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I film di Checco Zalone? Richiamano alla fede in senso positivo

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Famiglie SMA | Youtube

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 11/11/21

Ogni volta che vanno in onda, continuano a fare incetta di telespettatori. Tra il bene e la conversione richiamano valori cristiani

Ogni volta che vanno in onda, continuano a fare incetta di telespettatori: stiamo parlando dei film di Checco Zalone. Pellicole che secondo un’analisi di don Marco Sanavio su Famiglia Cristiana, a loro modo, alla fede? 

Antidoto alla tossicità

«Nei film di Checco Zalone – dice Sanavio – la Chiesa cattolica è sempre trattata con i guanti. Non diventa mai parafulmine di critica acida. Anzi è spesso antidoto alle dinamiche tossiche che si insinuano nella convivenza civile, è segnale indicatore nel disorientamento della vita liquida. Indizi disseminati da tempo nella filmografia di Zalone, a partire da “Cado dalle nubi”, dove uno degli snodi della storia sono proprio le lezioni di chitarra che l’attore pugliese offre ai ragazzi disagiati presso l’abbazia di Morimondo. Fino alla figura positiva di Ivano di “Che bella giornata” che intreccia il percorso della sua vocazione al sacerdozio con le mosse maldestre del protagonista.

La logica del dono

“Quo vado”, secondo il sacerdote, «ammicca sin dal titolo, non solo al colossal che racconta il percorso di san Pietro verso la crocifissione». 

Ma a quella ricerca di senso che da sempre è «la dinamica che innesca il fenomeno religioso. Troppe pretese per un semplice motto di spirito? Può darsi, ma quella che è narrata nel lungometraggio di Nunziante e Zalone è una vera e propria conversione anzi, per dirla tutta, un cambiamento di coppia che porta Checco e Valeria a passare da prospettive autocentrate ad un progetto di famiglia che implica la logica del dono». 

Una chiamata alla missione

Checco Zalone, prosegue don Marco, «transita attraverso varie tappe che lo portano prima al rispetto della forma (la vita più civile che si conduce in Norvegia), poi all’osservazione della morale senza espressione di giudizio (i vari rapporti di coppia che Valeria, la fidanzata, ha sperimentato), sino all’osservanza stretta della legge quando si trova in Calabria alle prese con dinamiche mafiose che non consentono alla coppia di gestire un’oasi per animali».

È l’Africa, «con il suo richiamo all’essenzialità e alla generosità verso i bisognosi, a ridare colore e direzione alla vita della coppia cinematografica ai figli avuti all’interno delle varie relazioni di lei». E questo accade «proprio nel momento in cui il richiamo al posto fisso, ovvero alle sicurezze di sempre, avrebbe suggerito una chiusura del cuore e della vicenda. Una chiamata alla vita, alla missione», chiosa don Marco.  

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