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Ladri restituiscono la statuetta di San Giuseppe: “Siamo pentiti”

NATIVITY, CHRISTMAS, MESSAGE

marcociannarel | Shutterstock -Assessorato al Turismo, Commercio, Artigianato e Tutela Animali Pavia | Facebook

Annalisa Teggi - pubblicato il 16/12/21

E' stato definito "il piccolo miracolo di Natale". Con un biglietto di scuse scritte a mano i ladri hanno restituito il maltolto.
(O forse San Giuseppe è andato a cercare le mani più inadeguate che lo rimettessero nel presepe con la consapevolezza che lì non c'è solo una decorazione?).

Piccolo miracolo di Natale

Lo scorso venerdì, 10 dicembre, si era verificato un fatto molto spiacevole a Pavia.

Dei ladri avevano rubato la statua raffigurante San Giuseppe dal presepe pubblico, allestito dal Comune assieme alla Curia sui resti della Torre civica. Inoltre qualcuno aveva danneggiato la statua di un Re Magio, buttandola nella vasca d’acqua presente all’interno dei resti della Torre.

Nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15 la statua di San Giuseppe è ricomparsa nel presepe, gli autori del furto sono tornati sui loro passi. E se già la restituzione è un gesto di clamoroso ravvedimento, ancora di più lo è il fatto che i ladri abbiano scritto a mano un biglietto di scuse. Si legge:

Siamo molto pentiti per l’accaduto, non voleva essere un gesto blasfemo ma una ragazzata in un momento di annebbiamento della ragione – scrivono gli anonimi -. Non sappiamo nulla delle altre statuine danneggiate ma speriamo di poter rimediare almeno a ciò che è di nostra responsabilità. Ci scusiamo, buon Natale.

La foto del biglietto è stata diffusa su Facebook da Roberta Marcone, assessore al Turismo e Commercio, che l’ha accompagnata con queste parole:

Si può sempre tornare sui propri passi e rimediare ad un errore. Questo è l’insegnamento più importante che ci arriva in questo Natale.

Tornare è proprio il verbo giusto, riferito al presepe. Non è meccanico allestirlo ogni Natale, non è neppure rituale. Bisogna davvero rimettersi sulla strada che ci fa tornare a Betlemme. E’ bellissimo pensare – mi sia concesso uno sguardo paradossale – che San Giuseppe sia andato in missione per qualche giorno, desideroso di trovare le mani giuste (quelle apparentemente più inadeguate) che lo rimettessero nel presepe con la consapevolezza che lì non c’è solo una decorazione.

Il sindaco di Pavia, Fabrizio Fracassi, ha parlato di ‘piccolo miracolo di Natale’. Si può anche alzare la posta in gioco: è un enorme miracolo quando un uomo si pente, ancora più grande per il fatto di scriverlo nero su bianco. E’ una grande benedizione per tutti ascoltare un pentimento pubblico. Fa del bene, letteralmente.

Il furto aveva, poi, una rilevanza particolare nel caso di Pavia:

Un gesto che ha un significato particolare:il presepe realizzato dal Comune di Pavia con la collaborazione della Cattedrale è posto, infatti, su uno dei monconi della Torre Civica, monumento che crollò improvvisamente il 17 marzo del 1989 facendo quattro vittime; una ferita che la città conserva nel cuore.

Da Avvenire

Più rapimento che furto

Di mattina, ogni tanto, mio figlio mi chiede di quale notizia mi occuperò durante la giornata. Quando gli ho raccontato del fatto di cui sto scrivendo, lui prontamente ha replicato: “Non si tratta di un furto, ma di un rapimento”.

Effettivamente. A pensarla così c’è un grosso guadagno di sguardo. Per 4 giorni la Sacra Famiglia è stata orfana del padre, allontanato forzatamente. Mi chiedo cosa abbiano provato le persone che hanno guardato quel presepe senza San Giuseppe. E dire che tante e tante volte ci siamo sentiti dire che Giuseppe è una figura silenziosa, che sta in disparte. Ma questo non vuol dire che è marginale o che se ne può fare a meno. Lui è l’essenzialità invisibile del puro servizio dell’amore.

Senza di lui Maria e Gesù sono orfani di una protezione e custodia che non si può immaginare.

NATIVITY, CHRISTMAS

Per questo mi chiedo che impressione abbia fatto a chi ha visto il presepe di Pavia ‘monco’ della presenza di Giuseppe. Quel vuoto lì che cosa ha suscitato?

E il suo ritorno?

La statuetta non è stata rimpiazzata subito, non se ne trovava facilmente una identica. Ed è stato un assist provvidenziale, a ben vedere. E’ stata come un’attesa inconsapevole del ravvedimento. E il parroco del Duomo di Pavia, Gian Pietro Maggi, ha commentato il lieto fine dicendo:

“Mi piace pensare che il Serafino di luce che è stato acceso sulla facciata del Duomo nei giorni scorsi abbia compiuto un piccolo segno di spirito in chi ha scelto di restituire ciò che aveva portato via”.

Da Avvenire

Sì, una luce è arrivata nella notte. Guarda caso. La notte è il tempo in cui Giuseppe dorme e si abbandona al volere di Dio che gli parla in sogno. Anche i ladri si sono abbandonati a una voce diversa da quella che li aveva mossi a sottrarre. Si sono presi una bella responsabilità, ora. Hanno chiaramente espresso una preferenza per questo falegname di Galilea. Volevano rubarlo, ma il Cielo ribalta in fretta la prospettiva: volevano la sua protezione, questa è la verità. E adesso dovranno fare i conti con i doni gratuiti che sicuramente arriveranno, quando ci si aggrappa a uno come Giuseppe.

Ad ogni nuovo Natale dobbiamo sorbirci la solita tiritera di chi vuole togliere i simboli cristiani a questa festa. La cronaca ci aiuta, in questo caso, a porre la questione in termini più autentici: se quelle figure mancano, quel vuoto di sente. E se è la mano sporca a rimettere al suo posto la statua del presepe, il bersaglio è centrato. Non abbiamo bisogno di addobbi, canzoncine e dolci che coprano malamente e provvisoriamente le nostre anime sghembe e zoppe.

Abbiamo proprio bisogno di una Famiglia Santa che sciolga il nostro ghiaccio interiore con la sua compagnia.

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