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Potete essere parte del cambiamento anche se i vostri governanti non vi rappresentano

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Myriams-Fotos | Pixabay CC

Catholic Link - pubblicato il 28/09/21

di Silvana Ramos

Come contribuire al cambiamento sociale, e non a uno qualsiasi, ma a uno vero? Molti Paesi dell’America Latina e di tutto il mondo stanno attraversando crisi politiche molto forti. Questo, sommato alla pandemia, porta a uno scenario difficile e quasi disperato per molti a ogni livello.

La corruzione è un male reale, un pericolo costante per le nostre Nazioni. Di fronte a un potere nefasto così grande, noi cittadini a volte ci sentiamo impotenti e tentati di arrenderci.

C’è qualcosa che nella nostra piccolezza possiamo fare e che sia significativo? In genere sentiamo che di fronte a queste ingiustizie e a poteri tanto enormi quello che facciamo non serve o non avrà un impatto.

Se iniziamo a credere a questa idea come se fosse reale, mi dispiace dirlo, ma staremo agendo come colui che ha nascosto il talento che gli aveva dato il Signore. Tutti possiamo e dobbiamo fare il bene con il tanto o il poco che ci è stato dato.

Abbiamo tutti una responsabilità morale nei confronti della nostra società, evidente in modo tangibile nelle elezioni governative ma che non si ferma a quello.

È qualcosa di costante che si manifesta nella quotidianità in ogni attività che svolgiamo come persone. Per questo, oggi vorremmo condividere con voi cinque cose che potete fare fin d’ora per essere parte del cambiamento anche se i vostri governanti non vi rappresentano.

1. Essere fedeli nelle piccole cose per essere fedeli in quelle grandi

Noi cittadini siamo obbligati a procedere in base alle leggi che reggono le nostre Nazioni. Come cristiani, le nostre azioni dovrebbero puntare alla ricerca del bene comune nella misura delle nostre possibilità e capacità.

Amare Dio e amare il nostro prossimo come noi stessi ha anche a che vedere con il nostro ruolo all’interno della società. L’amore per il prossimo, che si vive in primo luogo in casa, va vissuto attraverso il servizio agli altri e il procedere retto e giusto all’interno della società.

L’amore per il prossimo implica il fatto di vivere con verità, onestà, responsabilità e rispetto dell’altro, servizio, dedizione, perdono e giustizia. Non possiamo quindi sminuire l’agire personale all’interno della società, è troppo prezioso.

2. L’educazione, porta per una società prospera

Per essere uomini e donne che puntano al bene e contribuiscono alla propria società, alla propria Nazione, bisogna necessariamente formarsi.

Come cristiani, dobbiamo formarci nella fede, una formazione che passa prima per un rapporto personale con Dio, per lo studio delle Scritture e del magistero della Chiesa.

Anche come cittadini dobbiamo formarci. Fin da piccoli con l’educazione civica che impariamo a casa e a scuola, e da adulti essendo responsabili e interessandoci di conoscere la storia delle nostre Nazioni e imparando da questa, soprattutto a non commettere gli stessi errori.

Abbiamo anche bisogno di conoscere le leggi, i nostri diritti e doveri. Solo così potremo puntare ad essere cittadini rispettosi dell’ordine e del bene comune. Un bene che non significa ciò che vuole la maggioranza, ma che ha a che vedere con l’ordine naturale delle cose, ovvero il bene della persona umana, quello che ci rende sempre più umani, un bene che si distribuisce in modo quasi personale.

Il bene comune non è la somma dei beni particolari (né quello che dice la maggioranza), ma ha a che vedere con i rapporti che forgiamo tra esseri umani, perché parte del mio bene è che anche gli altri stiano bene.

3. Imparare a dialogare per ascoltare e non per rispondere

L’educazione passa non solo per il fatto di imparare a leggere e a scrivere, ma anche per imparare a dialogare e soprattutto ad ascoltare l’altro cercando di comprendere e non solo di rispondere.

Imparare a discordare con rispetto e a tendere ponti è fondamentale per costruire una società orientata alle elezioni democratiche responsabili a ogni livello.

4. Puntare al bene non significa essere idealisti

Parlare di un bene comune vero, soprattutto oggi che abbonda il relativismo, non è solo complicato – agli occhi di molti è impossibile. Il bene e la verità diventano concetti e non realtà raggiungibili, e la scusa è la bassezza dell’essere umano.

È vero, l’essere umano è spezzato, ferito, con la tendenza a corrompersi e a voler essere come dèi, ma questa realtà non si contrappone in alcun modo alla possibilità di raggiungere il bene e conoscere la verità. Come cristiani dovremmo averlo chiaro. Più di 2.000 anni fa ci è stata regalata questa possibilità su una croce.

Come abbiamo la tendenza a corromperci, abbiamo anche la capacità di orientarci al bene. Spezzati come siamo, portiamo comunque dentro l’impronta del nostro Creatore. Un’impronta forte, che ci chiama, che ci farà essere inquieti finché non riposeremo in Lui.

La nostra intelligenza e la nostra volontà possono essere orientate al bene per decisione personale (scegliamo liberamente), e ancor di più se chiediamo e contiamo sull’aiuto di Dio.

5. Cosa possiamo fare concretamente?

Non sotterriamo il talento. Non compriamo l’idea di non poter far nulla. Facciamo uso di quello che ci è stato donato in ogni ambito in cui ci sviluppiamo. Moltiplichiamo i doni e i talenti che il Signore ci ha dato.

Possiamo trovare alcuni esempi di come procedere nelle semplici azioni quotidiane: parlare con verità, non rubare né appropriarsi di ciò che è di altri, educare i figli con coerenza e guidando con l’esempio, lavorare sodo e procedere con giustizia, ascoltare l’altro con rispetto, risollevare chi è caduto, ancor più se è nostro nemico. Perdonare, non serbare rancore né cercare vendetta. Trattare con cordialità e vedere nell’altro un figlio amato da Dio. Servire gli altri. Formarsi costantemente.

La libertà inizia con l’amore, perché l’amore può tutto. Solo così contribuiremo, come diceva Giovanni Paolo II, a una società più giusta, più fraterna e riconciliata.

“La carità, col suo dinamismo universale, può costruire un mondo nuovo, perché non è un sentimento sterile, bensì il modo migliore di raggiungere strade efficaci di sviluppo per tutti” (Papa Francesco, Fratelli Tutti)

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

Tags:
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