Una famiglia felice
Jessica Poncia era già mamma di un altro bambino, Ryan. Una faccetta piena e simpatica campeggia insieme a quella di mamma e papà nelle foto su Facebook della giovane.
Fino a pochi mesi fa erano semplicemente una bella famiglia normale in provincia di Como che si stava preparando ad accogliere il secondo figlio.
L'arrivo della prova
Ma come purtroppo è capitato a molte altre donne proprio in piena gravidanza Jessica è stata raggiunta da una diagnosi di tumore al seno. Era al quarto mese, quasi a metà del cammino di una vita in formazione.
Chi non si sentirebbe sopraffatto a questa notizia? E quanto è più difficile farvi fronte quando si è già impegnati a far crescere in noi una nuova vita?
Curare e custodire
Invece proprio quella, la vita del bimbo, è stata parte attiva e decisiva nella prova della malattia.
Jessica non ha voluto scegliere tra due vite ma, con il sostegno del marito e dei medici, ha fatto di tutto per custodirle entrambe.
E' anche il motto migliore per un movimento pro life degno di questo nome: le vite da custodire, in una gravidanza, sono sempre due. Dovremmo ricordarcelo anche quando facciamo campagna contro l'orrore dell'aborto che pone fine alla più fragile e indifesa delle due.
Alexander, nomen omen
Il 25 novembre all'ospedale di Gravedona è nato dunque il piccolo Alexander; un ragguardevole peso di 3,200 chili e sta bene. Alessandro è colui che proteggi altri uomini. Pare averlo già fatto prima ancora di nascere: ha reclamato e ottenuto l'amore protettivo della mamma e del papà, ha ottenuto per la mamma le cure migliori che non compromettessero la sua nascita; ha protetto la sua famiglia. Quanto è vero che si inizia a incidere sulla storia prima ancora di venire alla luce (il tempo dell'Avvento ce lo insegna).
Come sempre accade alla nascita di un bimbo l'attenzione viene dirottata quasi tutta su quella piccola vita. Ma in questo caso, leggiamo su La provincia, a preoccupare erano soprattutto le condizioni della mamma.
Jessica ha solo 28 anni e sta lottando con coraggio e lucidità per guarire. Lo ha fatto già durante la gestazione, valutando con i medici che i trattamenti necessari a contrastare il progresso della malattia fossero anche tollerati dal piccolo che le cresceva dentro.
Non è vero che solo le storie molto drammatiche o peggio ancora con finali tragici attirano l'attenzione: anche il bene offre delle eccellenti trame. Jessica ora sta sufficientemente bene e prosegue nelle cure oncologiche.
Il parto e la metà del guado
Un caso di buonissima sanità
Ora Jessica concluderà la chemioterapia e poi il tumore, notevolmente rimpicciolito, verrà asportato.
E questa prova è stata affrontata ora, in tempo di Covid. Se già è difficile in contesti normali immaginiamoci ora.
Questa come altre storie, ce ne saranno a migliaia, ci dice semplicemente che la vita prosegue con tutte le sue più classiche complicazioni e inciampi e con le sue solite inesauribili sorprese, come solo un figlio può essere. Ecco come commenta il chirurgo senologo Giorgio Baratelli che ha in cura Jessica.
Fare squadra per la vita e ripagare in gratitudine
Jessica e il marito David sono soprattutto felici e riconoscenti. Il marito racconta di avere ricominciato a fare progetti, a pensare a un futuro possibile insieme a tutte le persone che ama.