È un messaggio sconvolgente quello che diversi leader religiosi etiopi, membri del Consiglio Interreligioso della Diaspora del Trigré (TDIRC), hanno inviato pochi giorni fa a papa Francesco:
Secondo loro gli scontri attualmente in corso nella regione del Tigré assumono la fattispecie di un “genocidio” contro le etnie locali.
La popolazione è sottoposta
Questa dichiarazione è stata inviata anche al nunzio apostolico in Etiopia, alla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, alla Conferenza Episcopale di Etiopia, alla Segreteria di Stato vaticana e alla Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea.
Tredici mesi di guerra
Papa Francesco ha già esternato a più riprese la propria inquietudine quanto all’evoluzione dello scenario bellico nel Paese:
Che cosa accade, di preciso, nel Tigré? Era il novembre 2020 quando in Etiopia è scoppiata la guerra dopo che il Premier Abiy Ahmed ha inviato l’esercito nella regione del Tigré per destituirvi le autorità locali, espresse dal TPLF, che sfidavano la sua autorità e che egli accusava di aver attaccato le basi militari. In quasi tredici mesi la guerra ha fatto svariate migliaia di morti, più di due milioni di sfollati e centinaia di migliaia di poveri sull’orlo della miseria e della carestia (stando all’ONU). Secondo l’Organizzazione internazionale, 9,4 milioni di persone sarebbero dunque «in bisogno critico di assistenza alimentare».
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]