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Superman, un nuovo “Mosè”?

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Krikkiat - Shutterstock

Daniel R. Esparza - pubblicato il 04/11/21

Jerry Siegel e Joe Shuster hanno avuto l'idea nel 1933, quando erano ancora alle superiori. Superman si è ispirato sia ai racconti popolari ebraici che alla Torah

In un’intervista concessa poco dopo la pubblicazione del suo libro Hiding nel 1998, il filosofo statunitense Mark C. Taylor ha affermato che la religione “è più interessante laddove è meno ovvia”, e che “c’è una dimensione religiosa in ogni cultura”.

La cultura pop non fa certamente eccezione. Al contrario, è uno di quei settori in cui la religione può sembrare “meno ovvia”. La maggior parte delle manifestazioni culturali popolari è piena di riferimenti religiosi impliciti o espliciti, tratti da Scrittura, tradizione orale o qualsiasi altro canale attraverso cui costumi, credenze, rituali, pratiche, convenzioni e storie potrebbero conservarsi e trasmettersi.

Superman è sicuramente uno dei simboli più diffusi della cultura pop statunitense, e come c’era da aspettarsi è anche uno di quelli più carichi di aspetti religiosi.

Alcuni interpreti intendono i messaggi religiosi in Superman come apertamente cristiani.

Ad esempio, quando Pa Kent (non si dà il nome del padre adottiva e “terreno” del Superman “inviato dal cielo”) dice al bambino di nascondere agli altri i suoi poteri eccezionali, alcuni lettori vedono una sorta di parallelismo con Gesù. Anni “nascosti” o “perduti”.

Se consideriamo anche il fatto che il nome della madre di Superman su questo pianeta è “Maria”, la tavola sembra essere preparata per un lettore cristiano.

Ma no, non si è ispirato a Gesù

Come spiega Dan W. Clanton Jr. nel suo articolo “Le origini di Superman”, un paragone tra Superman e il Cristo del Nuovo Testamento è possibile, ma solo fino a un certo punto.

“Semplificando i Vangeli”, scrive Clanton, “si potrebbe avere un’immagine di Cristo come qualcuno che scende dai cieli come un extraterrestre, ma che ha sia una presenza che un’apparenza umana, che desidera aiutare l’umanità attraverso i suoi poteri sovrumani.. e che ha una madre umana di nome Maria”.

Ad ogni modo, avverte Clanton, “non dobbiamo fare troppi di questi parallelismi; mancano troppi dettagli e aspetti della trama per un vincolo sostantivo”.

Di fatto, Superman è più un Mosè che una figura simile a Cristo.

Fin dall’inizio, quando Jerry Siegel e Joe Shuster hanno avuto l’idea nel 1933, quando erano ancora alle scuole superiori, Superman si è ispirato sia ai racconti popolari ebraici che alla Torah. Siegel e Shuster erano figli di immigrati ebrei europei, e si sono sicuramente basati molto sulla propria tradizione quando hanno creato il loro supereroe.

Da un lato, Superman si è basato liberamente sul famoso racconto popolare del Golem di Praga, in cui il rabbino praghese Loew, del XVI secolo, crea un essere umano per difendere il ghetto dagli attacchi antisemiti.

Superman, come il Golem, sarebbe una sorta di campione degli oppressi, solo che il Golem è fatto di argilla (e la sua storia finisce in disastro), mentre Superman è l’uomo di acciaio.

Un nuovo “Mosè”?

Superman è però chiaramente più una metafora di Mosè. Clanton indica tre similitudini fondamentali: (1) la natura “divina” del cognome di Superman (cfr. sotto di più sul significato religioso di Kal-El); (2) il tema dell’immigrazione a favore della sopravvivenza; (3) l’adozione di un’“identità duale” come un tema che alla fine dev’essere risolto con una scommessa coraggiosa a favore degli oppressi.

Superman, come Mosè, nasce in tempi pericolosi. Era un momento molto specifico della storia dell’Egitto, in cui gli israeliti erano ancora una minoranza schiavizzata, ma tuttavia la popolazione stava aumentando.

Preoccupato del fatto che potessero crescere numericamente finendo per diventare una forza minacciosa capace di stringere alleanze con i nemici dell’Egitto, il faraone ordinò di uccidere tutti i bambini ebrei più piccoli per ridurre la popolazione.

La madre ebrea di Mosè, Iochebed, lo nascose in segreto, lo mise in una cesta (una specie di barca) e lo mandò lungo il Nilo, nella speranza che qualcuno lo trovasse, lo accogliesse, lo crescesse e lo tenesse al sicuro.

Mosè venne salvato dalla figlia stessa del faraone e crebbe in un contesto in cui la sua vera identità rimase nascosta. Solo molto più tardi scoprì chi era davvero e usò il suo “potere” per liberare il suo popolo dalla tirannia.

Un nome “divino”

La storia di Superman riflette quella di Mosè. Anche lui viene allontanato da una morte sicura dai genitori, che lo mettono su una nave (spaziale) nella speranza che qualcuno alla fine lo trovi e lo tenga lontano dal pericolo.

Come Mosè, è cresciuto in un ambiente estraneo in cui si vede costretto a tenere nascosta la sua vera identità, e gli si permette di rivelarla solo per proteggere gli altri da qualsiasi danno.

Aspetto ancor più interessante, il vero nome kryptoniano di Superman, Kal-El, include un nome comune del Vicino Oriente per Dio, “El”.

Questo nome appare nella Bibbia come inserito in altri nomi per riferirsi a Dio: Elohim (che si può tradurre, con qualche licenza, come “Il dio vivente”), ed El-Shaddai (traducibile come “Il Dio onnipotente”, “Il dio che è più che sufficiente”, o “L’autosufficiente”).

Fa anche parte di altri nomi tipicamente ebrei: Isra-El, Dani-El, Gabrie-El e simili. Il nome kryptoniano di Superman, quando viene scritto in ebraico, potrebbe tradursi come “La voce di Dio” (un’espressione usata spesso per riferirsi ai profeti) o “Il dio veloce”.

Ad ogni modo, Superman può essere letto come un personaggio religioso, ebreo o cristiano. In entrambi i casi, il personaggio continua a offrire ai lettori (e agli spettatori) una storia costruita intorno a una scommessa esistenziale fondamentale: quella di abbracciare la propria identità autentica e di metterla al servizio disinteressato degli altri.

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