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La salute globale è un “bene comune”: così il Papa ci invita a fare il vaccino

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/12/21
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Grazie a Francesco, oggi, tanti restano in ascolto accogliente di chi non riconosce i vaccini contro il Covid come un mezzo per proteggere la salute globale

Papa Francesco non ci invita a fare il vaccino perchè vuole supportare una casa farmaceutica o un governo “pro vax”. La sua è una idea più “alta” e cristiana. E richiama i concetti di “salute globale” e “bene comune”. 

Il gesuita Andrea Vicini su La Civiltà Cattolica spiega bene il ragionamento del Papa sui vaccini anti covid. 

“Necessità di risposte integrate e globali”

«Fin dall’inizio della pandemia - scrive Vicini - il Papa ha riconosciuto la necessità di risposte integrate e globali per far fronte a quanto l’umanità stava vivendo (...). Fedele all’esperienza biblica, evangelica e del magistero cattolico, ha invitato a prendersi cura in modo particolare dei più poveri, di coloro che hanno minori risorse sociali, politiche, finanziarie e sanitarie».

Sostegno alla ricerca e contenimento del virus

Il Papa, prosegue il gesuita su “La Civiltà Cattolica”, «ha chiesto che la ricerca per un vaccino potesse essere sostenuta e facilitata per ottenere vaccini efficaci». Mentre, allo stesso tempo, «si controllava la diffusione dell’infezione con le misure di salute pubblica necessarie», come igiene, mascherine protettive, ecc. 

Un vaccino d' "amore"

Per promuovere la vaccinazione a «livello globale», Francesco «ha fatto appello all’elemento caratteristico della vita cristiana: l’amore». Per Francesco, «vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore (..). L’amore è sempre inclusivo e comprensivo, come ci ricorda il comandamento evangelico».

La “spinta” agli scienziati

Non è un caso l’incoraggiamento continuo di Papa Francesco a operatori sanitari, leader, organizzazioni nazionali e internazionali, e persone di buona volontà «che in tutto il mondo spingono i cittadini a vaccinarsi».

Non sempre è ben compreso

Eppure, nota Vicini, i ripetuti interventi del Papa, «come pure di autorevoli voci ecclesiali, sociali, culturali, politiche e scientifiche», non sembrano in grado di favorire una ricezione positiva dei vaccini disponibili.

Perchè tutto questo? Secondo il gesuita la responsabilità è di campagne di disinformazione e fake news. Queste operazioni «seducono e fanno pensare che si stia vivendo una cospirazione globale, che il Covid non esista, che i vaccini introducano computer chips nel nostro corpo». 

VACCINE

Non è superficialità sui problemi etici

Invece, in ambito ecclesiale, «invitare a produrre e rendere disponibili vaccini capaci di stimolare le difese immunitarie dei cittadini per poter giungere all’immunità a livello mondiale non implica sommarietà e superficialità o mancanza di attenzione per considerare ed escludere possibili problematiche etiche associate alla produzione dei vaccini». 

Gli interventi del Vaticano

Vicini ricorda che «con chiarezza e competenza, la Congregazione per la dottrina della fede ha ribadito più volte, a proposito della produzione e somministrazione dei vaccini, l’approccio teologico-morale elaborato in precedenza. In particolare, ha aiutato a riflettere sui modi in cui alcuni vaccini erano stati testati in laboratorio». In questo modo ha provato a rassicurare gli scettici nella Chiesa cattolica e nel contesto sociale. «Purtroppo, a livello globale, ciò non è bastato».

Salute globale come “bene comune universale”

Da qui, il concetto caro al Papa per superare questa fase di stallo, agitata dagli animi "no vax". Cioè la salute globale deve essere riconosciuta come un «esempio emblematico del “bene comune universale”». Solo se penetra in ognuno di noi questo pensiero, si può realmente uscire fuori, tutti insieme, dalla pandemia.

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