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Una lettera di Benedetto XVI profetizzò la condanna del cardinale Pell

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FRANCESCO SFORZA / OSSERVATORE ROMANO / AFP

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 17/11/21

Il cardinale australiano è stato 404 giorni in carcere accusato di aver commesso abusi sessuali, per poi essere assolto per non aver commesso il fatto. Il Papa emerito, già prima della condanna, gli scrisse una lettera

Avrebbe pagato il fatto di aver difeso la Chiesa australiana, di averla tutelata da buon cattolico. E così è stato. Una profetica lettera di Papa Benedetto XVI “annunciò” il calvario giudiziario del cardinale George Pell, prima condannato e poi assolto per una storia di abusi mai commessi. 

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L’assurda storia del cardinale Pell

Dopo 404 giorni in carcere e tante sofferenze, è arrivata l’assoluzione per il cardinale George Pell. L’arcivescovo emerito di Sydney e già prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede è stato accusato di abusi sessuali da due coristi della Cattedrale di Melbourne nel 1996. Nel 2017 ha deciso di lasciare l’Italia e tornare in Australia per difendersi dalle accuse. 

Il religioso nel dicembre del 2018 è stato condannato a 6 anni di reclusione per stupro, sentenza confermata in appello. Poi, come sappiamo, è arrivato il proscioglimento.

Il cardinale George Pell, dopo tredici mesi di prigionia, nove dei quali in isolamento, è stato assolto nel 2020 dall’Alta Corte australiana, con il voto all’unanimità dei sette giudici, per non aver mai commessi gli abusi. Ospite di Porta a porta, ha spiegato che il momento delle manette e delle catene ai piedi è stato «tra le cose più dispiacevoli della mia vita, un simbolo di disgrazia».

E ha sottolineato di essere tornato in Australia convinto del proscioglimento: «Ho deciso così per il mio onore e per la reputazione della Chiesa» (Il Sussidiario, 5 novembre).

La lettera dal Vaticano

A pagina 149 del suo libro Diario di una prigionia, in cui racconta i suoi 404 giorni passati in carcere da innocente, il cardinale George Pell scrive: 

«È arrivata anche una misteriosa fotocopia di una lettera dal Vaticano, senza firma. È stata molto incoraggiante. Diceva che “in questo momento difficile, per tutto il tempo, le sono rimasto vicino con la mia preghiera e il mio sostegno spirituale”. L’autore si dice dispiaciuto per la mia condanna. Poi con mia sorpresa scrive: “Lei ha aiutato la Chiesa cattolica in Australia a uscire da un liberalismo distruttivo, guidandola ancora verso la profondità e la bellezza della fede cattolica. Temo che adesso dovrà pagare anche per la sua incrollabile cattolicità. Ma in questo modo sarà molto vicino al Signore”. Ha concluso con la promessa di “una continua vicinanza nella preghiera”». 

Chi fosse l’autore anonimo di quella lettera arrivata nel carcere australiano da San Pietro, lo ha rivelato per la prima volta lo stesso Pell. Lo ha fatto durante la presentazione a Roma del suo libro. «Adesso posso darvi l’indiscrezione», ha sorriso il cardinale ai presenti. «Quella lettera era di Benedetto XVI» (Tempi.it, 5 novembre).

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