Un'équipe di ricercatori, guidati dal professor Paolo Chiesa, ordinario di Letteratura Latina Medievale alla Statale di Milano, ha scoperto prove del fatto che un monaco italiano sapeva dell'esistenza del Nuovo Mondo più di un secolo prima della spedizione di Cristoforo Colombo nel 1492.
I riferimenti alle terre dell'America del Nord sono stati scoperti in un manoscritto del XIV secolo. Le informazioni vennero probabilmente fornite al monaco da marinai europei, che le avevano a loro volta avute da marinai nordici.
Dagli anni Sessanta del Novecento si riconosce che i Vichinghi sono arrivati nel Nuovo Mondo prima della partenza di Colombo dalla Spagna. Un sito nordico in America, L’Anse aux Meadows, è stato scoperto come sede di un insediamento vichingo in Nordamerica dal 1.000 d.C..
Nonostante la presenza fosse tanto anteriore al viaggio di Colombo, ci sono poche fonti che dimostrano la conoscenza dell'esistenza del continente da parte dell'Europa Occidentale. In realtà, ce n'è solo una.
Scritta da Galvano Fiamma, un monaco domenicano, la Cronica Universalis possiede l'unico riferimento. Esiste una sola copia del testo, rintracciata dai ricercatori presso un collezionatore privato a New York.
Secondo My Modern Met, l'équipe ha avuto la fortuna di poter visualizzare il manoscritto, preservato attraverso immagini digitali. È stato in occasione della traduzione del testo che gli studiosi si sono imbattuti nel passo in questione:
Il manoscritto continua spiegando che il monaco ebbe queste informazioni da marinai che navigavano in Norvegia e Danimarca. Un reportage di Head Topics osserva che Paolo Chiesa, ricercatore e docente a Milano, sostiene che questo potrebbe confermare le voci sulle terre d'oltremare. Se fosse così, potrebbe voler dire che Colombo partì per il suo viaggio fiducioso di trovare il Nuovo Mondo.