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Quella volta che san Martino… scampò ai briganti (1/3)

SAINT MARTIN ATTAQUÉ PAR DES BRIGANDS

Master of Jean Rolin II, Public domain, via Wikimedia Commons

San Martino aggredito dai briganti.

Anne Bernet - pubblicato il 11/11/21

L’11 novembre i cristiani festeggiano san Martino di Tours, il militare misericordioso di cui nella sola Francia circa 500 chiese portano il nome. Aleteia vi racconta tre disavventure attraversate vittoriosamente dall’ex militare: la prima è quella in cui sfuggì ai briganti.

Nel 355, spinto da un sogno, Martino lasciò la città di Poitiers e il suo vescovo, Ilario, per tornare a Sabaria, la sua città natale (nell’attuale Ungheria). È giunto il momento – così gli era stato rivelato in sogno – di andare a portare l’Evangelo ai suoi genitori, che ancora erano pagani. Partì dunque, a piedi, in direzione dell’Italia, con l’intenzione di varcare i valichi alpini e continuare verso Torino e Milano. 

Fintanto che viaggiò lungo le strade romane, sorvegliate dall’esercito e molto frequentate, tutto andò bene, ma ecco che in montagna commise l’errore di lasciare la via principale e salire per dei sentieri laterali. 

Eccolo allora finire in posti pericolosi in cui i viaggiatori imprudenti rischiavano continuamente di incappare in bande di briganti: ed ecco che fu proprio quanto accade a Martino – un gruppo di banditi lo arrestò, lo perquisì rovesciandolo come un calzino e constatò con dispetto che quello non aveva con sé un solo sesterzio. Allora, siccome sembrava una persona colta, gli uomini decisero di trattenerlo in ostaggio, con l’intenzione di reclamare dai suoi parenti un riscatto. 

«Sono cristiano» 

Il capo della banda lo affidò dunque a uno dei suoi luogotenenti, con l’incarico di condurlo in una delle loro tane e di cercare di estorcergli l’indirizzo di una famiglia che (a torto) quelli supponevano essere ricca: a tutte le sue domande, però, Martino opponeva tranquillamente l’unica risposta che, ai suoi occhi, spiegava la sua povertà e il suo stato spoglio – «Sono cristiano». 

Al carceriere la risposta non sembrava significativa e utile, ma c’è una cosa che colpì l’aguzzino: normalmente, i suoi prigionieri tremavano dallo spavento di ritrovarsi in mano alla loro banda. Perché questo invece no? «Non hai paura?», gli chiese stupito. Martino, sempre calmo e indifferente, rispose con un sorriso: 

Mai mi sono sentito tanto al sicuro, perché so che la misericordia del Signore verrà ad assistermi in tutte le mie prove. Invece ho compassione per te, perché il tuo mestiere ti renderà indegno della misericordia di Cristo. 

Toccato dalla Grazia 

Quel bandito non era un uomo cattivo. Erano tempi difficili: strozzati dalle tasse, anche dei bravi contadini, dei commercianti, messi con le spalle al muro e privati dai loro beni, che lo Stato confiscava, non trovavano di meglio che rubare per mettere insieme la giornata. Era sicuramente anche il caso di quell’uomo, che possedeva ancora un fondo di onestà. Chiese infatti al suo prigioniero perché incorresse in una simile condanna. Martino, imperturbabile, lo catechizzò, e lo fece con tanto ardore che il meschino, in lacrime, gli chiese se non ci fosse un qualunque mezzo per sfuggire all’inferno che lo avrebbe ghermito. Martino gli rispose che bastava cambiare vita, perché Gesù perdona volentieri al peccatore pentito, e per dargliene certezza gli parlò della Maddalena e del buon ladrone attaccato alla croce, e di come quest’ultimo si sia visto promettere dalla bocca stessa del Maestro il paradiso. 

Il bandito, toccato dalla Grazia, liberò il prigioniero e lo rimise sulla strada verso l’Italia. Poi, giunto a Milano e sicuro che il suo protetto fosse al sicuro, chiese il battesimo e si fece monaco. Molti anni più tardi, quando la fama di Martino avrebbe percorso il mondo, l’ex brigante avrebbe più volte raccontato come si erano rimessi a vicenda “sulla buona strada”. Il vescovo di Tours l’aveva strappato alla perdizione.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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san martinosanti e beati
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