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Alix Montagne (Fratello): «Chiediamo la grazia della semplicità»

POPE FRANCIS - WORLD DAY OF THE POOR - ASSISI - AFP

Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP

Agnès Pinard Legry - pubblicato il 13/11/21

Co-organizzatrice dell’incontro occorso ieri, venerdì 12 novembre ad Assisi, tra papa Francesco e 500 poveri, Alix Montagne, vice-presidente di Fratello, sottolinea l’importanza del posto dei più poveri nelle nostre vite.

È tempo […] che ai poveri sia restituita la parola, perché per troppo tempo le loro richieste sono rimaste inascoltate. È tempo che si aprano gli occhi per vedere lo stato di disuguaglianza in cui tante famiglie vivono. È tempo di rimboccarsi le maniche per restituire dignità creando posti di lavoro. È tempo che si torni a scandalizzarsi davanti alla realtà di bambini affamati, ridotti in schiavitù, sballottati dalle acque in preda al naufragio, vittime innocenti di ogni sorta di violenza. È tempo che cessino le violenze sulle donne e queste siano rispettate e non trattate come merce di scambio. È tempo che si spezzi il cerchio dell’indifferenza per ritornare a scoprire la bellezza dell’incontro e del dialogo. È tempo di incontrarsi. È il momento dell’incontro. Se l’umanità, se noi uomini e donne non impariamo a incontrarci, andiamo verso una fine molto triste.

Le parole pronunciate da papa Francesco ieri, venerdì 12 novembre, nella basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, hanno saputo toccare i cuori di quei 500 poveri presenti per l’inedito incontro in preparazione alla Giornata Mondiale dei Poveri, organizzata per questa domenica. «L’incontro è stato semplice e naturale», racconta ad Aleteia Alix Montagne, vice-presidente e co-fondatrice di Fratello. 

Che cosa si porta dall’incontro di papa Francesco coi poveri ad Assisi? 

Alix Montagne: In due parole direi “semplicità e gioia”. Diversi di loro mi hanno confidato di aver avuto la sensazione di essere nella loro parrocchia, di star parlando con il loro parroco. Con le sue parole e con i suoi gesti, papa Francesco ha saputo rendersi prossimo a ciascuno di loro. E poi eravamo 500 in una basilica che può contenere fino a 1.500 persone, quindi per forza di cose si rinforza la sensazione di prossimità e di semplicità. 

L’ambiente era gioioso senza con ciò diventare esuberante: c’era qualcosa di semplice e di profondamente naturale. Dopo l’incontro con il Papa siamo stati accolti per un bel pranzo da mons. Domenico Sorrentino, il vescovo di Assisi. Per il pomeriggio erano state previste diverse visite con momenti di confronto, prima di una “veglia della misericordia” e di una processione con le lanterne a sera. Stamattina, sabato, ci attende invece un invio in missione perché ciascuno possa rientrare nella sua diocesi per celebrare la Giornata Mondiale dei Poveri. 

Perché la Giornata Mondiale dei Poveri di questa domenica è così importante? 

Questa Giornata è stata inaugurata in seguito a una richiesta di Étienne Villemain – che allora era presidente dell’associazione Lazare – a papa Francesco. E il Papa ha risposto favorevolmente. L’idea fondamentale è collocare i poveri, i più “reietti”, al cuore della società e non in periferia. Questa giornata permette alle persone isolate di ritrovarsi, è un tempo spirituale forte per loro, ma anche per l’insieme del popolo di Dio. 

Questa giornata è un soffio e comporta un vero dinamismo ecclesiale: permette a ciascuno di aprire il proprio cuore per gustare la povertà, per lasciare che Cristo viva sempre di più in noi. I poveri sono il tesoro della Chiesa. 

Quest’anno poi prende una dimensione particolare, essendo passati pochi giorni dal discorso dei Vescovi raccolti a Lourdes, col loro appello alla spoliazione. 

Ieri e oggi ad Assisi sono accadute e accadono tante cose, ma numerosi eventi sono previsti anche per domani, domenica… 

Fratello ha avviato o accompagna una cinquantina di iniziative nel mondo, questa domenica, per la Giornata Mondiale dei Poveri. Abbiamo permesso a diversi Paesi di mettersi in marcia: al Brasile, al Madagascar nella prigione di Fianarantsoa, alla Filippine nella discarica di Manila, al Ruanda nel santuario di Kibeho, ma anche a diversi Paesi europei, e poi all’Armenia, al Libano, a Gerusalemme e Betlemme, a New York… e alle 15 (ora di Roma) di questa domenica, i fratelli di tutto il mondo si ritroveranno attorno a Papa Francesco su Zoom per un momento mondiale di preghiera. 

Che cos’è che i poveri ci dicono del messaggio di Cristo? 

I poveri non amano i discorsi di circostanza, non amano le pose. Davanti al povero siamo in verità. Durante un’assemblea Fratello a Lourdes, avevamo sentito la testimonianza di una persona che viveva per strada, nei sottoscala. E ha detto queste parole: 

Oggi non so dove dormirò domani, ma una cosa la so: il mio rifugio è Gesù. 

Le sue parole mi hanno sconvolta: c’è tutto il senso della vocazione evangelica. 

Come fare per avvicinarsi ai più poveri? 

Bisogna domandare questa grazia allo Spirito Santo. Talvolta la povertà è stigmatizzata, come l’handicap, ma bisogna superare questa cosa, nella grazia della semplicità, e rivolgersi a loro senza pregiudizi, senza a priori. Farsene prossimi significa accoglierli così come sono. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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