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Kiko Argüello: “Dobbiamo ingaggiare una battaglia comune contro la la bestia”

KIKO ARGUELLO

John Shin-CC BY-SA 4.0

Alvaro Real - pubblicato il 27/10/21

Insieme al rabbino David Rose, è stato investito del dottorato Honoris Causa dall'Università Francisco de Vitoria

L’Università Francisco de Vitoria di Madrid (Spagna) ha investito come ‘Dottore Honoris Causa’ l’iniziatore del Cammino Neocatecumenale, Kiko Argüello, e il direttore internazionale per le questioni religiose dell’American Jewish Commitee, il rabbino David Rose. Si riconosce in questo modo il grande contributo di entrambi al dialogo ebraico-cattolico, promuovendo uno storico avvicinamento tra ebrei e cristiani.

All’inizio degi anni Sessanta del Novecento, Francisco José Gómez Argüello (Kiko), un pittore spagnolo Premio Nazionale di Pittura nel 1959, dopo una crisi esistenziale ha scoperto nella sofferenza degli innocenti il mistero del Cristo crocifisso, presente negli ultimi della Terra. Questa esperienza lo ha portato ad abbandonare tutto, e seguendo le orme di Charles de Foucauld, è andato a vivere tra i poveri di Palomeras Altas (Madrid).

In questo processo ha ricevuto l’ispirazione della Vergine Maria: “Bisogna creare comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazaret, che vivano in umiltà, semplicità e lode. L’altro è Cristo”.

CARMEN HERNÁNDEZ AND KIKO ARGÜELLO
Carmen Hernandez – Kiko Argüello

Insieme a lui c’era Carmen Hernández, anche lei spagnola e laureata in Chimica. Si è poi laureata in Teologia con i Domenicani di Valencia, e ha scoperto il rinnovamento del Concilio Vaticano II. Dopo due anni in Israele a contatto con la tradizione viva del popolo ebraico e i luoghi della Terra Santa, è tornata a Madrid con la speranza di formare un gruppo missionario per evangelizzare i minatori di Oruro (Bolivia). Attraverso una sua sorella è entrata in contatto con Kiko Argüello tra le baracche di Palomeras, si è costruita una casupola vicino al muro di una fabbrica e ha iniziato a collaborare con lui.

È cominciato così quello che oggi è noto come Cammino Neocatecumenale. In tutto il suo processo, una riscoperta del mistero pasquale e il ritorno alle primissime fonti, e quindi al mistero di Israele. Da ciò la necessaria lettura e rilettura della Scrittura, Antico e Nuovo Testamento, alla luce del mistero pasquale e del contesto storico, geografico, liturgico e morale di Israele.

Ringraziamento di Kiko Argüello

Durante il suo intervento, Kiko Argüello ha ringraziato per l’onorificenza, che “sigilla un itinerario di avvicinamento e amicizia tra il Cammino Neocatecumenale e il popolo ebraico, iniziato con Carmen Hernández nel suo viaggio in Israele nel 1963-64 e promosso dalla Dichiarazione Nostrra Aetate del Concilio Vaticano II nel 1965”.

“Una volta, un ministro di Israele mi ha chiesto da dove veniva ai fratelli del Cammino l’amore per il popolo ebraico. Credo che sia importante spiegarlo brevemente qui”, ha affermato Kiko Argüello: “Siamo tutti come Abramo, che esce dalla sua terra senza sapere dove andare. Dio sceglie Abramo, gli fa una promessa e la Parola di Dio feconda, dà vida alla storia, la mette in marcia, e Abramo deve continuare seguendo il Signore. Così insegniamo ai nostri fratelli del Cammino Neocatecumenale – perché siamo tutti figli di Abramo – che questo è il cammino della fede: vivere giorno per giorno rispondendo agli eventi della storia, in cui Dio si manifesta. I fatti della storia ci sorprendono sempre!”

L’attacco della bestia

Nel suo discorso, ha ricordato quando vissuto ad Auschwitz, affermando che “dobbiamo ingaggiare una battaglia comune contro bestia”, che “continua ad agire nel mondo e prepara un nuovo attacco contro la Chiesa e il popolo ebraico, un terribile attacco di ateismo, di negazione di Dio”.

“In questa battaglia, in questo momento storico in cui ci troviamo, credo che dobbiamo aiutarci a vicenda, cristiani ed ebrei, a stringere profondamente i nostri legami per compiere la volontà di Dio, per redimere questa società, per salvare la famiglia giudaico-cristiana e la trasmissione della fede ai figli”.

“Per noi è essenziale trasmettere la fede ai figli – abbiamo famiglie numerose. Per questo abbiamo una celebrazione domestica in cui si proclama la Parola di Dio e i genitori dialogano con i figli”, ha concluso l’iniziatore del Cammino Neocatecumenale.

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