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Il nostro presepe vivo

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Annalisa Teggi - Silvia Lucchetti - Paola Belletti - pubblicato il 01/12/21
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Abbiamo deciso di allestire un presepe vivo quest'anno, senza rimediare costumi o comporre scenografie, ma riconoscendolo nella realtà che noi abitiamo e che soprattutto abita Lui. Chi sarà scritturato senza casting per la nascita in una grotta o qualcosa di ugualmente disagevole? Chi per la strage degli innocenti archetipo di molte altre? Chi scalderà il bambino col suo fiato o accompagnerà piccole greggi vicino alla mangiatoia? Quali Magi arriveranno da lontano per adorarlo?

«O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai», cantavano Jovanotti e Carboni. Ed è l’unica intuizione che tiene anche con cristiana cognizione di causa. Il Natale è una compagnia presente di Dio, c’è un giorno in cui lo festeggiamo (il 25 dicembre), ma poi non sparisce. Accadde e accade, nonostante l’amnesia generale: nulla è più desolante del vedere questi calendari d’Avvento che non attendono nulla, una sfilza di caselle in cui non c’è più traccia dell’avvenimento che ha cambiato la storia del mondo, l’anno 1 – la nascita di Gesù.

Natale ormai è una “festa”. Che si festeggia senza il festeggiato. Eppure Lui è qui, direbbe Peguy.

Allora perché non andare a stanarlo? 

Vogliamo fare un vero presepe vivente.  

Se un puro sforzo ideologico può produrre il fantasma di un Natale pieno di decorazioni anonime (che forse non può chiamarsi neppure più Natale), lo sguardo lieto di chi sente Cristo come compagno di viaggio può pescare nella nuda e viva realtà le vere presenze della scena di Betlemme. Dov’è la stella? Dove sono i pastori? Erode c’è ancora? E i Magi? 

Questo è il viaggio che vi proponiamo in questo tempo di Natale, ritrovare il presepe nella realtà. Gli uomini possono voltare le spalle alla buona notizia accaduta a Betlemme, ma quell’evento non ci abbandona ed è la cornice che ancora sa tenere insieme i pezzi sconnessi della nostra storia.

E voi, care lettrici e cari lettori, vi siete già imbattuti in pezzi di presepe vivo nella vostra quotidianità?
Avete già scorto sotto prosaiche, feriali ma non mentite spoglie, qualche onesta figura che vi faccia pensare alla grotta di Betlemme? che vi abbia portato ad adorare  il Salvatore insieme ad improbabili pastori, a provare gratitudine per bestie mansuete che si sono prestate a scaldare se non un bimbo in una mangiatoia magari qualcuno gelato dalla solitudine?
E qualche insospettabile Magio che arriva da lontano, non sulla soma di cammelli ma dai deserti dell’ignoranza di Cristo, lo avete già incontrato? Che doni porta?  Avete voglia di condividere con noi questi incontri? Potete inviarci foto con una didascalia (nel rispetto della privacy) o brevi note scritte a editorial_it@aleteia.org.

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