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Secondo don Epicoco, una persona depressa può trovare rifugio nella fede

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Youtube | sangabrieledol

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 22/12/21

Ci sono dei momenti della nostra vita, sopratutto quelli segnati da angoscia e depressione, in cui possiamo riscoprire l’intimità con il Signore

Gesù è la nostra forza, andargli incontro ci può aiutare ad uscire dalla depressione, dall’angoscia: lo sostiene Don Luigi Epicoco nel suo libro  “Marta, Maria e Lazzaro” (Tau editrice).  

Una persona che ha la depressione, premette Don Epicoco, solitamente non vuole vedere nessuno, non incontrare nessuno, né vuole uscire, svegliarsi, non vuole fare delle scelte. Si chiude come a voler trovare un modo per proteggersi dall’esterno.

Il buco nero che ci divora

Nella nostra interiorità, prosegue il sacerdote teologo, c’è la possibilità della luce di Dio, anche nell’esperienza di angoscia, come esperienza dell’io che ripiegato su sé stesso è un buco nero che ci divora. Occorre stare attenti anche nella nostra capacità di interiorità perchè delle volte può diventare la radice di ciò che ci blocca. 

DEPRESSION

Le persone che rischiano di più

La maggior parte di noi forse ha fatto esperienza di che cosa significhi passare per periodi depressivi. La depressione attecchisce di più sulle persone che hanno una grande interiorità perchè delle volte per uscire dalle sabbie mobili della depressione, bisogna essere più superficiali, farsi scivolare addosso questioni che normalmente per noi diventano così serie da non farci andare avanti. 

La depressione di Maria

Nella storia di Marta, Maria e Lazzaro narrata nel Vangelo, Maria è giù di morale per la malattia del fratello Lazzaro che lo sta portando alla morte. Quando incontrano Gesù, mentre Marta è indaffarata nei servizi di casa, Maria è in uno stato di angoscia. 

La speranza

Che cosa è che salva dalla depressione Maria? Marta, evidenzia Don Luigi Epicoco. E’ lei che manda a chiamare alla sorella. “E’ venuto il Signore”. Allora finalmente Maria, che non era andata incontro al Signore, sentendosi chiamata esce da casa. Esce dall’ipnosi della sua paranoia e va incontro al Signore. Anche lei, finalmente, lo prega con sincerità: “Se tu fiossi stato qui”. 

PRAY

L’interiorità ci fa uscire dalla “trappola” dell’angoscia

Maria salva la situazione nel momento di maggiore difficoltà e permette alla sorella di non affogare nell’angoscia della depressione. La grande interiorità di Maria può diventare la radice di ciò che la intrappola davanti ad una difficoltà seria, davanti ad un dolore serio. 

Con Gesù torniamo protagonisti

L’incontro con Cristo significa passare dal subire al protagonismo, da qualcosa che ti fa subire a qualcosa che ti rende protagonista. E’ troppo poco vivere subendo. Dobbiamo imparare a scegliere fino al punto da diventare i veri protagonisti.  

Maria è il probabilmente il fulcro di questa scena evangelica. Una persona contemplativa, interiore, capace di ascolto come Maria, è più portata all’intimità, incapace di gesti esteriori, eclatanti.

Preghiera e intimità 

Per lei il rapporto con Cristo è una questione molto interiore, intima. Ed è proprio vero: ci sono dei momenti della nostra vita, sopratutto quelli segnati da angoscia e depressione, in cui abbiamo proprio bisogno di intimità con il Signore. La nostra preghiera, ad esempio, è una vita di profonda intimità cn Lui. 

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