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Sapete cosa sono le “coronelle degli angeli” e perchè sono così importanti?

ROSARY

graja | Shutterstock

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/10/21

Il primo rosario dedicato agli angeli non è la tradizionale “corona angelica”. Molto prima, almeno cinque secoli addietro, sono documentate altre forme di preghiera

Il primo rosario dedicato agli angeli non è la tradizionale “corona angelica” di San Michele, pia devozione diffusa dal 1700. Molto prima, almeno cinque secoli addietro, sono documentate queste prime forme di preghiera. Lo spiega Marcello Stanzione nel libro “La vera storia della corona angelica” (Edizioni Segno). 

La devozione originaria 

Santa Matilde di Hefta (1241-1298), come narra espressamente nel suo Libro della Grazia Speciale, ricevette dal Signore in estasi un modo per onorare i santi angeli celesti.

«Prima della festa di san Michele, la Serva di Cristo, trovandosi in unione familiare con Dio e avendogli chiesto quali omaggi dovesse rendere agli angeli, ricevette questa risposta: “Dirai in loro onore il Pater nove volte, secondo il numero dei cori angelici”. Essa li recitò, e volle offrirli al suo angelo custode nel giorno medesimo della sua festa, affinché li presentasse lui medesimo agli altri spiriti celesti».

Da ciò il motivo per il quale, tutte le devozioni agli Spiriti Celesti, contengono la recita di questi famosi nove Pater, in onore dei 9 Cori angelici.

Le “proto” corone in forma breve

Il padre Lazzaro Meyssonier (1602-1648), celebre teologo e asceta, autore di svariate opere, mistiche teologiche e parapsicologiche, nel 1648 pubblica “La filosofia degli angeli”. In questo testo presenta molte antiche notizie sulle devozioni che, nei primi anni del XVII secolo si facevano sul conto degli Spiriti Celesti.

Meyssonier racconta ad esempio a pagina 272 partendo da questa “breve” introduzione liturgica, un fatto ancor più singolare e misterioso, ovvero che negli ultimi anni del XVI secolo, era già nata l’abitudine di recitare una piccola devozione ai santi angeli, che si chiamava “Coronella dell’angelo”.

Gloria Patri e Angele Dei

Queste “coronelle” (chiamate in gergo “chapelettes des Anges”), consistevano in piccoli rosari, che prevedevano la recita del “Gloria Patri” sui grani grossi, e dell’“Angele Dei” sui piccoli, previa invocazione dei succitati 9 pater, sulla croce.

La notizia è peraltro riportata, meno di un secolo più tardi, nel testo di Chez Claude Juttet, “Culte des saints Anges gardiens établi par la confrérie érigée en leur dans l’Eglise des R.R.P.P. Carmes, pres les Terreaux” edito a Lione nel 1716.

I rosarietti degli angeli

Sempre a cavallo tra XVI e XVII secolo, a Lucca, vi era un’altra versione del rosario dedicato agli angeli, chiamato ancora una volta: “Corona degli angeli” (in gergo “chapelet des Anges”).

È il rev. padre Serafino Razzi, (Marradi, 1531 – Firenze, 1613) teologo di gran fama, a raccontare che verso la fine del XVI secolo: «… si dee nel terzo luogo salutare frequentemente (Maria, N.d.A.): onde alcuni la salutano con la Corona de gli angeli di nove Ave Marie con le sue nove benedizioni».

Il fatto che tale “seconda coronella” sia sorta proprio a Lucca e che a dircelo sia un frate domenicano non appare una mera circostanza del caso, come il nostro amato lettore potrà sincerarsi direttamente proseguendo a leggere. Da Lucca verrà infatti la Serva di Dio Suor Maria Angela Colomba Leonardi, e trasferirà nel Monastero di Vetralla il pio esercizio della Corona angelica.

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