Infermiera, violinista e atleta paralimpica. Dopo un incidente a 20 anni ha ripreso in mano la sua vita: "Ho pensato che la cosa migliore fosse esporre le mie ferite e la mia vulnerabilità".
Il grande pubblico ha conosciuto il talento della giapponese Manami Ito dopo la sua performance musicale alla cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici di Tokyo. Ha suonato il violino con una protesi speciale al posto di un braccio. Peraltro era a Tokyo anche come atleta in gara, anzi in acqua.
Infermiera, violinista, nuotatrice senza un braccio
Un incidente in moto a 20 anni, questo evento stravolto la vita di Manami Ito che oggi ha 36 anni ed è, oltre a tutto il resto, mamma di due bimbe di 2 e 5 anni. Sono forse i loro occhi quelli a cui rende conto di un dolore e una radicale obiezione sulla vita che si è capovolta in avventura. Uso la parola in senso etimologico, qualcosa che ci viene incontro o contro. Ed è qui il punto. Può qualcosa che è contro di noi essere guardata come occasione che ci viene incontro? Nonostante una certa vulgata mediatica, non è un atto di pura forza di volontà (un cocciuto e quasi immotivato ottimismo) a trasformare magicamente le obiezioni in occasioni.
Un braccio amputato è una mancanza visibile, una disabilità evidente. Nella storia di Manami il punto di svolta accade un passo fuori dai suoi pensieri, molto poco propensi alla speranza:
“Pensavo che mi sarei ridotta a stare chiusa in casa per il resto della vita – ammette – non volevo che i miei amici, vicini o chiunque altro vedesse il mio corpo. Non volevo che sapessero cosa mi era successo”. Fu la vista dei suoi genitori ‘davvero affranti’ per la sua condizione che le fece cambiare atteggiamento. “Pensai: non posso aspettarmi che mi sorridano se io non sorrido per prima”.