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Una semplice pratica quotidiana che può aiutare a vincere il vizio

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Tanguy Lafforgue - pubblicato il 20/10/21

Ricollegarsi al corpo è la chiave per lottare contro qualsiasi tipo di vizio. Ecco come iniziare

Il paragone può essere semplice, ma funziona: il vizio ha su chi ne soffre lo stesso effetto di un sassolino nella scarpa, ovvero è una distrazione costante, e a lungo termine fa molto male. Mettendosi una pietra in tasca, però, si introduce un nuovo meccanismo per aiutare a superare il vizio, perché quella piccola pietra è uno strumento per ricollegarsi a se stessi.

Ci sono molte ragioni perché una persona possa cadere in un vizio comportamentale, come pornografia, masturbazione, ecc.. Possiamo elencare, ad esempio, la mancanza di motivazione, la scarsa autostima, la mancanza di identità, vergogna, colpa, difficoltà di controllare le emozioni, traumi di abusi passati… Indipendentemente dalla causa, il vizio ha una caratteristica fondamentale: il distacco dal proprio corpo.

Il vizio e il corpo

Non è mai il corpo in sé a causare atti compulsivi, compresi quelli collegati alla sessualità. L’unico organo responsabile è il cervello, per via di pensieri sviati e ossessivi, circa i quali perdiamo il controllo e a cui ci sottomettiamo. Il corpo non è il nemico. Non ci chiede nulla, se non che ce ne prendiamo cura. Nel processo di ripresa del controllo su noi stessi, il nostro corpo è un alleato, un solido sostegno.

Ricollegarsi al proprio corpo significa ancorarsi al qui e ora, e tornare alla realtà. Questa pratica ha vari effetti positivi: taglia l’anticipazione malata della “ricompensa” che vizia, svia l’attenzione dei pensieri, aiuta il cervello a distaccarsi e calma infine le funzioni organiche che possono essere soggiogate da emozioni ed eccitazione (cuore, respirazione, stomaco, parte inferiore dell’addome).

Come praticare la riconnessione corporale

Ciascuno di noi può praticare questa riconnessione nella propria quotidianità come misura preventiva o curativa. Per questo, abbiamo bisogno di pensare alla respirazione (inspirare, espirare) in modo più consapevole, fare attenzione alle sensazioni interiori e infine porci in uno stato di ricettività con uno dei nostri cinque sensi.

È proprio quest’ultima cosa che pratichiamo mettendoci un sasso in tasca. Ogni volta che teniamo conto della sua presenza, in qualsiasi luogo e a qualsiasi ora, possiamo decidere di concentrare la nostra attenzione su quell’oggetto, innanzitutto col tatto – qual è la sua forma, il suo peso, la sua struttura? -, ma anche con gli altri sensi.

Ovviamente, questo semplice esercizio non è di per sé sufficiente. Liberarsi di un vizio richiede un lavoro profondo a lungo termine in tutte le dimensioni della persona: mentale, emotiva, fisica, comportamentale e spirituale. Avere un sassolino in tasca, però, permette di avanzare più facilmente. La libertà e l’amore non aspetteranno per sempre!

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