I dati dell’Osservatorio del Movimento etico digitale, progetto creato per un uso consapevole della rete, hanno evidenziato che in Italia soltanto un giovane su quattro ha ricevuto una formazione adeguata su temi e competenze digitali, mentre a livello europeo viene fatto un lavoro educativo molto più approfondito. Tre ragazzi su dieci tra gli 11 e i 18 anni, in Italia, utilizzano la rete e i social, ma in confronto ai coetanei del resto dell’Unione Europea sono ancora lontani dall’essere e dichiararsi cittadini digitali consapevoli. Il termine “Cittadinanza digitale” è stato introdotto dalla Commissione Europea, e comprende le 21 competenze digitali chiave dei cittadini, eppure, secondo Davide Dal Maso, fondatore del Movimento etico digitale, nonostante “i ragazzi stiano più di due mesi l’anno sullo smartphone, non è ancora stata implementata un’educazione efficace alla cittadinanza digitale”.
Educazione digitale
I ragazzi usano il web per divertirsi, per creare nuove amicizie, per informarsi sull’attualità, per studiare, per aumentare le proprie competenze, per esprimere la propria opinione su tematiche sensibili e per potersi raccontare liberamente. Educare a una nuova cittadinanza digitale, che includa tematiche importanti come l’educazione all’affettività, alla sessualità, all’ecologia e al combattere pregiudizi e stereotipi razziali significa migliorare il mondo che ci circonda. Come riuscirci? Portando sistematicamente l’educazione digitale nelle scuole, facendo così sviluppare alle nuove generazioni competenze e abilità che consentiranno loro di essere maggiormente consapevoli delle opportunità e dei rischi della rete.
Una giornata europea per la cittadinanza digitale
“La cittadinanza digitale è un tema cardine del futuro della nostra società e possiamo definirla come l’unione tra l’educazione civica e l’educazione digitale, quindi da un lato la formazione ai propri diritti e doveri come cittadini e dall’altro la consapevolezza che le azioni che si effettuano on-line e off-line hanno un impatto nel presente e nel futuro per sé stessi e per gli altri”, dichiara ancora Dal Maso.
Ecco perché all’evento che si è tenuto lo scorso 22 ottobre a Roma, dove sono scesi in campo 70 giovani opinion leader esperti di educazione digitale provenienti da 12 paesi europei, il fondatore del Movimento etico digitale ha chiesto l’istituzione della Giornata europea sulla cittadinanza digitale. All’evento è stata anche lanciata la campagna #CittadiniDigitali, per raccontare l’importanza dell’educazione civica digitale nelle scuole di tutta Europa. Più di 1500 studenti sono stati coinvolti in una lezione di cittadinanza digitale sulla piattaforma Twitch, dove hanno interagito, insieme a molti influencer, su temi inerenti al mondo del lavoro in relazione alla reputazione digitale.
Il ruolo della scuola
Anche se a scuola si parla già da tempo di digitale, gli interventi che vengono fatti non sono mai da parte di professionisti del settore, e l’educazione che viene impartita è sempre dall’alto verso il basso e con un linguaggio spesso inadeguato. Si tende, inoltre, a parlare sempre e solo delle eventuali sanzioni in cui si può incorrere violando le leggi del web, o di come aggirare i vari pericoli della rete, ma così facendo si corre anche il rischio di spaventarli o di provocare in loro uno spirito di rivalsa che li spinge a trasgredire, esponendosi a pericoli a volte di difficile gestione.
Quello che propone la piattaforma “Social Warning” di Movimento etico digitale è invece offrire a studenti e genitori un quadro completo ed esaustivo della situazione, che li renda consapevoli dei rischi, mettendo però in luce anche le aree di apertura ed espansione, tecnologica e informativa, che la rete offre a chi sa utilizzarla con discernimento. Credo che portare la cultura digitale nelle scuole secondarie di primo e secondo grado e nelle università, con attività di informazione e formazione, sia un modo costruttivo ed efficace per migliorare la nostra società grazie a un uso consapevole della rete.