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Troppi morti dopo il vaccino anti covid: attenti allo studio che sa di bufala

COMIRNATY PFIZER VACCINE MRNA

Martin Podzorny I Shutterstock

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 16/11/21

E’ uno studio che ha fatto rumore, nonostante sia basato su dati tutt’altro che scientifici, e ben camuffati. Lo ha fatto la fondazione Hume

Troppi morti dopo i vaccini anti covid? Uno studio allarmante afferma questa tesi. A curarlo il divulgatore scientifico Mario Menichella della Fondazione Hume.

E’ uno studio che ha fatto rumore poiché ripreso da diversi giornali, nonostante sia basato su dati tutt’altro che scientifici, e ben camuffati. Avvenire (14 novembre) ha svelato il “trucco” utilizzato dai curatori di questa ricerca.

Sfiduciare la vaccinazione

Nel lungo e documentato articolo della fondazione Hume si vuole offrire «una stima realistica degli effetti avversi dei vaccini anti-Covid e del rapporto rischi-benefici». 

I risultati sono terribili. Perché emerge che dopo aver inoculato dosi di Pfizer, Moderna o Astrazeneca ci sono stati molti più morti rispetto a quelli registrati con altri vaccini. 

Non è una ricerca sottoposta a revisione tra pari. Né è stata pubblicata da riviste scientifiche, fa notare Avvenire. Ma un articolo nel quale, pur sottolineando «l’enorme importanza della vaccinazione contro il Covid degli over 50 e dei soggetti fragili», tra le altre cose si tenta «una stima del rapporto rischi-benefici, che pare spostare il punto in cui essi si bilanciano verso i 40-45 anni di età», e in cui si definisce «la vaccinazione dei giovani poco sensata» e quella dei bambini «poco responsabile».

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La presunta differenza con i vaccini anti influenzali

Il dato centrale dell’articolo è che negli Stati Uniti, nel biennio 2019-2020, la mortalità da vaccini antinfluenzali è stata di circa 0,26 morti per milione di dosi. Mentre per i vaccini anti-Covid, Pfizer e Moderna, si sono registrati 22,7 morti per milione di dosi somministrate. La fonte per ottenere questi numeri è il grande database americano del Vaers, che – si legge – «da oltre 30 anni raccoglie le segnalazioni di effetti avversi relative a tutti i vaccini somministrati».

Il dato è in linea con quello del Regno Unito, ottenuto consultando il database dell’MHRA. Qui si sono avuti 21,2 morti per milione di dosi con Pfizer e 28,3 con Astrazeneca.

Il sistema (poco autorevole) Vaers

Ma per capire come funziona esattamente il Vaers (e il sistema MHRA nel Regno Unito) è bene andare sul sito dei Cdc americani (i ‘Center of disease control & prevention‘), dove una scheda in punti spiega che:

«1) Vaers è un programma nazionale di sorveglianza della sicurezza dei vaccini che aiuta a rilevare modelli di segnalazione insoliti o imprevisti di eventi avversi per i vaccini.

2) Vaers è un sistema di sorveglianza passiva, il che significa che si basa su persone che inviano resoconti delle loro esperienze dopo la vaccinazione.

3) Vaers accetta segnalazioni da chiunque, inclusi pazienti, familiari, operatori sanitari e produttori di vaccini.

4) Vaers non è progettato per determinare se un vaccino ha causato o contribuito a un evento avverso. Un rapporto al Vaers non significa che il vaccino abbia causato l’evento».

L’anestesista morto dopo l’incidente stradale

Nelle scorse settimane “Query“, la rivista ufficiale del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (Cicap), ha pubblicato un articolo dal titolo emblematico: «Vaers: come un database del governo degli Stati Uniti alimenta una pericolosa disinformazione sui vaccini»

Il quotidiano dei vescovi riporta le parole dell’autrice dell’interessante articolo di “Query“, Graziella Morace: «Su Vaers si può trovare di tutto. Anche segnalazioni prive di un collegamento plausibile con un vaccino, come casi di persone morte in un incidente stradale mentre tornavano a casa dopo essere state vaccinate».

Emblematico il caso dell’anestesista James Laidler. Nel 2004 «per dimostrare che chiunque può scrivere ciò che vuole sul Vaers e mostrare quindi la necessità di cautela nell’interpretazione dei dati da parte dei non esperti, pubblicò una segnalazione in cui affermava che il vaccino antinfluenzale lo aveva trasformato nell’incredibile Hulk».

Quindi, in un momento della pandemia delicato come questo, divulgare uno studio che si origina da database altamente manipolabili e poco accurati, ci sembra tutt’altro che scientifico e sopratutto non veritiero.

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