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Le tradizioni natalizie e l’importanza di mettere Gesù al centro

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Di Annamaria Zappatore|Shutterstock

Catholic Link - pubblicato il 30/11/21

di Andrés D’Angelo

La tradizione consiste nella trasmissione del fuoco, non nell’adorazione delle ceneri”. È una delle frasi spesso attribuite a G.K. Chesterton.

La frase, con il tipico acume chestertoniano, ci mette davanti a una domanda che in genere le persone che detestano le “tradizioni” ci pongono quando noi, che ci rifacciamo a tradizioni antichissime, le esprimiamo con orgoglio: “Perché celebriamo tradizioni estranee di culture forestiere come se fossero nostre?”

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Ad esempio, la “tradizione” di mangiare cibi ipercalorici (adatti all’inverno europeo) nell’emisfero sud, dove fanno 35 gradi all’ombra, non sembra una tradizione molto ragionevole, no? O mettere un pino simulando che le sue foglie siano coperte di neve quando fuori gli uccelli si sciolgono dal caldo… non sembra avere una grande logica.

Noi cattolici siamo pieni di tradizioni che non hanno molto senso, come quella delle uova di cioccolato a Pasqua. Da dove nascono queste tradizioni?

Perché le manteniamo anche quando alcune di loro non hanno il minimo senso e lo sappiamo? Cos’avrà a che vedere un coniglio che nasconde delle uova con la Gloriosa Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo?

È un caso che questo accada con la religione cattolica?

No. Il cattolicesimo è una religione “incarnata”. Una religione che non solo non disprezza il corpo, ma lo inserisce come parte cruciale delle devozioni.

Così, ad esempio, entrando in una chiesa in cui il Santissimo è nel tabernacolo facciamo una genuflessione, cosa che molti fratelli separati definiscono “calistenia cattolica”.

Facciamo il segno della croce, ci inginocchiamo e ci fermiamo durante alcune parti della Santa Messa, e facciamo molte cose con il nostro corpo importantissime per le nostre devozioni.

Compiamo anche pellegrinaggi e digiuni, e tutti i nostri sacramenti hanno una parte “fisica” che ci rende visibili le realtà spirituali.

Instaurare Omnia in Christo

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La nostra religione parte da un Dio fatto carne: “E il Verbo si fece e venne ad abitare in mezzo a noi”. Un Dio materializzato! Un Dio che, senza smettere di essere vero Dio, si fa vero uomo!

Non basta per impazzire? La pazzia di Dio, né più né meno. Nessuno poteva salvarci, e Dio ha scelto questa follia per poterlo fare. Dio è pazzo d’amore per noi!

Nel corso di tutta la storia, la Chiesa ha trovato realtà materiali che si sono inserite come “tradizioni”. Alcune di loro, instaurate da Nostro Signore, sono stati i sacramenti, come l’Eucaristia.

“Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue”. Non per niente, i sacramenti sono “segni sensibili ed efficaci della grazia”. Sensibili nel senso di visibili, palpabili, che si possono gustare, odorare…

Quando la celebrazione nasconde il mistero

CHRISTMAS PRESENT

Ci sono feste cristiane che sono “impazzite”, come diceva Chesterton delle eresie: “Le eresie sono verità impazzite”.

Alcune feste liturgiche sono state commercializzate a tal punto che si è persa di vista la celebrazione del mistero.

Quella impazzita di più è la vigilia della solennità dei fedeli defunti, che da festa liturgica è diventata una celebrazione pagana totalmente ridicola, piena di streghe, maghi, orchi e costumi che non hanno nulla a che fare con il vecchio costume cristiano di pregare per i fedeli defunti e visitare i cimiteri per ottenere un’indulgenza plenaria.

Accade anche col Natale quando vediamo le follie degli acquisti o che il protagonista diventa un signore vestito di rosso. Quando vediamo che i regali sono più importanti dei canti, temiamo che impazzisca anche la bella tradizione di celebrare il Natale in famiglia.

Temiamo che il simbolo finisca per coprire chi viene simboleggiato, o, per dirla in modo più concreto, che la celebrazione nasconda il mistero. Come state vivendo questo Natale? Con Gesù al centro o è stato dimenticato?

Il Natale è la solennità della nascita di Nostro Signore Gesù Cristo

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Cos’è che fa sì che il Natale sia il Natale? Il Natale è la festa della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, né più, né meno.

Se tutte le tradizioni che circondano il Natale ci servono per ricordare questo fatto centrale, benvenute le tradizioni natalizie!

Nella sua udienza generale del 27 dicembre 2017, Papa Francesco ha detto: “Ai nostri tempi, specialmente in Europa, assistiamo a una specie di ‘snaturamento’ del Natale: in nome di un falso rispetto che non è cristiano, che spesso nasconde la volontà di emarginare la fede, si elimina dalla festa ogni riferimento alla nascita di Gesù.

Ma in realtà questo avvenimento è l’unico vero Natale! Senza Gesù non c’è Natale; c’è un’altra festa, ma non il Natale. E se al centro c’è Lui, allora anche tutto il contorno, cioè le luci, i suoni, le varie tradizioni locali, compresi i cibi caratteristici, tutto concorre a creare l’atmosfera della festa, ma con Gesù al centro. Se togliamo Lui, la luce si spegne e tutto diventa finto, apparente”.

In questo Natale, il centro dei festeggiamenti sia Gesù

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Nato il Signore Gesù dalla Vergine Santa,
tutto il creato venne illuminato:
mentre i pastori vegliano nei campi,
i magi adorano e gli angeli cantano.
Erode si agita, perché Dio è apparso
nella carne, il Salvatore delle nostre anime.

Anatolio di Costantinopoli

Abbiamo un motivo per celebrare il Natale: Gesù. Questo Avvento sia un momento propizio per celebrare il Natale e Colui per il quale si festeggia il Natale.

Preghiamo e prepariamo il cuore perché l’amore di Dio arrivi a tutti i cuori, soprattutto a quelli che non hanno un motivo per festeggiare.

Viviamo l’Avvento di modo che il Bambino Gesù rinasca nel presepe e anche nei nostri cuori!

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link

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