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Il pericolo spirituale di essere sempre stanchi

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 27/10/21

L'affaticamento cronico impedisce l'amore, la donazione e la generosità. A volte abbiamo solo bisogno di fermarci, “scollegarci” e riposare

Spesso mi lamento e dicono di essere sempre stanco. Che la vita che conduco esige molto da me e non riesco a far fronte a tutto, che le cose non vanno come vorrei.

Ma vivo reagendo senza prendere l’iniziativa e controllare la mia vita, e quindi corro il rischio di vivere sempre stanco.

La mia lamentela: pesa tutto su di me

C’è gente esperta nel mostrare stanchezza: “Ho avuto una giornata pesante”, commenta sospirando.

Forse ho delle giornate in cui sento di non arrivare da nessuna parte, o non posso far bene tutto quello che mi viene richiesto.

Vedo che non sono all’altezza delle aspettative. Una giornata pesante, stancante, piena di compiti. Uno di quei giorni in cui tutto pesa su di me.

Non riesco a immaginare Gesù che si lamenta di notte con i suoi discepoli e mostra loro come si sforza di fare il bene. No, Gesù non si lamenta.

È semplicemente circondato dai Suoi discepoli e da alcune persone, che chiedono di curarle. Chiedono di ricevere una parola di speranza.

Una stanchezza sana

Per me è chiaro che la stanchezza esaurisce le mie forze. Questo mi scoraggia, mi toglie la speranza.

E so molto bene che solo se Dio agisce su di me la mia stanchezza varrà la pena.

Se Dio non agisce in me con il Suo potere e non rende feconde le mie opere, non posso far niente.

La stanchezza sana che affatica il mio corpo dopo aver dato tutto non è negativa, è positiva.

Saper riposare

Ma vedo anche che a volte mi stanco perché non so riposare, perché non stacco e ignoro le mie voci interiori che mi chiedono di fermarmi. Perché questa può essere l’unica soluzione per problemi ancora senza risposta.

Leggevo giorni fa una riflessione precisa:

“L’autentica saggezza offre solo una risposta possibile per ogni situazione. Quello che devi fare è riposarti e curarti fino a trovare una soluzione. Torna a letto per avere la forza di affrontare la tempesta quando arriverà. E la tempesta arriverà. Tra poco. Ma non questa notte. E allora torna a letto”.

Elizabeth Gilbert, “Mangia, prega, ama”

Quando sono stanco, devo imparare a riposare. E smettere di fare tutto quello che il mondo esige da me.

Per poter essere forte per donarmi. Per essere capace di risparmiare le forze per quando arriveranno i tempi difficili.

Attenzione all’affaticamento cronico

L’affaticamento cronico mi impedisce di amare, di donarmi, di essere generoso. Scollegarmi e riposare, ecco tutto quello di cui ho bisogno.

Tener conto degli allarmi della mia anima, del mio corpo, è un modo di servire meglio. Non sono Dio.

Sono solo un uomo che vuole arrivare a tutto. A volte in un’ansia malata di essere riconosciuto e valorizzato. Non posso fare tutto. Non spetta tutto a me.

Le richieste di Gesù

Mi colpisce quel momento della vita di Gesù in cui esce da Gerico dopo dopo aver pregato e curato. E va via circondato da alcune persone.

Oppresso da domande e richieste. Oppresso dall’uomo che ha una sete infinita.

E in quel momento, un cieco chiede misericordia. Un uomo cieco dalla nascita, abbandonato e rifiuutato, che non ha nessuno a cui chiedere misericordia.

Vede Gesù e grida: “Abbi pietà di me”. Grida a Gesù, il compassionevole, il misericordioso. A Gesù che è misericordioso.

Guardo Gesù cercando di far sì che un po’ della Sua misericordia penetri in me oggi. Mi sento lontano da quello sguardo compassionevole.

Non ascolto la voce di chi grida, e non ho compassione di nessuno che mi faccia del male. Non sono misericordioso con chi non fa le cose come mi aspettavo.

La misericordia

Mi piace lo sguardo di Papa Francesco, che chiede di confidare nella memoria di Dio, che non è un disco fisso che registra e immagazzina tutti i nostri dati, ma un cuore tenero e compassionevole, che si rallegra di eliminare definitivamente qualsiasi traccia del male.

Gesù non considera la mia malvagità. Mi abbraccia con la Sua misericordia per superare la mia miseria.

Si ferma per tirarmi fuori dal fango e vestirmi con abiti bianchi che non merito. Così sono la Sua misericordia e la Sua compassione.

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