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Siepe, paesaggio, catacombe: 6 sorprendenti curiosità sul presepe

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Di Annamaria Zappatore|Shutterstock

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 15/12/21

Sapevate ad esempio, che l’accademia della Crusca si è pronunciata sulla terminologia: si dice presepe o presepio? La prima è la forma corrente più fedele alla radice latina, la seconda è una forma più aulica

Sei curiosità sul presepe (o presepio) che probabilmente non conoscete e vi sorprenderanno. Le riportano Francesco Ferro e Marcello Stanzione nel libro Festeggiando il Natale” (edizioni Segno).

1) Conoscete il significato della parola “presepe”?

La parola presepe deriva dal latino “pre” (=prima) “saepe” (=siepe), “prima della siepe”. Il termine sembra quasi far presagire una separazione: quella che delinea la scena della natività rispetto a chi la contempla. 

2) Si dice “presepe” o “presepio”?

Una volta appreso il significato, qual è la pronuncia giusta. L’accademia della Crusca si è espressa sulla terminologia: si dice presepe o presepio? La prima è la forma corrente più fedele alla radice latina, la seconda è una forma più aulica. Potrebbe esserci questa distinzione: presepe indicherebbe il paesaggio. Mentre presepio indicherebbe il vero e proprio oggetto, il manufatto, che inscena la natività. Ma a livello terminologico entrambe le parole, oggi, indicano la stessa cosa.

3) Quando inizia la storia del presepe?

La storia del presepio inizia con la citazione dal vangelo di Luca che offre l’indizio originale del luogo dove Maria diede alla luce il Figlio. Quindi segue l’annunzio per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re. Da notare che non viene citata alcuna presenza di animali, come sottolineò anche Benedetto XVI, nel suo libro L’infanzia di Gesù. Questo avvenimento così familiare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo, dall’altro li sollecita a sottolineare gli aspetti trascendenti quali la divinità dell’infante e la verginità di Maria. 

Così si spiegano parietali del III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e l’adorazione dei magi, ai quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. 

4) Quale è la raffigurazione più antica della Madonna con il bambinello?

La raffigurazione più antica della Madonna col bambino è stata realizzata da un ignoto del III secolo nelle catacombe di Priscilla sulla via Salaria a Roma. A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell’arte religiosa. E in questa produzione spiccano per valore artistico, la natività e l’adorazione dei magi del dittico a cinque parti in avorio e pietre preziose del V secolo che si ammira nel Duomo di Milano. E ancora, i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e a Roma quello delle Basiliche di S. Maria in Trastevere.

5) Qual è il presepe più antico del mondo?

Il presepe più antico del mondo è presumibilmente formato dalle statue conservate nella Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. Tradizione vuole che già sotto il pontificato di Sisto III (432-440) in questa, che è la più antica ed eminente chiesa mariana del mondo, ci fosse una “grotta della Natività” (Sancta Maria ad praesepem), atta a suscitare nei pellegrini giunti a Roma gli stessi sentimenti di devozione che si proverebbero a Betlemme. Commissionate da papa Niccolò IV ad Arnolfo di Cambio che le scolpì in pietra nel 1288, le statue di Santa Maria Maggiore sono pressappoco coetanee alle lignee, scolpite a tutto tondo, della Basilica di Santo Stefano di Bologna, successivamente colorate.

6) Perchè il Medioevo è “decisivo” per il presepe?

Oltre che alla illustrazione di queste primitive immagini sacre, il presepe affonda i suoi primordi dalle antiche rappresentazioni liturgiche medievali. Come è ben noto, la più decisiva di queste fu imbastita da San Francesco d’Assisi che, con l’approvazione di papa Onorio III (regnante dal 1216 al 1227), inventò a Greccio (Rieti) nel 1223 la prima rappresentazione vivente della Natività narrata nelle Fonti Francescane, al capitolo XXX.

[nn. 84-86]. Il Santo Poverello fu ispirato a rappresentare in modo plastico questo Mistero, dal suo viaggio in Terra Santa da cui fece ritorno dalle crociate qualche anno prima, trovando forse qualche analogia tra Betlemme e Greccio.

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