La nuova serie rappresenta Gesù come il tipo di amico per cui stravolgi tutta la tua vita
“Che tipo di uomo fa lasciare tutto a uno come Pietro?” Mi sono posta questa domanda per anni, insoddisfatta per le raffigurazioni noiose o deboli di Gesù che vedevo nell’arte e nei film. Che tipo di uomo è in grado di convincere uno snob come Natanaele, un prepotente come Zaccheo, una donna pratica come Marta ad amarlo senza riserve? Perché quando incontriamo Gesù, tutto cambia. Il cristianesimo diventa meno un’ideologia e più un’avventura sfrenata, una storia d’amore.
È questo il Gesù che vedo in The Chosen, una serie televisiva che vuole presentare Gesù e i Suoi discepoli alla gente con una narrazione accattivante. Non è la Bibbia portata sullo schermo, è una finzione biblica, piena di speculazione, storie sullo sfondo e sviluppo fantasioso dei personaggi. Il risultato è una serie che mostra Gesù proprio come L’ho sempre immaginato.
È un Gesù che ride, che prende in giro, un Gesù che va alla ricerca di chi è perduto e si rallegra quando lo trova. Non è un maestro formale e distante, ma il tipo di amico per cui si stravolge tutta la propria vita. È il Gesù che amo.
Mi ritrovo a provare nostalgia di Lui in ogni episodio. Quando pronuncia il nome di Maria Maddalena, quando fa l’occhiolino a Barnaba, quando trascorre del tempo con i bambini, Lo guardo e vedo il Dio che mi chiama per nome. Questo Gesù che prende in giro ma i cui occhi brillano di orgoglio quando mi guarda. Questo Gesù che fa sì che chi Lo ama si perda guardandolo, chiedendosi cosa possa aver fatto di buono per meritarlo.
In un momento in cui l’Eucaristia è a volte lontana, è una grande consolazione potersi avvicinare a Gesù in un modo nuovo, essere riportati alla Sua presenza nella Scrittura da un programma che punta sempre oltre se stesso.
E man mano che conosciamo Gesù, vediamo che anche gli altri acquistano vita.
Prendete Simon Pietro. Devo ammettere che in questo programma lo odio – nei modi giusti. È arrogante e impetuoso, e formula sempre i suoi progetti senza curarsi delle intenzioni di Gesù. E anche se ho criticato Pietro per anni, non mi ha mai dato tanto fastidio. Ho portato questa cosa nella preghiera e mi sono resa conto che le cose che mi fanno impazzire di Pietro sono proprio quello che sono incline a fare io.
Ma guardo come Gesù lo ami e mi viene ricordato che ama anche me, nonostante la mia fragilità. A un certo punto, parlando alla moglie di Pietro, Gesù sorride e dice: “Il Simone normale è già abbastanza difficile, pensi che voglia avere a che fare con un Simone preoccupato?” Pietro è una bella gatta da pelare, ma Gesù lo ama lo stesso. Come ama me.