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Il progetto in 5 punti di Giovanni Paolo II per i nostri tempi

Miraculous draught of fish

Raphael | Public Domain

Tom Hoopes - pubblicato il 28/09/21

Ogni passo è sorprendentemente semplice, e i risultati saranno grandiosi. Gesù lo ha promesso

“Prendi il largo, e gettate le reti per pescare”.

Queste parole di Gesù erano tra le preferite di San Giovanni Paolo II, che vent’anni fa è stato molto pratico riguardo a ciò che dovrebbero significare per noi nella nostra epoca.

Il Pontefice ha offerto un progetto specifico per gli anni successivi al 2000, e ha promesso che avrebbe portato lo stesso risultato che ha dato a Simone: “E, fatto così, presero una tal quantità di pesci, che le reti si rompevano”.

Da allora, la Chiesa ha vissuto vent’anni difficili.

San Giovanni Paolo II ha proposto il suo progetto nella lettera apostolica del 2001 Novo Millennio Ineunte. Poi il disastro. Prima c’è stato l’11 settembre, che ha fatto rivoltare molta gente contro la religione, quindi sono arrivati gli scandali, che hanno fatto rivoltare molti contro la Chiesa. Dopo di quello, smartphones e social media hanno diviso la società in gruppi che la pensano allo stesso modo – e senza apertura mentale.

Rianalizzando le parole di San Giovanni Paolo II, possiamo sentirci esattamente come Simone, che ha detto: “Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla”, ma poi ha aggiunto: “Però, secondo la tua parola, getterò le reti”.

Il progetto di Gesù era semplice – gettare le reti –, come anche quello di San Giovanni Paolo II, che ha detto di non voler inventare “un nuovo programma”, ma che chiedeva solo una santità ordinaria (nn. 30-31 della lettera) concentrata su Gesù.

A suo avviso, la prima cosa da promuovere era la preghiera.

Prima di tutto, bisogna pregare (nn. 32-34). Parlare con Gesù. Essere Suoi amici. Poi, invitare la gente a seguirvi.

Le prime persone con cui pregare sono i propri familiari. Se non avete l’abitudine di pregare a voce alta con gli altri, all’inizio può sembrare un po’ strano. Fatelo comunque, e scoprirete che presto vi sembrerà naturale, e migliorerà le dinamiche familiari.

La successiva cosa da fare è invitare altri a pregare con voi. Un ottimo modo per farlo è il Rosario. Amo l’apostolato di Mike Scherschligt che riunisce familiari e amici per un pasto e un Rosario. Lo ha trasformato in un ottimo podcast che raggiunge le persone in tutto il mondo, ma può funzionare anche nel vostro salotto.

In secondo luogo, promuovete la Messa domenicale.

Adoro l’umiltà del progetto di San Giovanni Paolo II, che non chiede l’adorazione eucaristica, anche se è un’ottima pratica, né la Messa quotidiana. Chiede la Messa domenicale (nn. 35-36).

Possiamo cadere nella trappola di pensare che la Messa domenicale non sia una gran cosa e non valga la pena di promuoverla. Dopo tutto, è “il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia”, come afferma il Concilio Vaticano II.

Impegnarsi semplicemente ad andare a Messa ogni domenica, indipendentemente da tutto, trasformerà una famiglia. E se ogni lettore di Aleteia iniziasse a invitare altre persone ad andare a Messa, cambierebbe non solo la Chiesa, ma tutto il mondo.

In terzo luogo, Giovanni Paolo II diceva di invitare la gente ad accostarsi al sacramento della Riconciliazione.

San Giovanni Paolo II parlava spesso della necessità di ravvivare la Confessione nelle nostre parrocchie, dicendo che il sacramento era “in crisi” e che questo stava portando alla piaga dei nostri tempi: la perdita del senso del peccato.

La risposta? La Confessione. Chiedeva quindi “fiducia, creatività e perseveranza nel presentarlo e farlo valorizzare” (n. 37). Papa Francesco è stato un ottimo modello di questo con la sua iniziativa delle “24 Ore per il Signore” e con la sua testimonianza personale, recandosi a confessarsi in pubblico e ascoltando Confessioni. Ho scoperto che menzionare casualmente la Confessione è sufficiente a stimolare le persone.

Quarto: Giovanni Paolo II dice di riscoprire la Scrittura.

San Giovanni Paolo II dice nel suo progetto che nulla accadrà senza la grazia (n. 38), e che questa deriva spesso dall’ascolto della Parola (n. 39) e dalla sua proclamazione (40-41).

È notevole come negli ultimi 20 anni si sia sviluppato il progetto del Pontefice, intenzionalmente o meno. Chiede alla gente di riscoprire la lettura meditata della Scrittura chiamata lectio divina, e oggi Aleteia, Hallow e l’iBreviary promuovono proprio questo. Chiede anche a tutti noi – non solo agli esperti – di diventare “servi della Parola” (n. 40), e sono sorti notevoli apostolati biblici.

Non riusciamo neanche a immaginare il bene che questo farà. Giovanni Paolo II dice che la Parola di Dio, seminata sul terreno buono, darò il centuplo (n. 41).

In quinto luogo, chiede amore: nei confronti gli uni degli altri e verso i poveri.

Giovanni Paolo II ha molte cose da dire che si applicano a vescovi e leader, che dovrebbero prestarci attenzione, ma penso che la grande morale per i laici sia essere “Testimoni dell’amore” (n. 42) e basare tutto sulla carità (n. 43). Vuole che amiamo le nostre famiglie e i nostri parrocchiani, e che lasciamo che questo amore si effonda anche nei confronti dei poveri.

La bellezza del “programma” di Giovanni Paolo II è la sua semplicità.

Non servono cose complicate, solo chiedere agli altri di unirsi a noi mentre preghiamo, adoriamo, ci confessiamo, leggiamo la Bibbia e serviamo.

Il risultato sarà sorprendente.

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