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Giornata internazionale disabilità: per una vera difesa della persona

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Di H_Ko|Shutterstock

Paola Belletti - pubblicato il 03/12/21

Non solo una giornata ma una nuova cultura che metta al centro la persona, con e senza disabilità.

Dove vanno abbattute le barriere che separano? E dove costruite le strutture che sostengono davvero le persone con disabilità?

Giornata per le persone con disabilità

Oggi è la Giornata internazionale delle persone con disabilità; voluta dall’ONU che la istituì nel 1992 ha lo scopo di promuovere

i valori e individua come impegno primario il superamento delle barriere fisiche, cognitive, sensoriali e culturali nei luoghi della cultura, con il consueto slogan “Un giorno all’anno tutto l’anno”.

Cultura.gov

Ostacoli e barriere

Le cosiddette barriere culturali e sociali, che pesano prima e a volte più di quelle fisiche e architettoniche, sono fatte di incomprensione, di distanza, della diffusa e vaga percezione che le persone con disabilità siano un gravame e un costo.

Diciamolo subito: lo sono. Costano tempo, risorse, competenze, impegno. Sono un peso? Sì. Per i loro cari sono una vocazione spesso totalizzante. Cosa che molto più spesso di quanto si creda è motivo di segreta letizia, difficile da raccontare.

Sicuri di non essere un peso?

Domanda provocatoria da rivolgere a sé stessi, in tutta onestà: chi di noi, provvisoriamente sano, ritiene di non essere motivo di impegno, carico, dedizione per chi lo ama o per chi ha delle responsabilità nei suoi confronti?

Siamo tutti peso reciproco, dovremmo riconoscercene la dolcezza e la provvidenzialità.

Senza certe zavorre voleremmo liberi dietro i nostri più arditi egoismi. Invece, grazie a Dio, l’altro mi impone la sua presenza, esige che una mia risposta. L’incontro è un appello al sacrificio e al dono.

Il valore della persona

Intendiamoci: una cosa è curarsi di un bimbo che porterà il pannolino fino ai due tre anni al massimo, un’altra è dover cambiare un bambino o un ragazzino di 10, 15 anni che ha bisogno di aiuto quotidiano anche per riuscire ad evacuare. O un anziano o una persona con gravi lesioni o degenerazioni.

Si tratta quindi solo di stabilire chi ha diritto di ottenere attenzione e cura e anche per quanto tempo, oppure il guardare alle persone con disabilità (congenita o acquisita) come di fatto dovremmo guardare a ciascuno di noi, sempre?

Più la seconda, senza dubbio: meno isoleremo le persone disabili anche nella celebrazione eccessiva del tema, più sapremo realizzare una vera normalizzazione, benefica per tutti.

Essere integrati per il bene di tutti

Poco fa Bebe Vio ha parlato ai giovani riuniti per un evento Sky e ha detto, tra le molte cose che dice a velocità supersonica, che ciò che conta è poter restare legati a qualcuno che ci mostri una via possibile, che spesso può essere lo sport e deve essere accessibile a più persone possibili.

Ha centrato uno dei punti cardine: le relazioni e il coinvolgimento pratico nella vita sociale. Poi ha anche fatto un passo ulteriore: ciò che spesso fa stare meglio e solleva chi ha subito colpi particolarmente duri dalla vita è mettersi ad aiutare.

Dono

Eccola, la dinamica più umana che ci sia, capace di rimetterci nella giusta postura, di trovare risorse, di sentirci utili: farsi dono per gli altri.

Allora vedete che le cose più importanti alla fine ce le possono insegnare soprattutto le persone più fragili?

Dovremmo ricordarcelo ogni volta che facciamo piani per il futuro e non solo nella giornata dedicata.

Abbattere e costruire

Le associazioni presenti sul territorio nazionale, frutto spesso della portentosa volontà di singoli, famiglie e piccole comunità, ricordano che sono tanti i diritti negati ai loro cari portatori di handicap e a chi se ne prende cura.

Abbattere le barriere culturali, sociali e architettoniche che impediscono l’inclusione delle persone con disabilità. Il 3 dicembre si celebra soprattutto per questo la Giornata internazionale delle persone con disabilità. In particolare le associazioni sono attive per ricordare i diritti negati e le tante cose da fare per rendere davvero la nostra società più inclusiva e con pari opportunità per tutti.

prima di tutto bisogna abbattere il principale ostacolo che è costituito dal silenzio e dai pregiudizi che gravitano colpevolmente intorno alle fragilità e diversità dei soggetti non autosufficienti.

Il fatto quotidiano

Effetto pandemia

Purtroppo la pandemia che tuttora infuria ha colpito ancora di più le famiglie con persone disabili. Sono sempre loro la prima cellula, la più competente e fondata, che si fa carico del soggetto fragile per handicap fisico o psichico. Probabilmente, più che infierire su situazioni già difficili, la situazione Covid ha reso evidenti situazioni di già conclamata precarietà. La tanto promossa per ora ancora troppo sula carta rete di assistenza domiciliare integrata ha mostrato quanto le sue maglie siano ancora troppo larghe e lasse.

Didattiche a doppia distanza

Altro capitolo dolente, pensando a bambini e ragazzi in età scolare, la situazione del sostegno scolastico.

La DAD, rimedio palliativo comunque apprezzabile per molti aspetti e soprattutto se circoscritto nel tempo, ha colpito molto più duramente proprio gli studenti con disabilità.

la Didattica a distanza ha penalizzato maggiormente quasi tutti gli alunni disabili e l’inclusione lavorativa che non c’è in Italia visto che meno del 30% delle persone con disabilità ha un lavoro, con picchi del 95% per le persone con autismo. Per non parlare della violenza di genere sulle donne disabili che è aumentata nei lockdown.

Ibidem

Il contributo di tutti

Le recenti azioni della politica sulla disabilità – Il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, nel suo messaggio per la Giornata 2021, ha sottolineato che per realizzare gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 è necessario il contributo di tutti, incluse le persone con disabilità che nel mondo complessivamente sono circa 1 miliardo.

Ibidem

I passi da fare sono ancora tanti ma quelli già compiuto non ci lasciano così indietro come sembra. C’è più attenzione e cultura onestamente inclusiva, meno improvvisazione, più servizi che cercano di integrarsi.

La difesa della vita prima di tutto

Certo, non bisogna dimenticarsi l’azione di discriminazione più radicale e sistematica che in tutto il mondo, o il pianeta come piace dire adesso, viene perpetrata a danno delle persone disabili: l’aborto selettivo a scopo eugenetico.

Solo se aiuteremo le famiglie o le donne abbandonate ad accogliere sempre la vita, promettendo in modo credibile che resteremo al loro fianco sempre potremo davvero parlare di inclusione a tutti gli effetti.

Se una persona viene soppressa prima della nascita perché malata, di che tipo di inclusività possiamo parlare?

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