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Shelly Pennefather, dal campo di basket alla clausura

SHELLY

Capture | VILLANOVA UNIVERSITY-Courtesy

Sandra Ferrer - pubblicato il 29/10/21

Ha abbandonato una promettente carriera come giocatrice di basket per entrare in uno degli ordini di clausura più rigidi

Ogni uomo e ogni donna che lascia la vita mondana per abbracciare la vita religiosa si lascia alle spalle una storia propria. Come se si trattasse di due racconti diversi, la strada è divisa tra un prima e un dopo.

In molti casi, la vita religiosa presuppone nuovi incontri con la propria esistenza secolare precedente. Ci sono religiosi e religiose che restano in contatto con i propri familiari e svolgono anche attività nella loro ex comunità. Decidere di entrare in un convento di clausura presuppone un impegno molto più elevato, perché le religiose che lo fanno sanno di abbandonare il mondo praticamente per sempre. Il chiostro diventa il loro universo, e non ne escono nemmeno per essere seppellite.

Mary Michelle (Shelly) Pennefather era una bambina qualsiasi di un paese qualsiasi degli Stati Uniti che avrebbe potuto passare alla storia come una delle più brillanti giocatrici di basket di tutto il mondo, e invece è diventata famosa per un motivo ben diverso. Anni fa, quando era all’apice della sua carriera, ha lasciato il campo da basket e ha annunciato il suo ritiro in un convento di Clarisse.

Shelly Pennefather fa parte di un’ampia famiglia cattolica di sette fratelli con cui è cresciuta felice. Ha studiato in varie scuole cattoliche, in cui ha iniziato a spiccare sul campo da basket, vincendo anche tre campionati statali.

Mancanza di qualcosa

Shelly ha iniziato ad allenarsi a livello professionale quando studiava alla Villanova University, in Pennsylvania, mietendo successi con il sostegno incondizionato del suo allenatore, Harry Perreta. Nel 1987 ha vinto il Trofeo Wade per la migliore giocatrice universitaria.

Quando si è laureata, ha firmato un contratto per giocare a livello professionale in Giappone, dove si è trasferita per iniziare una vita di contraddizioni. I successi professionali non la rendevano del tutto felice. La solitudine e il vuoto che provava stando lontano dai suoi cari iniziavano a farle male all’anima.

In quel periodo di ricerca di ciò che voleva davvero, di quello che riempiva veramente la sua vita, Shelly Pennefather si è imbattuta in un versetto del Vangelo di Giovanni: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui” (Gv 6, 56).

Secondo quanto ha spiegato in un reportage della televisione statunitense, è stato allora che ha sentito la presenza di Dio al suo fianco e ha saputo quale sarebbe stato il suo cammino di vita. Ha rifiutato un contratto che le avrebbe fatto guadagnare migliaia di dollari e una vita lussuosa. Probabilmente sarebbe diventata la giocatrice di basket più ricca del mondo, ma aveva altri progetti, molto diversi.

La svolta a 25 anni

Nell’estate 1991, a 25 anni e con una brillante carriera davanti, ha deciso di dare una svolta alla sua esistenza e ha preso l’abito religioso in una delle congregazioni di clausura più rigide. Diventata suor Rosa Maria della Regina degli Angeli, vive da allora nel convento delle Clarisse di Alexandria, nello Stato della Virginia.

Lì vive felice, in una completa clausura, dormendo su un materasso di paglia al massimo per quattro ore di seguito. Il contatto con il mondo è strettamente controllato, potendo ricevere due visite all’anno da parte dei familiari, che può vedere attraverso una grata. Ha il permesso di incontrare personalmente i suoi cari solo una volta ogni 25 anni.

Questa vita che ad altri potrebbe sembrare una prigione dà senso all’esistenza di suor Rosa Maria, che si è lasciata alle spalle palla e canestro per prendere l’abito e dedicare la sua vita alla preghiera.

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