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Un angelo ha aiutato il beato Giovanni Liccio a costruire il suo monastero

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Youtube | Caccamo Live

don Marcello Stanzione - pubblicato il 13/11/21

Il biografo del beato siciliano descrive la discesa provvidenziale dello spirito celeste sotto forma di "giovane raggiante"

Fra Giovanni Liccio fu un beato frate domenicano che viene ricordato come memoria liturgica il 14 novembre e che venne soccorso dagli angeli quando fu afflitto da vari problemi. Giovanni Liccio nacque nel 1430 da figlio di contadini poveri a Caccamo, in provincia di Palermo.

Perse la madre già a 6 mesi dopo la nascita. Il padre, forse per la povertà della famiglia, forse per il dolore della perdita, trascurò il figlio. Fortunatamente il bambino fu allevato prima da una vicina di casa che si prese cura di lui evitandogli la morte, poi da una zia.   

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Il beato Liccio.

I domenicani

Dopo un’infanzia povera ma molto pia, Giovanni arrivò casualmente a Palermo dove a all’età di 15 anni circa si confessò da Pietro Geremia, priore e maestro dei novizi del nuovo monastero riformato domenicano di Santa Zita. Egli colpito dalla bontà del giovane gli raccomandò l’ingresso nell’ordine dei domenicani.

Sotto la guida del beato Pietro Geremia, Giovanni fece presto meravigliosi progressi nella vita spirituale. 

Conversioni dopo le sue prediche

Dopo la sua ordinazione sacerdotale, Giovanni Liccio lavorò i primi anni come insegnante, ma grazie alla sua notevole capacità comunicativa, fu nominato missionario popolare. Come tale attraversò tutta la Sicilia, ma anche la Lombardia, il Veneto e la Romagna. Dappertutto le sue prediche causarono molte conversioni. Il suo ardente amore per la sua isola e le sue preoccupazioni per il vergognoso comportamento morale dei suoi abitanti, lo spinsero a desiderare ferventemente la costruzione di un convento nel suo paese Caccamo. Questa impresa, però, la ostacolarono numerose traversie. 

La consacrazione a santa Maria degli angeli

Il beato fece ricorso alla preghiera, fermamente convinto che Dio gli avrebbe fatto vedere come realizzare il suo progetto. Non fu disilluso. Un giorno gli apparve un angelo e gli ordinò di costruire il suo monastero lì dove avrebbe trovato le fondamenta del convento già scavate. Mentre stava riflettendo sul senso di queste parole, ricevette la notizia che alcuni contadini avevano trovato, in un bosco vicino delle fondamenta appena scavate.

Siccome furono viste per la prima volta in quel posto, sostennero che potevano essere solo opera di mani angeliche. Il padre Giovanni Liccio interpretò tutta questa faccenda come segno della divina provvidenza a costruire il monastero in quel posto e di consacrarlo a Santa Maria degli angeli.

L’apparizione dell’angelo

Ancora gli mancavano i soldi necessari e tutto il materiale per la costruzione, ma il beato ricominciò a pregare ferventemente. Dopo aver passato tutta la notte in preghiera, vide la mattina dopo, davanti alla porta della casa dove aveva trascorso la notte, un carro di buoi pieno di legno e mattoni, al cui fianco stava un bellissimo e raggiante giovanotto. Poteva solo trattarsi di un angelo.

L’angelo scomparve, ma il santo domenicano si mise all’opera aiutato da molta brava gente. Trovando continuamente miracoloso aiuto, Giovanni Liccio terminò la costruzione, iniziata nel 1487, nel 1494 e divenne il primo priore di questo monastero domenicano. 

“Apostolo della Sicilia”

Dal suo paese Caccamo, Giovanni Liccio attraversò diverse volte l’intera isola come predicatore itinerante molto rispettato e di gran successo, tanto che si conquistò persino il titolo d’onore di “Apostolo della Sicilia” anche grazie ai miracoli che compiva. Contribuì moltissimo al rinnovamento religioso e morale della Sicilia. 

Dai suoi superiori d’ordine, il beato Liccio fu nominato vicario generale della congregazione riformata in Sicilia, e chiamato diverse volte come visitatore dei monasteri del suo ordine. Giovanni Liccio ebbe una venerazione molto particolare per le sofferenze del Redentore. Quando predicava, fu capace per la sua eloquenza, di sollecitare anche i cristiani più testardi e incalliti a pentirsi.

111 anni?

Dopo la sua morte, avvenuta il 14 novembre del 1511, secondo le lezioni dell’ufficio per la sua festa, alla sua morte aveva centoundici anni, cosa assai improbabile. 

Fu eseguito, sopra la sua tomba a Caccamo, il suo ritratto, nel quale abbraccia la croce e gli altri utensili della passione di Cristo. In una tavola commemorativa, presso il municipio di Caccamo, si ricordava la miracolosa costruzione del monastero “Santa Maria degli Angeli” a Caccamo con l’aiuto degli angeli. Il culto del beato Liccio fu approvato nel 1753.

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