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Le 4 Cose Ultime, 4 volte al giorno

JESUS CHRIST

Public Domain

Tom Hoopes - pubblicato il 18/11/21

Una riflessione su Paradiso, inferno, morte e giudizio che non vale solo a novembre o nell'ora della morte

Siamo a novembre, il mese in cui preghiamo per i defunti e ricordiamo le Quattro Cose Ultime: Paradiso, inferno, morte e giudizio.

Le Quattro Cose Ultime sono così importanti che la Chiesa cattolica ha elaborato delle opportunità

per ricordarle nella nostra vita. Ecco quattro modi in cui la Chiesa ci pone ogni giorno davanti le Quattro Cose Ultime.

In primo luogo, la Messa è una visita al cielo.

“I cieli si aprono e moltitudini di angeli vengono ad assistere al Santo Sacrificio della Messa”, ha affermato San Gregorio Magno.

La Chiesa non si limita a dire che la Messa è una “pregustazione” del Paradiso. Dice che è il punto in cui il Cielo scende a incontrarci.

Chiunque è lì. Ci riuniamo innanzitutto con Cristo, “il protagonista principale dell’Eucaristia” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1348), ma anche con la Chiesa (CCC, 1370) – “non soltanto i membri che sono ancora sulla terra, ma anche quelli che si trovano già nella gloria del cielo”. “Maria è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche”, ha affermato Giovanni Paolo II.

La Messa come Paradiso sulla Terra è il sottotitolo de La Cena dell’Agnello, di Scott Hahn. “Quando iniziamo a vedere che il Paradiso ci attende a Messa, iniziamo già a portare la nostra casa in cielo”, scrive, “e iniziamo già a portare il cielo a casa con noi”.

In secondo luogo, il Rosario mette in guardia sull’inferno.

Nel Rosario, ripercorriamo le Quattro Cose Ultime chiedendo a Maria di “pregare per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte” e mettendoci alla presenza del “Padre Nostro che è nei cieli”, al giudizio del Quale speriamo che “perdoni i nostri debiti” e “ci liberi dal male”.

È il male finale dell’inferno ciò da cui dobbiamo essere liberati.

“Seguendo l’esempio di Cristo, la Chiesa avverte i fedeli della triste e penosa realtà della morte eterna, chiamata anche « inferno »”, dice il Catechismo (CCC, 1056). “La nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili”, aggiunge (CCC, 1861).

C.S. Lewis ricorda che “la via più sicura per l’inferno è graduale – il dolce pendio, morbido sotto i piedi, senza svolte improvvise, senza pietre miliari, senza segnali”.

Nostra Signora di Fatima concordava, e ci ha dato dei segnali nel Rosario, insegnando a tre pastorelli ad aggiungere questa preghiera dopo ogni decina: “Gesù mio, perdona le nostre colpe. Preservaci dal fuoco dell’inferno. Porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia”.

Terzo: il Giudizio e l’esame di coscienza.

Ciascuno di noi verrà giudicato un giorno quando “Cristo glorioso, venendo alla fine dei tempi a giudicare i vivi e i morti, rivelerà la disposizione segreta dei cuori e renderà a ciascun uomo secondo le sue opere e secondo l’accoglienza o il rifiuto della grazia” (CCC, 682).

È una tradizione di lunga data per i cattolici prepararsi a quel momento di sera con un esame di coscienza – riesaminando la nostra vita e dando un nome ai nostri peccati –, e un esame di coscienza è richiesto per il sacramento della Confessione.

Quando realizzato in modo corretto, “l’esame di coscienza non induce mai disperazione, ma sempre speranza”, diceva Fulton Sheen.

Personalmente, ho diversi modi per farlo: rivisitare i sette peccati capitali, la descrizione dell’amore di San Paolo, i Dieci Comandamenti, le dichiarazioni di Gesù sull’obiettivo della vita e l’esame del mio rapporto con Dio, con gli altri e con me stesso.

Quarto: preghiera serale è un memento mori, un promemoria della morte.

“Tieni ogni giorno la morte davanti agli occhi”, dice San Benedetto nella sua Regola, e il suo movimento monastico ha aiutato a modellare la Liturgia delle Ore in modo tale che sia una vita in miniatura ogni giorno.

Alla Compieta, i cattolici pregano usando le parole di Simeone dal Vangelo di Luca. Gli era stato rivelato che non sarebbe morto prima di aver visto il Messia. Vedendo il bambino Gesù, ha pregato: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli”.

Ricordando le sue parole ogni sera prima di entrare nella mancanza di coscienza del sonno, mettiamo in pratica l’atteggiamento che dovremmo avere prima della nostra mancanza di coscienza finale nella morte.

L’ultima preghiera che recitiamo ogni sera è il Salve Regina, esortando la regina del Cielo ad avere misericordia. Come ha affermato San Tommaso d’Aquino, “ come i marinai sono guidati da una stella al porto, così i cristiani sono guidati in cielo da Maria”.

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