Albino Luciani (Canale d'Agordo, 17 ottobre 1912 – Città del Vaticano, 28 settembre 1978)aveva un rapporto particolare con la mamma Bortola. Fu la donna a tirare su la famiglia a causa della scomparsa prematura del marito, in un momento di grave crisi socio-economica. Correva la prima guerra mondiale, e Bortola divenne il “faro” nella vita del futuro papa Giovanni Paolo I.
Nicola Scopelliti e Francesco Taffarel nel libro “Lo stupore di Dio – Vita di Papa Luciani” (edizioni Ares) ricordano alcuni fatti inediti che testimoniano questo legame speciale tra Albino Luciani e la madre.
1) La polmonite, il benefattore e i consigli di mamma Bortola
Albino Luciano Ha circa sei anni quando si ammala di polmonite. Scampa dal grave pericolo per l’assistenza e la premura di un medico militare che appartiene alle truppe accampate nelle vicinanze del paese. Quel medico visita il piccolo malato e subito dopo lascia in fretta l’abitazione. Ritorna poco dopo con la medicina e Albino è salvo.
Mamma Bortola gli parlava spesso di questo suo sconosciuto benefattore, raccomandandogli anche di pregare per lui. E, diventato vescovo con i ragazzi, dialogava così:
2) Il “peso” che aumenta dopo Caporetto
Nel 1915 nasce Federico, che muore di polmonite dopo pochi mesi. Nel marzo del 1917 viene alla luce Edoardo e nel 1920 Antonia. Durante quegli anni di rivoluzione industriale e dopo Caporetto, gli uomini sono costretti a emigrare, mentre le donne, a casa, lavorano e portano il peso della responsabilità dell’educazione e dell’organizzazione famigliare.
La donna è considerata l’elemento portante della casa ed è una tragedia quando viene a mancare. Anche in questo contesto possiamo capire come molto spesso Luciani faccia riferimento alla mamma nella sua parola di pastore.
3) Il denaro per i libri di scuola
La maggiore preoccupazione di mamma Bortola, specie durante e dopo l’invasione del 1917-1918, è quella di riuscire a mettere sulla tavola qualcosa da mangiare per i bambini, anche se per lei si richiede sopportazione e fame.
4) L’ “eredità” materna: preghiera e senso del dovere
E qui ha avuto un’importanza grande e decisiva la delicata, amorosa e sapiente opera educativa di mamma Bortola, alla quale Albino, nel 1949, dedicherà il suo primo libro, Catechetica in briciole.
Ogni mattina Bortola va nella chiesa parrocchiale di Canale. «Era una donna molto religiosa, e così anche mio padre, senza rinunciare alle sue idee socialiste, ha cominciato ad andare a Messa».
La madre di Albino Luciani gli ha insegnato la volontà e la tenace energia per il senso del lavoro e del dovere. Forse pensando a questo clima di casa e alla felice testimonianza della madre, Albino scriverà:
5) La lettera e la richiesta di perdono
Il 5 marzo 1923 in una lettera alla madre, Albino Luciani scriveva così: