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Trapianto di rene di maiale sugli esseri umani: la Chiesa ha qualche obiezione?

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Francisco Vêneto - pubblicato il 26/10/21

La dottrina cattolica è favorevole alla donazione e al trapianto di organi, ma nel caso di organi e tessuti di animali su esseri umani?

Un test di trapianto di rene di maiale su un essere umano è stato realizzato con successo negli Stati Uniti. Per via della complessità e del carattere ancora incipiente del procedimento, il testo è stato effettuato su un paziente purtroppo in stato di morte cerebrale. Oltre a questo, l’organo del maiale è stato geneticamente modificato per evitare il rigetto.

I risultati del test si sono dimostrati promettenti e offrono nuove prospettive alle persone che lottano con le insufficienze renali e spesso affrontano una lunga fila d’attesa per ricevere un trapianto di rene umano.

I medici della Langone Health, la facoltà di Medicina dell’Università di New York, hanno annunciato mercoledì 20 ottobre il primo test della storia dell’umanità che abbia avuto successo trapiantando un rene suino geneticamente modificato nel corpo di un essere umano. Il maiale ha subìto alterazioni genetiche per evitare che il organo venisse rigettato dal corpo umano, al quale è stato legato dai vasi sanguigni. In pochi minuti, secondo i ricercatori, il rene ha iniziato a funzionare normalmente.

Il dottor Robert Montgomery, medico responsabile della ricerca, ha dichiarato al quotidiano The New York Times:

“È andata meglio di quanto ci aspettassimo. Sembrava un qualsiasi altro trapianto che ho effettuato da un donatore vivo. Molti reni donati da persone defunte non funzionano immediatamente, e ci vogliono giorni o settimane perché cominci a funzionare. Questo ha funzionato subito”.

Il quotidiano ha intervistato anche la dottoressa Amy Friedman, medico ed ex responsabile dei trapianti di LiveOnNY, che ritiene incoraggiante che a breve trapianti di questo tipo possano essere effettuati su pazienti umani vivi.

Lo studio non è ancora stato revisionato per la pubblicazione sulle riviste scientifiche, ma gli esperti si sono già dimostrati speranzosi per via dei dati preliminari. Tra i prossimi passi ci saranno le valutazioni sulla longevità dell’organo trapiantato.

I medici responsabili dell’inedito test hanno reso noto che il paziente che ha ricevuto l’organo suino era egli stesso donatore di organi, ma purtroppo non ha potuto destinare nessuna parte del suo corpo alla donazione ad altri pazienti. La sua famiglia ha allora deciso di autorizzare l’esperimento scientifico che si è rivelato promettente.

La Chiesa ha qualche obiezione nei confronti dei trapianti di organo?

Come criterio generale, la Chiesa cattolica non ha obiezioni alla donazione di organi in sé, e quindi nemmeno ai trapianti di organi. Anzi, sostiene e svolge campagne favorevoli alla presa di coscienza e al coinvolgimento dei cattolici in questa causa che salva tante vite.

Come con qualsiasi altra pratica scientifica, comunque, la dottrina cattolica sostiene evidentemente che i mezzi utilizzati debbano essere conformi alla mortale, e in questo senso contribuisce chiarendo i princìpi fondamentali.

Le considerazioni di base riguardano ovviamente la donazione di organi umani. Il numero 2296 del Catechismo della Chiesa Cattolica spiega che “il trapianto di organi è conforme alla legge morale se i danni e i rischi fisici e psichici in cui incorre il donatore sono proporzionati al bene che si cerca per il destinatario”, e loda il gesto della donazione di organi di una persona defunta definendolo un “atto nobile e meritorio” e una “manifestazione di generosa solidarietà”.

Il criterio fondamentale per la donazione di organi umani è quindi il consenso espresso libero e consapevole del donatore, senza il quale la donazione è moralmente inaccettabile. La dottrina cattolica sostiene anche che è moralmente inammissibile “provocare direttamente la mutilazione invalidante o la morte di un essere umano, sia pure per ritardare il decesso di altre persone”, ovvero è immorale assassinare qualcuno o abbreviarne la vita per destinare i suoi organi a terzi, per quanto questi necessitino di un trapianto urgente.

Un altro criterio basilare è che quando un organo è fornito da un donatore ancora in vita non è moralmente accettabile che la donazione comprometta l’integrità funzionale del suo organismo. Ad esempio, la donazione di un rene influisce sull’integrità anatomica del donatore, ma non necessariamente sulla sua integrità funzionale, visto che l’organismo umano riesce a funzionare anche con un solo rene sano. La donazione di una cornea da parte di un donatore in vita, invece, non è moralmente accettabile perché lo porterebbe a perdere la vista, e in questo caso la mutilazione, che è immorale, prevarrebbe sulla donazione.

Di importanza determinante è il fatto che per quanto riguarda i donatori defunti non serve solo il consenso espresso manifestato quando erano ancora in vita, ma anche che i medici constatino in modo obiettivo e verificabile la morte cerebrale del donatore. Al riguardo, persiste ancora la necessità di approfondire i criteri impiegati per attestare la morte cerebrale umana.

E nel caso del trapianto di un rene di suino sugli umani?

Nel 2001, il Vaticano ha annunciato di non avere obiezioni morali o etiche al trapianto di organi, tessuti e cellule animali per gli esseri umani. La manifestazione si è verificata in risposta a una consultazione del Consiglio d’Europa, che aveva chiesto che le varie confessioni religiose dichiarassero la propria posizione sugli xenotrapianti, proprio quelli di organi animali su esseri umani.

La posizione della Chiesa è stata presentata da monsignor Elio Sgreccia, vice-presidente della Pontificia Accademia per la Vita, nel documento “La Prospettiva degli Xenotrapianti. Aspetti Scientifici e Considerazioni Etiche”. Il documento ha contato sulla partecipazioni di esperti come

Emanuel Cozzi, del Dipartimento di Chirurgia dell’Università di Cambridge, e Maria Luisa Lavitrano, coordinatrice di progetti di trapianti di animali in Italia.

Gli scienziati legati alla Chiesa hanno osservato che la scienza non ha ancora la conoscenza completa delle implicazioni di queste nuove procedure, i cui studi, in vari casi, erano in una fase preliminare. Questo scenario, nonostante i progressi, resta simile dopo i 20 anni trascorsi da allora, nel senso che ci sono ancora molti aspetti da studiare e testare.

Anche così, è eticamente giustificabile approvare l’uso di animali a beneficio umano considerando che per la dottrina cristiana Dio ha creato e posto gli animali e altre creature al servizio dell’uomo e del suo sviluppo. È per la stessa ragione che si considera etico cacciare, pescare o allevare animali da consumare come alimenti. Quello che va evitato, come indicazione generale, è l’imposizione della sofferenza agli animali e la loro morte superflua.

Nel caso di trapianto di organi di animali sulle persone, mons. Sgreccia ha sottolineato che, pur essendo un procedimento moralmente accettabile in linee generali, la questione richiede un approccio più approfondito per rispondere ai vasi casi. Lo stesso vale, ad esempio, anche nel caso delle cellule staminali: in sé possono essere usate, ma ci sono molte problematiche legate al loro ottenimento, soprattutto se provenienti dall’aborto intenzionale.

Va aggiunto che il Vaticano chiede un’attenzione speciale alle implicazioni etiche dei trapianti di organi e tessuti di animali su bambini, visto che questi non possono autorizzarli con piena consapevolezza. Anche in questi casi, la Chiesa ritiene che interventi di questo tipo possano essere accettabili a livello morale quando sono fondamentali per salvare la vita del bambino.

San Giovanni Paolo II si è pronunciato riguardo al trapianto di organi:

“Merita un particolare apprezzamento la donazione di organi compiuta in forme eticamente accettabili, per offrire una possibilità di salute e perfino di vita a malati talvolta privi di speranza”.

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