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Spagna: il Papa chiede di indagare su 251 chierici accusati di abusi

SPÁIN

Shutterstock | El Pais

Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 21/12/21

"El País" ha consegnato la sua indagine sugli abusi nelle mani di Papa Francesco. I risultati sono attesi entro tre mesi. Il numero totale delle vittime sarebbe 1.237, ma potrebbe aumentare molto

Papa Francesco ha sempre insistito nella sua attenzione e vicinanza alle vittime di abuso, con parole, preghiera e molti gesti, ha dichiarato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede in un messaggio ai media questo 20 dicembre, esprimendo la posizione del Vaticano anche alla luce della notizia pubblicata il giorno prima dal quotidiano spagnolo El País.

La Chiesa cattolica ha aperto un’ampia indagine, senza precedenti in Spagna, su 251 membri del clero e alcuni laici di istituzioni religiose accusati di abusi nei confronti dei minori.

Il quotidiano ha elaborato un rapporto di 385 pagine sui presunti abusi dopo un’indagine di tre anni firmata da tre giornalisti: Iñigo Domínguez, Julio Núñez e Daniel Verdú.

Verdú, corrispondente di El País da Roma, ha consegnato a Papa Francesco il “libro dell’orrore” che ha redatto sugli abusi avvenuti in Spagna ad opera di chierici e laici al servizio della Chiesa durante il volo che portava il Pontefice in visita a Cipro e Grecia il 2 dicembre scorso.

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La settimana successiva, il testo è stato inviato alla Congregazione per la Dottrina della Fede, l’organismo della Curia romana che si occupa delle indagini sulla pederastia in tutto il mondo cattolico, diretta dal cardinale spagnolo Luis Francisco Ladaria Ferrer S.J..

El País ha consegnato lo studio anche al presidente della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE), il cardinale Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona, che lo ha trasmesso al tribunale ecclesiastico di Barcellona perché iniziasse l’indagine, a cui partecipano 31 ordini religiosi e altrettante diocesi. La lista degli accusati, menzionati solo con iniziali e istituto, si può consultare online.

Abusi

Il caso più antico del rapporto risale al 1943, il più recente al 2018. Si tratta di casi non pubblicati, tranne 13 che erano già stati diffusi, inclusi perché sono emerse nuove denunce contro i rappresentanti ecclesiastici in questione.

Se i 251 casi si sommano a quelli già noti finora, in base ai resoconti del quotidiano spagnolo e a seguito della mancanza di dati ufficiali della Chiesa o delle autorità, la cifra totale potrebbe arrivare almeno a 602 episodi, ciascuno riferito a un accusato diverso, e a 1.237 vittime dagli anni Trenta del secolo scorso.

In ogni caso, indicano gli esperti, è stato utilizzato il criterio più rigido per calcolare il numero delle vittime: solo testimonianze dirette di persone coinvolte e testimoni.

La maggior parte delle storie parla di pedofili che hanno abusato di decine di bambini e di comportamenti che erano già noti ma non sono mai stati rivelati.

Vescovi

Finora, la Conferenza Episcopale Spagnola ha dichiarato di non sapere quanti casi di abusi si siano verificati in Spagna, anche se sostiene che siano “molto pochi”.

Il Segretario Generale dei vescovi spagnoli, monsignor Luis Argüello, ha sottolineato un mese fa che si era favorevoli alla “conoscenza caso per caso delle situazioni di abuso”, per far sì che non si ripetano, ma non a compiere un’indagine di “carattere sociologico o statistico”.

La Conferenza Episcopale chiede alle vittime di rivolgersi ai suoi uffici di assistenza, aperti da un anno, e dice che finora non è stata registrata quasi alcuna denuncia.

Denunce

Al contrario, El País informa di aver già ricevuto più di 600 messaggi sull’indirizzo di posta elettronica per queste denunce aperto tre anni fa.

Il quotidiano spiega che molti di questi casi sono già stati pubblicati, e che altri 251 sono stati inclusi nel rapporto, mentre su altri si sta ancora indagando.

Una volta reso noto il procedimento, Papa Francesco e il cardinal Omella e ora il Vaticano, come accade quando le denunce sono molto numerose e non riguardano un ordine, una diocesi o un abusatore concreto, supervisioneranno attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede tutto il processo svolto dalla Conferenza Episcopale. 

I risultati dovrebbero arrivare in un arco di tempo non superiore ai tre mesi.

El País rende anche noto che il 77% dei casi si riferisce a ordini religiosi che non sono sotto l’autorità dei vescovi.

Reazione

In relazione alla notizia pubblicata da El País, la CEE ha segnalato che i vescovi ritengono che “tutte le iniziative di istituzioni e media che aiutino a porre fine alla piaga degli abusi sessuali commessi contro minori o persone vulnerabili nella Chiesa o nella società sono, in principio, una buona collaborazione”.

La CEE, tuttavia, respinge sottilmente il rapporto che Papa Francesco ha consegnato alla Congregazione per la Dottrina della Fede prodotto dell’indagine giornalistica triennale.

“Sarebbe auspicabile che le accuse raccolte dal rapporto avessero un maggior rigore, visto che il loro contenuto, dal carattere molto diverso, rende difficile trarre conclusioni che possano servire a una possibile indagine, in particolare quando mancano i nomi degli accusati o gli anni in cui si sono verificati gli abusi o ci si riferisce a persone ormai defunte”.

I vescovi francesi, dal canto loro, hanno istituito una commissione indipendente di indagine e oggi si sentono sostenuti da Papa Francesco dopo la crisi degli abusi nella loro ricerca di trasparenza.

Con la reazione alla notizia di El País, la CEE si è messa sulla difensiva più che in “ascolto” come chiede il Papa.

I vescovi spagnoli, in visita ad limina a dicembre e gennaio, sollecitano la consegna del rapporto “anche agli uffici per la protezione dei minori e la prevenzione degli abusi che si trovano nelle diocesi e nelle congregazioni religiose, per poter compiere le indagini necessarie in funzione delle informazioni ricevute”.

Il comunicato della CEE chiede maggior rigore nelle informazioni, ma dall’altro lato insiste sul fatto che si debba arrivare alle istituzioni antiabusi (70 centri) che hanno iniziato il proprio lavoro più di un anno fa.

La Conferenza Episcopale Spagnola indica che “la Chiesa insiste sull’importanza di denunciare gli abusi, ed esorta tutte le vittime a presentare le proprie denunce nelle istituzioni giuridiche, canoniche o sociali che si adeguino meglio alla loro volontà”.

Carmen Labayen, giornalista della catena COPE, ha pubblicato un articolo in cui difende un decennio di lavoro “in modo sistematico” per prevenire e affrontare le denunce da parte della Chiesa in Spagna.

Dei “228.000 casi di abusi sessuali sui minori su cui ha indagato la Procura” nel Paese iberico negli ultimi vent’anni, “220 si sono verificati all’interno della Chiesa. In questi due decenni, 32.000 sacerdoti sono stati in attività” (20.12.2021). 

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