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Due suggerimenti per iniziare a eliminare la sofferenza

ZMIANA MYŚLENIA

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Guillermo Dellamary - pubblicato il 05/12/21

Per molte persone soffrire sembra inevitabile, e finiscono per abituarsi al fatto che la vita sia così e che faccia parte della nostra condizione umana

Alcune persone credono che soffrire in modo indefinito sia inevitabile. Arrivano a sentirsi impotenti e a perdere ogni tipo di speranza. Al massimo possono arrivare a sperare che la “sorte” o la Provvidenza realizzi un miracolo e la loro vita cambi ottenendo risorse, più comfort e opportunità per smettere di soffrire. Sperano quindi che le soluzioni vengano dall’esterno.

Arrivano ad avere la convinzione fatalista per cui siamo molto limitati, e senza la capacità di far cambiare il corso della nostra vita. Diventano vittime passive di un destino che pensano sia loro toccato di vivere.

La vita è così?

Queste persone arrivano ad adattarsi al fatto che la vita è così, che non hanno opzioni, vivendo in uno stato mentale di sottomissione e debolezza di fronte alla realtà.

Da bambini abbiamo sicuramente sperimentato la sensazione di dipendenza e di necessità dell’aiuto totale dei genitori per sopravvivere. Bisogna ammettere che nell’infanzia è stato così, e identifichiamo chiaramente la sensazione di essere alla mercè dell’ambiente che ci circonda, senza poter fare qualcosa al riguardo più di quello che gli adulti potevano fare per noi.

Ma è proprio di questo che si tratta. Crescendo, è una questione di non rimanere intrappolati nella mentalità infantile e di non continuare a sentirsi dipendenti e passivi, perché si possono risolvere difficoltà e sfide in modo più personale e autonomo.

Primo suggerimento per uscire dalla sofferenza: fuggire dal pensiero infantile

È da questo punto che deriva la prima chiave per uscire dalla sofferenza. Smettere di avere un pensiero infantile soggettivo, basato sulla dipendenza, sull’impotenza, sulla passività che ritiene siano gli altri a venirci a salvare, senza credere che noi stessi dobbiamo essere la nostra soluzione.

Siamo sicuramente nelle mani di Dio e non possiamo gestire molte situazioni, ma per quanto riguarda quelle che sono alla nostra portata dobbiamo assumerle con fermezza e agire con tutta la fiducia e la determinazione che mettiamo in quello che ci spetta.

THINK

Si tratta di sradicare il pensiero fantasioso e magico dell’infanzia per lasciare il posto all’intelligenza oggettiva e smettere così di affliggerci per quella sensazione di impotenza che ci porta ad aspettare che qualcuno venga a salvarci dalla sofferenza.

Basta sentirsi indifesi, sminuiti, senza protezione, vulnerabili, e basta di tutto ciò che ci lega le mani e ci impedisce di impegnare la nostra volontà, per convincerci che possiamo fare qualcosa e non continuare a soffrire.

Significa passare da passivi a propositivi, operare i cambiamenti necessari e intraprendere le azioni opportune per generare un ambiente più maturo, indipendente, autosufficiente, con la convinzione di lottare per quello che si vuole senza aspettarsi che la “fortuna” cambi o arrivi l’Essere che ci salvi quando siamo già stati salvati.

Lottare per migliorare, giorno per giorno. È una delle caratteristiche più importanti che dobbiamo sviluppare per superare i fallimenti e le sconfitte che ci portano alla sofferenza.

Secondo suggerimento: via le aspettative irrealistiche

L’altra chiave importante è smettere di avere aspettative fantasiose e sognatrici che non sono alla portata dello sforzo e delle risorse che abbiamo. È il dramma di aspirare al fatto che il mondo o le persone non siano come sono. Aspirare a che la realtà cambi anziché accettarla com’è. Si resta ad aspettare, e così a soffrire, perché non si possono controllare gli altri. Si vuole che le cose siano diverse da come sono.

Si tratta soprattutto di riconoscere che le cose non cambieranno semplicemente perché una persona lo desidera. Significa vivere con quello che si ha, con le persone, accettandole come sono. Ovviamente tutto può o si deve migliorare, ma bisogna innanzitutto non arrabbiarsi, angosciarsi o tormentarsi per il mondo che ci circonda. Vivere in questo modo è assai tortuoso ed esaurisce, il che porta a soffrire gratuitamente. In poche parole, se si soffre, che sia per qualcosa che lo meriti davvero, e non per tante sciocchezze della vita quotidiana.

Per concludere, è chiaro che bisogna smettere di avere atteggiamenti infantili, passivi, fantasiosi, dipendenti e sottomessi. Smettere di tormentarsi con ideali irraggiungibili che generano frustrazioni perché non si ottiene ciò che si vuole dagli altri. Saranno elementi fondamentali per avviare un processo e lasciarsi alle spalle tante sofferenze inutili e dannose che ci impediscono di godere di questa vita.

🔵 (FOTOGALLERY) Chiara Luce Badano, la gioia nella sofferenza 🔵

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