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3 trappole da evitare quando si pratica la Pianificazione Familiare Naturale

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Catholic Link - pubblicato il 30/11/21

Quando non riusciamo a controllare i nostri desideri egoistici per il beneficio della santificazione delle nostre anime, possiamo cadere in tranelli insidiosi

di Melissa Flen

La Pianificazione Familiare Naturale (PFN) ha la potenzialità di tirar fuori il meglio o il peggio come persone e come coniugi. Non c’è nulla come sacrificare i propri desideri fisici (pensate alla dieta o a rinunciare al caffè) per far sì che anche il meno egoista tra noi pensi a se stesso più del solito. Se non abbiamo lo stato d’animo giusto quando facciamo certe cose, è estremamente facile trasformare il nostro sacrificio (che dovrebbe essere una cosa positiva) nel tormento di qualcun altro. La PFN non fa certamente eccezione. Visto che l’atto coniugale è così importante nel matrimonio, direi che ha il potenziale di tirar fuori il nostro lato egoista ancor di più della dieta o dell’abbandono del caffè.

Quando non riusciamo a controllare i nostri desideri egoistici per il beneficio della santificazione delle nostre anime, ci sono delle trappole in cui uno o tutti e due i coniugi possono cadere. Ecco 3 esempi di queste trappole e qualche suggerimento per evitarle.

3 trappole da evitare quando si pratica la Pianificazione Familiare Naturale

1 Il Custode – L’atteggiamento del custode si può verificare in due modi principali. Emerge quando il marito non si coinvolge nella PFN lasciando tutto il lavoro alla moglie. Quando non c’è cooperazione tra le due parti, si può iniziare molto rapidamente a sentire che tutta la responsabilità della PFN ricada sulle spalle della moglie. Quando l’unico tipo di comunicazione che si verifica nella coppia circa la PFN riguarda il fatto che le “porte” siano aperte o chiuse, la moglie si trasforma nel custode della vita sessuale della coppia, e questo può diventare un ruolo difficile da sostenere, perché può sembrare che i periodi di astinenza siano colpa sua.

Il rovescio della medaglia di questa trappola si verifica quando la moglie controlla troppo attraverso la PFN e non comunica con il marito circa il suo ciclo. Le mogli possono lasciare intenzionalmente nel buio i mariti sulla PFN e trarre vantaggio da questa mancanza di conoscenza per manipolare la loro vita sessuale in base alle proprie preferenze e ai propri tempi.

Anche se la differenza tra la mentalità da custode e il ruolo sano dei mariti e delle mogli che usano la PFN è diverso per ogni coppia, il suggerimento principale per evitare la trappola del custode è comunicare. Mariti, prendetevi il tempo di conoscere il corpo delle vostre mogli. Comprendete come funziona e come opera il metodo della PFN che avete scelto. Comunicate con le vostre mogli circa i modi in cui piacerebbe loro che foste coinvolti negli aspetti pratici della PFN e non cadete mai nella trappola di incolparle per i periodi di astinenza. Mogli, coinvolgete i vostri mariti. Comunicate con loro e non cercate di controllare o di manipolare loro o la vostra vita sessuale.

Comprendete che l’atto coniugale è qualcosa su cui entrambi i coniugi dovrebbero poter dire qualcosa, e che una moglie dovrebbe essere sempre aperta e onesta con il marito. La comunicazione semplice e basilare che circonda la PFN può aiutare sicuramente le coppie a orientarsi maggiormente al cameratismo che dovrebbero avere.

2 Evitarsi – È molto facile cadere in questa trappola. Per alcune coppie, la tendenza naturale durante i periodi di astinenza è quella di gravitare più verso altre aree di interesse che l’uno verso l’altra. È sicuramente una strategia efficace per affrontare i periodi di astinenza. Può essere estremamente difficile trovare una casta intimità con il proprio coniuge quando si è estremamente attratti dal partner, per via degli ormoni dell’ovulazione, incredibilmente potenti. Può essere però una trappola pericolosa se non si mitiga questo atteggiamento con qualche forma di intimità.

Ovviamente sappiamo tutti che non possiamo semplicemente ignorare il coniuge per un lungo periodo di tempo e aspettarci di mantenere un’intimità con lui. Non funziona così. Tenendo conto del fatto che il periodo di astinenza può durare per alcuni cicli, ignorare o evitare il coniuge per tutto quel tempo non è una buona idea – non importa quanto siano positive le intenzioni. Quando ci abituiamo a evitare il coniuge durante le pressioni e la realtà del periodo fertile, può essere difficile smettere di evitare le pressioni e le realtà del matrimonio in generale. Bisogna imparare a rapportarsi al coniuge in un modo sano e intimo durante i momenti difficili del matrimonio, indipendentemente da quanto possano essere complicate le situazioni che si affrontano.

Per evitare questa trappola, le coppie devono essere creative. Devono trovare dei modi in cui mantenere l’intimità quando scelgono di astenersi dall’intimità fisica. Il suggerimento migliore per raggiungere questa situazione è ovviamente aumentare l’intimità spirituale. I mariti dovrebbero sempre guidare la famiglia nella preghiera quotidiana, prendendosi forse un po’ di tempo extra per pregare ogni giorno, mentre l’astinenza sarebbe un modo utile per mantenere (e per aumentare) l’intimità quando appunto ci si astiene. Ovviamente ci sono molti modi in cui le coppie possono trovare qualche forma di intimità durante i periodi di astinenza: guardando un film insieme abbracciati (o meno), facendo qualche gioco, bevendosi un bicchiere di vino e chiacchierando a tu per tu… le possibilità sono infinite. Bisogna essere creativi.

3 Il Narcisista – Come con tutti i sacrifici che facciamo nella nostra vita, è fin troppo facile concentrarsi solo su noi stessi come risultato. Chiaramente è l’esatto opposto del sacrificio, ma è una cosa difficile da evitare. La nostra natura ci pensare in primo luogo a noi stessi, e vivere in questa cultura moderna non fa che esacerbare la questione. Se facciamo molta attenzione alla cultura dominante, ci viene detto che dovremmo essere sempre i re della nostra vita – tutti gli altri vengono dopo.

È un atteggiamento facile da sviluppare quando si usa la PFN. Piuttosto che abbracciare la propria lotta e sostenere quella del coniuge, molti mariti e molte mogli (e spesso entrambi) si concentrano solo su se stessi. Quando si fa questo, si diventa narcisisti ed egoisti, e si impedisce la santificazione a cui Dio ci sta chiamando. Scegliere di non usare la contraccezione e di usare piuttosto la PFN nel proprio matrimonio è una chiamata alla generosità, non all’egoismo. I sacrifici richiesti dovrebbero guidarci a diventare più simili a Cristo, che è stato la persona più generosa e altruista che abbia mai camminato su questa terra. Se quindi scopriamo che stiamo agendo in modo egoista, sappiamo che andiamo nella direzione sbagliata. Cristo è stato altruista al punto da morire per noi, e quindi dobbiamo essere disposti a morire a noi stessi (almeno un po’) per la santificazione della nostra anima e di quella del nostro coniuge.

Cosa fare per evitare questa trappola? Guardare alla vita dei santi. Scegliete un libro che parli della vita dei santi e troverete moltissimi esempi di come diventare più altruisti. I santi erano persone straordinarie che, nonostante la loro umanità, sono state in grado di avvicinarsi a Cristo e di diventare sempre più simili a Lui. Se diventare più simili a Gesù è il nostro obiettivo nella vita (e dovrebbe essere così), guardate ai santi come primi esempi di come vivere. Due dei santi che è più ovvio iniziare a emulare nel campo del matrimonio sono San Giuseppe e la Beata Vergine Maria. Iniziamo quindi con loro e continuiamo a immergerci nella splendida vita dei santi, e come Maria vi guideranno più vicino a Cristo.

La PFN può essere ovviamente impegnativa da assumere nel matrimonio, e il matrimonio stesso è già abbastanza impegnativo di per sé. E allora, coppie, versatevi un bicchiere di vino, recitate un Rosario insieme, leggete un capitolo o due di un libro santo e parlate tra voi. Avvicinatevi con il sacrificio reciproco compiuto usando la PFN e non nonostante questo. E state sicuri che avvicinandovi tra voi vi avvicinerete anche a Gesù, perché Egli è l’Unico che renderà il vostro sacrificio non solo sopportabile, ma dolce.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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