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Ambra Angiolini, il tradimento mediatico e la carezza di sua figlia Jolanda

AMBRA ANGIOLINI

GIO_LE | Shutterstock

Annalisa Teggi - pubblicato il 15/10/21

"È davvero necessario infierire?" con questa domanda Jolanda Renga ha preso le difese della mamma, mentre tutto il mondo mediatico era pronto a speculare sull'ennesimo gossip succulento.

Ambra: tradita ed esposta, difesa dalla figlia

Ambra Angiolini è stata tradita, non solo dal suo ex compagno Massimiliano Allegri ma anche da tutta la rumorosa banda mediatica che nelle ultime 48 ore sta spremendo ogni virgola di questa vicenda per buttarla in pasto al pubblico. Ci deve essere abituata. Fin da giovanissima è entrata nel meccanismo dell’ essere un personaggio pubblico, peraltro piuttosto controverso. Tutta la sua adolescenza da ragazzina prodigio di Non è la Rai è stata un’esposizione brillante nell’apparenza, ma che nell’intimo ha lasciato ferite.

La sua recente confessione sui disturbi alimentari che le hanno divorato l’anima è l’immagine tremenda eppure autentica del buio dietro la maschera. Bellissima sotto i riflettori, divorata da una fame indicibile nelle viscere. Ambra ha confessato di essersi liberata da questo mostro che covava dentro anche grazie alla figlia Jolanda:

Lei ha tappato tutti i buchi, ha rilucidato tutto e quasi mi dispiaceva cacciarla fuori [farla nascere – Ndr], ma ha lasciato tutto bello dentro.

da Verissimo
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L’inizio della cura è arrivato da una presenza cresciuta proprio nella pancia, dove il mostro di una voracità compulsiva si era annidato.

E anche in questi giorni la figlia Jolanda si è dimostrata capace di offrire uno scudo difensivo a sua madre, rifiutando di accettare che il rumore esterno s’imponesse e schiacciasse la sua mamma.

Jolanda Renga : “E’ davvero necessario infierire sulla mia mamma?”

Un Tapiro in casa, roba da farci subito un selfie. Ma i giovani sanno usare davvero bene i social e Jolanda Renga ha scelto un modo preciso per esporre la sua verità all’indomani della puntata di Striscia la notizia in cui Valerio Staffelli è entrato a gamba tesa sulla notizia del momento: Massimiliano Allegri e Ambra Angiolini non stanno più insieme, lui l’ha tradita.

Sappiamo il potenziale di clic quando c’è in ballo l’allenatore della Juve e un’attrice amata dal grande pubblico. Nel servizio andato in onda su Canale 5 si parla di tradimento, si accenna al fatto che Allegri è un recidivo nella poca fedeltà alle proprie partner. Si scherza su quella che in realtà è una ferita che brucia. E davanti alle telecamere Ambra scherza a sua volta, elegante nel non infangare l’ex compagno ed esperta nel tenere i riflettori a distanza dalla sua intima verità. “Non so” – ripete più volte.

Forse per Ambra sarebbe finita lì. Sa di dover dare a Cesare quel che è di Cesare, il prezzo della celebrità. Chi ha deciso di non sottomersi alla logica del tritacarne mediatico è stata sua figlia Jolanda, che oggi ha 17 anni. E lo ha fatto con una presenza semi-visibile. Ha pubblicato una Story su Instagram (non un post) in cui esprime tutto il suo dolore per aver visto la sua mamma esposta al pubblico ludibrio. Sì, ripete “la mia mamma” due volte, dimostrando un preciso intento comunicativo: non il distacco dell’espressione “mia madre” ma le parole più domestiche e affettuose, per dire chiaro e tondo che esiste una persona in cuore e anima dietro il personaggio.

Dicevo che i giovani sanno usare bene i social. Intravedo una scelta precisa nel pubblicare questo grido di difesa sulle Stories, che sono di breve durata e scompaiono. E’ quasi un voler dire: parlo pubblicamente ma non potete “afferare e usare” le mie parole. Certo, i giornali le hanno poi ghermite lo stesso. Eppure è quasi un noli me tangere questo uso di un format che scompare alla vista. Saprà già bene di essere una preda mediatica, Jolanda Renga, e a modo suo manda segnali per dire che corre più veloce dei cacciatori.

Di figlie che proteggono le madri e catechismi mediatici a posteriori

Quando un animale è ferito il branco lo protegge, non lo espone. A noi umani del XXI secolo che tiriamo fuori l’idolo della Natura a giorni alterni, questa legge animale sfugge alla grande. E nel caso dell’ affaire Ambra i risvolti della vicenda fanno fare al mondo adulto dell’informazione la figuraccia del pecorone nero.

So bene che, in quanto personaggio pubblico, secondo alcuni è giusto che la sua vita, anche quella privata, venga sbandierata ai quattro venti. Ma è davvero necessario infierire? […] la colpa è di chi si fida o di chi tradisce la fiducia e tradisce in ogni senso possibile? Cosa c’è di riprovevole o “perdente” nel fidarsi e nell’amare?

Con queste domande Jolanda Renga si è chiesta perché il branco mediatico ha esposto al pubblico la preda ferita e non il predatore. Ed è come nella favola sul re che è nudo. Improvvisamente qualcuno osa dire l’ovvio e tutti gli altri si svegliano. Immediatamente è partito l’ hashtag #iostoconambra e il tenore della notizia in trend ha cambiato verso: dal gossip sul tradimento, alla cattiva condotta di Striscia la notizia che ha infierito su una donna che soffre. Autocoscienza indotta e pelliccia del moralista indossata in fretta.

Traditi tutti

Possiamo ritenere questa faccenda l’ennesima bolla di sapone sui VIP. Senza dubbio ci sono cose più importanti di cui parlare. Ma quando un qualunque affare umano ci restituisce una briciola di verità sui nostri lati sporchi, non è un paio di minuti perso fermarsi a notarlo. E qui c’è in ballo questa chiara tendenza attuale: l’odore rancido del catechismo a posteriori.

Se Jolanda Renga non avesse buttato il sassolino nello stagno, tutta la banda pecorona dell’intrattenimento avrebbe cavalcato il gossip del tradimento di Allegri come manna piovuta dal cielo. E noi – pubblico – ci saremmo accodati, partecipando alla cosa con quel minimo di cinismo satirico che riserviamo ai famosi.

Nessuno avrebbe preso sul serio la ferita del tradire. Ed è questo il tradimento più grande dell’informazione odierna, la scollatura tra le parole e il loro senso incarnato. Sono solo legna che deve accendere dibattiti virtuali. Jolanda Renga ha portato le parole nel campo della realtà, quella di una figlia che ha visto soffrire la mamma. Ora tutti applaudono il suo coraggio e la maturità del suo gesto di protezione e difesa.

Quel gesto che tutti si erano scordati di fare, perché the show must go on. Di fronte a ciò sarebbe sufficiente dire grazie ai figli come Jolanda che danno un calcio ai nostri cinici status quo. Punto e basta. Invece, è un ritratto francamente nauseante quello di un coro mediatico che ora catechizza su dignità e pudore, come se il lupo si mettesse a fare un appello sulla fragilità degli agnelli.

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