaela si può vedere qui:

La Fondazione organizzerà il prossimo Encuentro en torno al claustro (Incontro intorno al chiostro) il 19 gennaio sul tema Disfrutar de la visita a un monasterio. Siete ideas prácticas (Godersi la visita di un monastero. Sette idee pratiche).

Interverrà l’architetto e fotografo Ignacio Sánchez Zárate, esperto di architettura cistercense e ideatore di cister.org.

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