La decisione di Mark Zuckerberg di cambiare il nome del famoso social network in “Meta” non è legata solo al naming e a un’operazione di rebranding orientato a realtà virtuale e aumentata, ma anche alle nuove tecnologie: “Qualcuno dirà che non è il momento giusto per parlare di futuro” ha dichiarato il fondatore di Facebook riferendosi agli scandali che hanno colpito la compagnia negli ultimi tempi. “Ma siamo un’azienda che costruisce tecnologie per connettere le persone, e insieme possiamo sbloccare un’economia creatrice molto più grande, per riflettere su chi siamo e cosa speriamo di realizzare. Ora come ora, il nostro brand è strettamente legato ad un singolo prodotto, ma col tempo spero che saremo visti come un’azienda del metaverso”.
Che cos’è il Metaverso
Una realtà virtuale condivisa tramite internet, in cui si è rappresentati in tre dimensioni grazie al proprio avatar. A quanto pare, dunque, l’obiettivo di Zuckerberg (con Facebook, Instagram, Messenger, Quest VR e la piattaforma Horizon VR) è non solo quello di connettere le persone, ma anche quello di creare un vero ecosistema capace di far nascere un metaverso “con un nuovo nome che rifletta l’ampiezza di quello che facciamo”, come da lui affermato.
Ma che cosa si intende davvero con “metaverso”? Una piattaforma ancora più immersiva, un nuovo Internet incarnato in cui si abbia la sensazione di essere veramente presenti in un’altra realtà, in cui, da remoto, si possa “realmente” stare insieme ad amici e familiari, lavorare, imparare, giocare, fare acquisti, creare e fare esperienze completamente nuove, arrivando a essere “teletrasportati istantaneamente, come ologramma, per essere in ufficio senza fare il pendolare, a un concerto con gli amici, o nel salotto dei genitori”.
Futuro, illusioni e mondo reale
Al di là di futuristiche previsioni (o visioni), nel concreto, il metaverso sarà costruito da sviluppatori che realizzeranno nuove esperienze e prodotti digitali in un’economia creativa molto più grande di quella vincolata dalle piattaforme di oggi: Zuckerberg prevede di creare diecimila posti di lavoro in Europa nei prossimi cinque anni.
Nel 2021, la colonizzazione dei dati social di Facebook ha eclissato Internet per come lo conosciamo, e le sue ambizioni pretendono ora la creazione di una nuova realtà dove dati intimi sui nostri comportamenti sociali e azioni fisiche possono essere raccolti e sfruttati per profitto. Che cosa significa? Zuckerberg vuole costruire ambienti virtuali dove ogni azione umana possa essere registrata, predetta e monetizzata. Sembra che non ci sia un modo di fermare i suoi piani per estrarre dati da ogni interazione umana per poi monetizzarli. Basti pensare che la metamorfosi del colosso social arriva proprio quando la società si trova sotto processo mediatico per il ruolo che ha avuto nel diffondere disinformazione e violenza.
Come il Metaverso monetizzerà ogni nostra azione
Possiamo ipotizzare che Meta avrà gli stessi algoritmi predittivi del suo predecessore. Saranno raccolti dati sui comportamenti umani, che verranno usati per costruire profili utenti e assegnare in modo automatico priorità ai contenuti con cui è più probabile che interagiranno. La società di Zuckerberg è stata pioniera dell’arte della raccolta dati e dell’utilizzo degli stessi per catturare tramite algoritmi la nostra attenzione e trarre profitti a prescindere dal costo sociale di tutta l’operazione. Questo tipo di manipolazione algoritmica è il nucleo fondante del modello di business di Facebook e di tante altre app e piattaforme social.
In altre parole, Meta rappresenta un enorme investimento nella stessa manipolazione algoritmica per cui Facebook è stato oggetto di infinite critiche. Ma nonostante la società si stia concentrando su una campagna immagine per vendere la sua nuova visione, a dispetto del cambio di nome, abbiamo già capito che Meta rimane Facebook più che mai.