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Il miracolo di fra’ Tito Brandsma, giornalista e martire del nazismo

TITUS BRANDSMA

Regionaal Archief Nijmegen-(CC BY-SA 2.0)

Ricardo Sanches - pubblicato il 30/11/21

Tito Brandsma è stato un grande difensore della libertà di stampa cattolica e ha subìto la persecuzione da parte dei nazisti. Gli è stato attribuito il miracolo di una guarigione dal cancro

Papa Francesco ha riconosciuto di recente un miracolo attribuito al beato olandese Tito Brandsma. Brandsma, beatificato il 3 novembre 1985 da Papa Giovanni Paolo II, è stato un frate carmelitano che si è opposto veementemente al nazismo, ed è morto nel campo di concentramento di Dachau nel 1942.

Il miracolo che avvicina Tito Brandsma agli altari riguarda la guarigione del sacerdote statunitense Michael Driscoll. Dopo aver ricevuto la diagnosi di un tumore alla pelle in fase avanzata, il religioso ha ottenuto un pezzo di un abito di Brandsma da mettere ogni giorno sulla testa.

Dopo essere stato sottoposto a interventi e radioterapia, i medici hanno affermato che il recupero di p. Michael era “inspiegabile” per la scienza. “Non è necessario che torni, non sprechi denaro per prendere l’aereo per venire qui. Lei è guarito. Non trovo più tracce di cancro in lei”, ha detto uno degli specialisti al sacerdote.

I periti della Santa Sede hanno riconosciuto la guarigione di p. Michael come un miracolo attribuito all’intercessione di Tito Brandsma. Nel novembre 2021, il concistoro dei cardinali ha approvato la causa di canonizzazione, che ora dipende dall’approvazione pontificia.

Una vita dedicata a Dio, alla verità e alla giustizia

Il nome di Battesimo di Tito Brandsma era Anno Sjoerd Brandsma. Originario dei Paesi Bassi, divenne sacerdote, professore e giornalista. Il giornalismo era la sua grande passione, e con i suoi articoli contribuì a più di 20 riviste. Scriveva sempre del lato positivo della vita, e amava parlare della ricerca della verità e della giustizia.

Brandsma entrò nel noviziato carmelitano nel 1808. Come sacerdote e giornalista, difendeva la libertà dell’educazione e della stampa cattoliche contro la persecuzione dei nazisti. Si oppose con veemenza all’obbligatorietà per i giornali cattolici di veicolare la propaganda nazista, e

per questo venne arrestato e trasferito al campo di concentramento di Dachau, che accoglieva i prigionieri politici e religiosi contrari al nazismo.

“Soffrire non fa male”

Fu in prigione che Tito lesse la biografia di Santa Teresa d’Avila e trasse ispirazione dalla forza e dalla speranza della santa. Diceva sempre alle guardie e ai compagni di cella “Soffrire non fa male, se ci si sente amati”.

Tito Brandsma venne giustiziato il 26 luglio 1942 con un’iniezione letale.

Nel 1985, Papa Giovanni Paolo II lo ha beatificato e definito martire della fede. Nella sua omelia, il Pontefice ha sottolineato il perenne ottimismo di Brandsma, che “non lo abbandonò mai: lo accompagnò anche nell’inferno del lager nazista. Fino alla fine egli restò per gli altri prigionieri un motivo di sostegno e di speranza: per tutti aveva un sorriso, una parola di comprensione, un gesto di bontà”.

Rosario prima della morte

Qualche istante prima di ricevere l’iniezione letale, fra’ Tito Brandsma consegnò un rosario all’infermiera che gli avrebbe somministratro la sostanza letale. La donna gli disse che non sapeva pregare, e Brandsma rispose: “Reciti almeno l’ultima parte: prega per noi peccatori”.

La donna sorrise, e in seguito si convertì al cattolicesimo. Nel giorno della beatificazione di fra’ Tito, ha anche offerto la sua testimonianza su questo grande martire.

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