A pochi giorni dalla festa di santa Teresa d’Ávila, che cade il 15 ottobre, Aleteia propone un percorso per mettersi alla scuola della grande mistica spagnola e imparare con lei a pregare meglio. Oggi tre consigli di santa Teresa per ritrovare la gioia.
Chi, nella sua vita spirituale, non è stato almeno una volta invaso dal dubbio, da una grande delusione e insomma da un forte desiderio di mandare tutto all’aria? Chi non è stato profondamente triste a causa del silenzio di Dio, quando un piccolo segno da parte sua avrebbe potuto cambiare tutto? Se la fede è un esercizio, anche una lotta, come condurla a buon segno se talvolta anzi ci deprime? Come vincere i propri demonî, che sembrano tanto convincenti, e ritrovare la gioia e la buona energia per avanzare nella vita? Ecco tre consigli di santa Teresa d’Ávila.
1Lasciarsi portare dallo Spirito Santo
Béatrice, 69 anni, professoressa di leggere, madre di due figli e nonna di sei nipoti, laica impegnata nel Terz’Ordine carmelitano, pratica l’orazione (preghiera silenziosa) da più di 40 anni. Ha conosciuto nella sua vita spirituale momenti di tristezza, di paura o di dubbio; ha però sempre perseverato, grazie a questo consiglio datole un giorno da un gesuita:
A 25 anni, in una scuola di preghiera, mi hanno invitato a scoprire l’adorazione di 4 ore al giorno… Sentendomi completamente soverchiato da un impegno simile, un gesuita mi ha detto di mollare la presa, di vivere soltanto il momento presente, perché sarà lo Spirito Santo a pregare in me.
A partire da quel ritiro, Béatrice ha preso a consacrare una mezz’ora al giorno all’orazione:
Quando i miei bambini erano piccoli, la prima difficoltà era trovare il momento migliore nella giornata. Certamente ci sono quelli che si trovano meglio al mattino, altri invece alla sera… Quanto a me, tra il bambino, gli studi e gli orari di mio marito… il momento più tranquillo della giornata, buono per pregare, arrivava alle 21:30. Avevo sempre bisogno di un supporto concreto come punto d’ancoraggio del mio tempo di orazione: un passo della Bibbia, un testo di un santo, un salmo. Da un certo punto in poi, bastava una sola parola o un solo versetto letto per entrare nella preghiera.
2Lasciarsi guarire da Dio
Secondo santa Teresa d’Ávila, Dio può condurre a sé le anime attraverso numerose vie, ma la preghiera è “il cammino sicuro”. Lasciare questo sentiero significa perdersi (Vita 19,6). Béatrice ha avuto lunghi momenti di aridità, e la tentazione di lasciar perdere la preghiera era sempre lì. Poi un giorno qualcosa è scattato, luminosamente, durante un ritiro:
Ho preso coscienza quel giorno che il Signore è amore, che mi ama, che è presente. Una grande grazia che mi ha insegnato a vivere meglio, per l’avvenire, i momenti di preghiera.
Certamente, non tutti i giorni abbiamo delle grazie sensibili, ci sono momenti duri, ma una cosa è sicura: anche durante i periodi di aridità spirituale la preghiera guarisce e la Parola di Dio aiuta a prendere coscienza di punti precisi da guarire.
3Rendere il cuore attento e desto
Ma allora qual è il nesso tra l’orazione e le grazie che si ricevono, anche se si è nel dubbio? Perché quelli che praticano l’orazione parlano di luci folgoranti e impreviste? Per Dio – risponde Teresa d’Ávila –
tutti i tempi sono buoni per accordare le sue grazie a chiunque lo serva sinceramente.
Fondazioni 4,5
È l’esperienza spirituale di Béatrice:
Credo che uno dei frutti della vita di preghiera regolare consista nel rendere il cuore attento e desto. Quando si ricevono certe luci, si avverte immediatamente che il Signore è lì, presente alla nostra interiorità. Egli è colui che illumina nella sua grazia una ferita, una relazione, un evento.
La gratitudine verso Dio, che è un elemento fondamentale di una vita di orazione – sottolinea ancora Béatrice, la quale cerca oggi di trasmettere ai suoi nipoti la gioia immensa di essere amata da Dio e di amarlo –,
manifesta che si accoglie l’amore di Dio: un amore concreto, preciso, che salva.
Applicando questa parola della mistica spagnola, per pregare
l’essenziale non è pensare molto, ma molto amare.
Dimore 4,1
e questo è il solo motore per
vincere il pessimismo e generare buone iniziative.
Dimore 7,4

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]