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Cos’è un atto impuro?

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Shutterstock | David Pereiras

Catholic Link - pubblicato il 13/12/21

Se non lo sapete con chiarezza, ecco la spiegazione

di Daniel Torres Cox

Cos’è un atto impuro? Sia il sesto che il nono comandamento si riferiscono ad atti impuri.

Il sesto comandamento parla di non commettere atti impuri, mentre il nono di non permettere pensieri o desideri impuri.

Di fronte a questo, è valido chiedersi cosa sia un atto, un pensiero, un desiderio o uno sguardo impuro.

Una norma inscritta nel cuore

In genere ammettiamo come atti o desideri impuri comportamenti come avere rapporti sessuali prima del matrimonio, ricorrere alla masturbazione, visionare materiale pornografico o in generale compiere qualsiasi atto contro la castità.

Perché questi comportamenti sono impuri? Perché fare queste cose è sbagliato? Per rispondere a queste domande, è importante ricordare che come cristiani riconosciamo che i 10 comandamenti stabiliscono norme di ordine naturale.

Ciò significa che non creano divieti stabiliti arbitrariamente da Dio, ma ci rivelano inclinazioni insite nella nostra natura, che possiamo conoscere e formulare usando la ragione.

Un cammino di sviluppo e perfezione

Partendo da quanto detto, possiamo vedere che gli atti proibiti dai 10 comandamenti, come uccidere, rubare o mentire, sono comportamenti che siamo chiamati a evitare non solo perché siamo cristiani, ma soprattutto perché siamo umani.

In effetti, realizzare uno qualsiasi di questi atti ci corrompe come esseri umani, danneggiando la nostra natura.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, i 10 comandamenti non violano la nostra natura, ma ci rivelano una vita di sviluppo e perfezione già inscritta nel nostro cuore.

Si tratta di un cammino che risponde alle nostre inclinazioni più profonde in quanto esseri umani. Al cuore di tutto c’è il desiderio che la nostra vita, libertà e integrità vengano rispettate, e qualsiasi atto le violi ci fa ribellare interiormente.

Trasponendo questa idea nell’ambito del sesto e nono comandamento, eivtare atti impuri, in ultima istanza, ci perfeziona nell’ambito della sessualità.

Al contrario, commetterli danneggia la nostra natura e ci impedisce di fiorire come esseri umani in questo ambito.

Ma cosa fa sì che un atto sia impuro?

Possiamo provare a rispondere a questa domanda partendo dal pensiero di San Giovanni Paolo II. Per lui, è impossibile parlare della pienezza dell’essere umano senza far riferimento alla vocazione di ogni persona all’amore.

Ogni essere umano è stato creato per amare, ovvero trova la sua pienezza donandosi, facendosi dono per gli altri.

Questa considerazione è di grande rilevanza nell’ambito della sessualità, e ci aiuta a comprendere il senso della purezza.

Visto che un atto impuro è un atto che danneggia l’essere umano nell’ambito della sessualità, e che questa è ordinata all’amore, possiamo dire che un atto puro è un atto ordinato all’amore, e che un atto impuro è un atto contrario all’amore.

È importante notare che qui parliamo di amore non come sentimento o pulsione, ma come decisione: la decisione di cercare il bene e il meglio per l’altra persona.

Nell’ambito delle relazioni interpersonali, San Giovanni Paolo II ci ricorda che l’opposto di amare è usare.

Amare vs. usare

Perché amare è l’opposto di usare? Quando si ama, si cerca il bene dell’altra persona. Quando si usa, si cerca il proprio bene, a costo dell’altra persona.

Quando si ama, l’altra persona viene vista come un fine: la si ama per quello che è, non per ottenere qualcosa in più. Quando si usa, invece, l’altra persona viene vista come un mezzo: la si ama per ottenere altro.

Quando si ama, l’altra persona è un soggetto, un “qualcuno” da amare. Quando si usa, l’altra persona è un oggetto, un “qualcosa” da usare.

Partendo da questo, si può vedere che amare e usare sono atteggiamenti del tutto incompatibili: non si può amare e usare la persona allo stesso tempo.

Visto che un atto è impuro quando si oppone all’amore, possiamo dire che un atto impuro è quello che esprime un atteggiamento di uso nei confronti dell’altra persona.

Cos’hanno in comune un rapporto sessuale occasionale, un pensiero impuro e il fatto di visionare materiale pornografico?

In tutti i casi, prevale un atteggiamento di uso dell’altra persona, in cui questa diventa un oggetto – un oggetto di piacere.

Ogni essere umano è stato creato per amare, e diventa pieno nella misura in cui nelle sue relazioni con gli altri prevale un atteggiamento d’amore.

Quando si capisce questo, si può prendere coscienza di come usando gli altri – andando contro la propria inclinazione naturale ad amarli – si danneggia innanzitutto se stessi.

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Il nostro autore ha anche un blog, www.amafuerte.com, in cui potrete trovare altri contenuti su questo tema.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

Tags:
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