San Girolamo era molto diretto quando si trattava di dire la verità. Non aveva paura di quello che la gente pensava di lui, e per questo la maggior parte delle volte le sue parole gli attiravano l'ira degli altri religiosi.
Lo si può vedere chiaramente in una lettera a padre Nepoziano, che aveva abbandonato il servizio militare per dedicarsi alla vocazione sacerdotale. San Girolamo ha scritto molto sui doveri di un sacedote, e la lettera conteneva parole dure per chi cercava fama e fortuna:
“Sotto la bandiera di Cristo, non cercare alcun guadagno mondano, perché, non avendo più di quando sei diventato chierico, non ascolti ciò che dicono gli uomini”.
San Girolamo aveva una predilezione per i poveri. Credeva che un sacerdote dovesse essere umile, e non cercare ricchezze:
“È la gloria di un vescovo prendersi cura delle necessità dei poveri, ma è una vergogna per tutti i sacerdoti accumulare fortune private”.
Quando si trattava di accettare grandi donazioni per necessità personali, San Girolamo esortava i sacerdoti a rifiutarle:
“Non cerchiamo mai doni e accettiamoli raramente quando ci vengono offerti, perché è più benedetto dare che ricevere... L'ostentazione e la trascuratezza vanno evitate, perché una ha il sapore della vanità, l'altra dell'orgoglio. Girare senza un fazzoletto di lino non è niente: quello che è lodevole è non avere denaro per comprare. È vergognoso e assurdo vantarsi di non avere un tovagliolo né un fazzoletto e portare comunque una borsa ben piena”.
Al di sopra di tutto, San Girolamo ha cercato di dire nella sua lettera che un sacerdote deve praticare ciò che predica, essendo un uomo povero tra i poveri, servendoli e non cercando la fama terrena.