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Il diavolo lo attacca, l’angelo custode lo abbandona: la solitudine di Padre Pio

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/12/21
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Le testimonianze delle persone a lui vicine raccontano la delusione del frate con le stigmate

Il maligno appare a Padre Pio, come abbiamo visto sotto diverse sembianze, inclusa quella del suo angelo custode. Ne parla Marcello Stanzione nel libro “San Padre Pio e gli spiriti celesti” (edizioni Mimep Docete).

Padre Pio, come riportano alcuni testimoni, scoprì sempre l’inganno. E pronunciando le parole “Viva Gesù”, lo spirito del male si allontanava immediatamente.

Custode “non rapido”

L’angelo custode di Padre Pio, nonostante appartenesse all’esercito dei messaggeri celesti, spiega Padre Alessio Parente (cappuccino e stretto collaboratore del frate con le stigmate), a volte non era abbastanza veloce, quando soprattutto il padre necessitava della sua presenza.

PADRE PIO

Le azioni del maligno su Padre Pio

Infatti, il frate con le stigmate, scrive a Padre Agostino da San Marco in Lamis (suo direttore spirituale): «Non vi dico poi in che modo mi vanno percuotendo quei disgraziati. Certe volte mi sento presso morire. Sabato mi sembrò che mi volessero proprio finire, non sapevo più quale santo votarmi. Mi rivolgo al mio angelo e dopo essersi fatto aspettare per un pezzo eccolo in fine aleggiarmi intorno e con la sua angelica voce cantava inni alla divina maestà».

Il momento era serio, perché le condizioni di Padre Pio erano penose, completamente in balia di quei personaggi d’inferno, solo con la sua incrollabile volontà di fedeltà al Signore.

Trascurato dal suo angiolino

La sua solitudine commenta Padre Alessio Parente, è resa amara dal fatto che l’amico, il compagno della sua infanzia, l’angelo che lo ha in custodia, è lontano, sordo ad ogni invocazione di aiuto. Quando si fa presente sembra trascurare completamente il malcapitato amico, impegnato nel canto di lode al Signore.

Furono, dunque, inevitabili l’accorato lamento, il severo ammonimento, la sgridata e il tentativo di castigo. Non doveva essere stata quella la prima volta che si verificava una scenata simile. 

La “scenata”

Infatti, Padre Pio nella lettera citata, continuando il racconto della nottata, parla di “solite” scenate.

«Successe una di quelle solite scenate. Lo sgridai aspramente di essersi fatto così lungamente aspettare, mentre io non avevo mancato di chiamarlo in mio soccorso. Per castigarlo non volevo guardarlo in viso, volevo allontanarmi, volevo sfuggirlo. Ma egli poverino mi raggiunse quasi piangendo, mi acciuffa, finché sollevato lo sguardo, lo fissai in volto e lo trovai tutto spiacente».

Le parole dell’angelo custode

Ed ecco le parole dell’angelo custode:

La gratitudine

Dopo queste bellissime parole Padre Pio non poté più rispondere all’angelo custode. E concludendo la lettera, aggiunge, confessando a Padre Agostino quasi come una colpa il suo lamento iniziale: