Proprio tra l'11 e il 12 ottobre di quindici anni fa, saliva al Cielo Carlo Acutis, morto a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante. Il 10 ottobre dello scorso anno il giovane milanese è stato proclamato beato dalla Chiesa con una cerimonia presieduta dal cardinale Agostino Vallini presso la Basilica superiore di San Francesco ad Assisi. L'altro ieri la mamma di Carlo, la signora Antonia Salzano, è stata intervistata dalla conduttrice Silvia Toffanin per il programma pomeridiano del sabato targato canale 5: Verissimo.
Una delle prime cose che ha sottolineato Antonia - ricordando la beatificazione dello scorso anno - è il grande afflusso di gente venuta per partecipare all'evento nonostante la pandemia, e il cuore di Carlo conservato intatto portato come reliquia nella città del Poverello. Una grande emozione per lei e suo marito:
Alla fine del primo filmato in cui viene riattraversata la vita del giovane - in particolare il desiderio di ricevere la Santa Comunione espresso per la prima volta all'età di 7 anni, il ricorso ai social per annunciare la Buona Novella, l'amore di Carlo per l'Eucaristia - in studio la presentatrice scoppia in lacrime:
La signora Salzano le sorride con gli occhi pieni di luce, fieri, il volto forte, di chi ha sofferto, pianto, accolto, ringraziato. Dalla sua bocca escono parole di lode.
E inizia a raccontare la vita ordinaria ma piena di sapore di Carlo, un sapore che veniva da Cristo. Tutto ciò che faceva, confida mamma Antonia, era in Gesù, per Gesù e con Gesù. La grandissima devozione di Carlo per l'Eucarestia, la sua intima vicinanza con i senzatetto di Milano, il suo cercare di farsi prossimo, di aiutare, donare, ascoltare. Perché per lui tutti erano importanti:
Carlo Acutis ci ricorda ciò che dovremmo fare tutti noi battezzati in quanto "sacerdoti, re e profeti".
Nel 2006 Carlo inizia improvvisamente a stare male:
E di segni ce ne sono stati tantissimi in questi anni, in ogni parte del mondo, fin dal giorno del suo funerale. Una donna invocandolo guarì da un tumore al seno, un'altra ottenne la grazia della maternità.
Nel racconto della signora Antonia Salzano, nelle serena lucidità delle sue parole, si percepisce immediatamente la grande fede che la sostiene, nutrita soprattutto dall'aver condiviso la vita con suo figlio Carlo. La tragica fine del suo ragazzo invece che minare le fondamenta della sua devozione le ha poste più in profondità; e ha trovato consolazione attraverso i frutti fecondi scaturiti dalla sua morte. I numerosi segni che Antonia ha potuto toccare con mano hanno progressivamente dato senso pieno ad ogni cosa, ricolmando il suo cuore di quella Sapienza che può venire solo da Dio.