Liberata all’inizio di ottobre dopo quattro anni e otto mesi di cattività nel Mali, in mano a degli jihadisti, suor Gloria Narvaez Argoti è tornata a riflettere su quanto ha vissuto in detenzione: «Quel che più mi ha dato forza è stata la fede, la preghiera», ha dichiarato in un’intervista a Vatican News.
Missionaria colombiana rapita nel febbraio 2017 in Mali e liberata all’inizio di ottobre 2021, suor Gloria Narvaez Argoti è stata tenuta in ostaggio da un gruppo affiliato ad Al-Qaeda per quattro anni e otto mesi. Una prova durante la quale la sua fede e la preghiera l’hanno sostenuta quotidianamente, ha dichiarato in un’intervista accordata a Vatican News lo scorso 25 ottobre:
Ho sentito molta fiducia in Dio, in ogni momento. […] Quando potevo camminare un poco nel deserto e guardare la grandezza della creazione, il sole che si levava al mattino, i cammelli che camminavano sulle dune… In ogni momento ero unita a Dio e sentivo di Dio una grande sicurezza.
Quel che più mi ha fortificata è stata la fede, la preghiera: recitavo sempre i salmi e avevo forte fiducia in Dio, e nel fatto che tutti pregavano e si univano spiritualmente a me.
Discriminata perché religiosa
Per quanto riguarda le condizioni della sua detenzione, la suora ha dichiarato che le sue relazioni con i rapitori erano improntate a «preghiera per ciascuno di loro».
Mi hanno sempre discriminata – dice in dettaglio – perché sono religiosa. Hanno sempre detto che l’Islam è la religione.
Suor Gloria dice di non aver mai temuto per la sua vita:
Avevo molta fiducia in Dio. Mi dicevo “poco importa”, perché ero pronta a dare la vita. Poco importa.
Liberata sabato 9 ottobre 2021, è stata ricevuta l’indomani da papa Francesco a Roma, dove ha assistito alla messa di apertura del Sinodo nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Alla fine della celebrazione, il Santo Padre le si è avvicinato per benedirla.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]